The Killers of the Flower Moon ha ricevuto una grande approvazione al festival di Cannes. L’ultimo film di Martin Scorsese – prodotto da Apple Original Films – è interpretato da Leonardo DiCaprio, Robert De Niro e Lily Gladstone.
Il lungometraggio racconta la serie di omicidi avvenuti nella popolazione indigena Osage durante il corso degli anni Venti. La colpa è di alcuni cercatori di petrolio bianchi, i quali hanno tradito la comunità nativa, come riportato da un’indagine condotta dall’FBI.
Durante la conferenza stampa di domenica Standing Bear, leader della Nazione Osage, ha dichiarato che il suo popolo soffre ancora oggi per gli eventi narrati nel film. E ha aggiunto – a nome della nazione Osage – che “Scorsese e il suo team hanno ristabilito la fiducia”.
Giusto la sera precedente, il film di Apple aveva ricevuto una grande accoglienza al Palais, con il pubblico che si era alzato per una standing ovation di 9 minuti: tra le ovazioni più lunghe di questa edizione del festival.
Killers of the Flower Moon: l’incontro con i capi tribù
Scorsese ha raccontato quanto i suoi incontri con i capi tribù Osage abbiano influenzato il suo processo creativo. Il regista di The Departed ha affermato di essersi sentito “riorientato” quando ha ascoltato i loro “valori sull’amore, il rispetto e l’attenzione per la terra”.
“Volevo imparare tutto quello che potevo sugli Osage – ha aggiunto Martin Scorsese – è travolgente… Più cose scoprivo, più volevo inserirne nel film”. Standing Bear ha espresso la sua ammirazione per l’etica del lavoro mostrata dal cast, vista la presenza dietro la macchina da presa di giovani Osage, che lavoravano in vari reparti della produzione.
De Niro e il suo “Trump” in versione anni Venti
Anche lo spettro di Donald Trump ha fatto un’improbabile apparizione alla conferenza stampa di Killers of the Flower Moon. Robert De Niro ha citato l’ex-presidente – nonché potenziale candidato alle elezioni del 2024 – facendo un parallelismo tra la figura politica e il personaggio che interpreta nel film.
Il ruolo dell’attore premio Oscar lo vede nei panni di un uomo che finge di essere un alleato della Nazione Osage, ricca di petrolio, che poi tradisce avviando una serie di brutali omicidi volti alla propria ricchezza. “Lo vediamo ancora oggi, e sapete di chi sto parlando, ma non dirò il suo nome – afferma De Niro – quel tizio è stupido”.
L’attore, parlando del male che si annida nella supremazia bianca di tutti i giorni, ha affermato che “esiste e dobbiamo tenerlo d’occhio molto da vicino”. Ha poi aggiunto: “Ci sono persone che credono che Trump possa fare un buon lavoro. Pensate che follia”. In sede di conferenza stampa, De Niro ha infine ricordato che l’ultima volta che ha partecipato al festival con Scorsese è stata con Taxi Driver nel 1976, film che si è poi aggiudicato la Palma d’Oro.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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