Premio speciale dei Nastri d’Argento per i documentari a Edith Bruck per Edith, eccezionale testimonianza sulla Shoah e sull’orrore dei campi di concentramento nei quali fu deportata, neanche adolescente, fino al 1945.
Il direttivo dei giornalisti cinematografici italiani lo annuncia, in occasione della giornata della memoria, anticipando le cinquine dei titoli finalisti e vincitori dei Nastri d’Argento per i documentari 2024 che saranno premiati a Roma, lunedì 26 febbraio al Cinema Barberini, partner di quest’edizione del premio.
Il film, nato da un’idea della sceneggiatrice Giovanna Boursier e dalla sua collaborazione con Edith Bruck, è firmato per la regia da Michele Mally e realizzato da 3D produzioni di Didi Gnocchi in collaborazione con La7 che lo ha trasmesso, esattamente un anno fa, in una puntata speciale di Atlantide, la trasmissione di Andrea Purgatori che i giornalisti cinematografici ricordano in quest’occasione con grande affetto.
“Inserirlo nella selezione ufficiale 2024 – sottolinea a nome del direttivo nazionale dei giornalisti (SNGCI) Laura Delli Colli, presidente – e annunciarne la premiazione proprio oggi, alla vigilia della giornata della memoria è una scelta che ne sottolinea il valore e ancora una volta riconosce a Edith Bruck il coraggio, la coerenza e la sua straordinaria capacità di continuare a raccontare il dramma che ha segnato tutta la sua vita perché nessuno dimentichi, ma soprattutto perché, come sostiene l’autrice, “bisogna raccontare oggi per ieri ma anche per oggi e per domani”.
Edith, che ha avuto il patrocinio dell’unione delle comunità ebraiche italiane, della fondazione museo della Shoah, del dicastero della cultura e l’educazione, e la collaborazione dell’accademia d’Ungheria a Roma, è il ritratto di una donna speciale, che ha continuato a vivere e amare nonostante il dramma vissuto nei campi di sterminio: dal lager al grande amore per il poeta Nelo Risi, alla scrittura che le ha permesso di continuare a vivere. La vediamo, nelle prime immagini, mentre guarda il documentario ungherese, A Látogatas (in italiano “La visita”).
Sono immagini mai viste prima in Italia nelle quali proprio lei, tornata nel 1982 in Ungheria per rivedere i luoghi dov’è nata e dai quali fu deportata, torna a ricordare. Edith Bruck (pseudonimo di Edith Steinschreiber nata a Tiszabercel, in Ungheria e naturalizzata italiana), scrittrice, poetessa, traduttrice e testimone della Shoah è stata anche regista ma soprattutto, come sottolineava un anno fa ad Atlantide Andrea Purgatori, “è una donna speciale, piena di curiosità, amore e gentilezza nonostante le enormi fatiche del suo vivere”.
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