Premio Ermanno Olmi 2023: vince il cortometraggio ungherese Štarter di Péter Dóczé

Sul podio anche l'opera turca Things Unheard Of di Ramazan Kılıç e il francese The Passing of Time di Nathan Le Graciet. Tra le proiezioni speciali Dialogo tra un venditore di almanacchi e un passeggere del 1954

Di THR ROMA

Il cortometraggio Štarter di Péter Dóczé (Ungheria, 2022) vince la quinta edizione del Premio Ermanno Olmi, destinato a promuovere e valorizzare i cortometraggi di giovani registi. Il secondo posto spetta a Things Unheard Of di Ramazan Kılıç (Turchia, 2023), e il terzo a The Passing of Time di Nathan Le Graciet (Francia, 2022).

La menzione speciale per l’opera più significativa inerente al tema “L’essere umano e il tempo”, che Ermanno Olmi ha esplorato sotto diversi aspetti in tutta la sua produzione cinematografica, va a Busan, 1999 di Thomas Percy Kim (Usa, Repubblica di Corea, 2022).

La giuria – composta da Luigi Musini (produttore cinematografico), Lorenzo Rossi (ricercatore e redattore rivista Cineforum), Omar Pesenti (regista e sceneggiatore), Giada Mazzoleni (produttrice cinematografica e insegnante) e Giorgia Goi (cultural project manager) – ha scelto Štarter di Péter Dóczé, perché “è una storia preziosa che affronta un tema socialmente rilevante, raccontata attraverso lo sguardo dei bambini. Un cortometraggio ben congegnato che dimostra un buon uso del dispositivo cinematografico”.

Tutti i vincitori

Things Unheard Of di Ramazan Kılıç, secondo classificato, si dimostra “un cortometraggio da cui emerge un forte senso del cinema e che affronta temi rilevanti con un messaggio importante – e universale – di resistenza nella condivisione”. The Passing of Time di Nathan Le Graciet conquista, invece, il terzo premio con “un lavoro che si distingue per una regia consapevole, sia nell’uso della camera a mano che permette la massima adesione ai personaggi, sia nella scelta del bianco e nero che esalta la dimensione poetica del racconto”.

La stessa giuria, con la seguente motivazione, attribuisce la menzione speciale a Busan, 1999 di Thomas Percy Kim: “Racconto ben calibrato, con due personaggi molto intensi che rappresentano con efficacia la sfida struggente che il tempo costituisce per l’essere umano e il legame indissolubile che ci lega ai luoghi di nascita e alle persone a cui dobbiamo la nostra vita”.

Durante la serata sono state mostrate le quattro opere finaliste del concorso ed è stato omaggiato Ermanno Olmi con la proiezione di Dialogo tra un venditore di almanacchi e un passeggere (Italia, 1954), conservato e restaurato da Csc – Archivio Nazionale Cinema Impresa (Ivrea). Insieme all’anteprima bergamasca del docufilm Il primo sguardo (2009) di Marco Manzoni.