Todd Haynes trascorrerà buona parte del mese di maggio in Francia. Tra una retrospettiva sulla sua carriera al Centre Pompidou di Parigi e la prima del suo ultimo film, May December, in concorso al festival di Cannes, il candidato all’Oscar farà il giro del Paese. Questi eventi concomitanti hanno fatto sì che Haynes lavorasse alla sua ultima opera mentre riviveva la sua intera carriera cinematografica, che comprende Lontano dal paradiso, Carol e La stanza delle meraviglie. Della retrospettiva, che includerà una proiezione di May December, Haynes dice: “Sarà un viaggio”.
Il suo ultimo film vede Natalie Portman nei panni di un’attrice hollywoodiana che va in Georgia per fare ricerche sulla vita di Gracie (Julianne Moore, che torna a lavorare con Haynes per la quarta volta), divenuta oggetto di attenzione da parte dei tabloid dopo aver iniziato una relazione con Joe (Charles Melton), un uomo più giovane di lei di ventitré anni (l’espressione “May December” indica appunto una relazione tra due persone con una notevole differenza di età, ndr). Durante la preparazione del film sul passato della coppia, Elizabeth osserva il matrimonio di Gracie e Joe vent’anni dopo che la loro relazione ha fatto notizia, in un momento in cui i loro figli stanno per andare a vivere da soli. Il film, che sarà presentato in anteprima il 20 maggio ed è in vendita negli Stati Uniti tramite CAA Media Finance e UTA Independent Film Group, è stato scritto da Samy Burch, con un team di produzione che comprende Christine Vachon di Killer Films.
Prima di atterrare per il suo lungo soggiorno in Francia, Haynes ha parlato con THR delle origini di May December, del motivo per cui ha (di nuovo) collaborato con Moore e del perché il film doveva essere presentato in anteprima a Cannes.
So che era nella Black List (lista delle migliori sceneggiature non ancora acquistate, ndr), ma come ha scoperto lo script di May December?
È stata Natalie, con il suo team di produzione. Me l’ha mandata durante il Covid, e in quel periodo di chiusura circolavano molte cose, c’erano molte congetture su quali sarebbero stati i prossimi progetti e su quando ci sarebbero state delle riaperture e tutto il resto. Siamo stati in contatto per altri progetti in passato ma non sono mai andati in porto. Ma questa sceneggiatura di Samy Burch era davvero speciale; era qualcosa che ha catturato la mia attenzione fin da subito e di cui volevo iniziare a parlare con Natalie. Non sapevamo quando avremmo potuto realizzarla, ma è stata scritta in modo talmente avvincente, con una tale moderazione, intelligenza e perspicacia nei confronti del luogo e delle persone… Ti tiene in uno stato di costante attesa e di incertezza morale in un modo che ho trovato veramente entusiasmante. Questa storia è incentrata su due donne, e il secondo personaggio era incredibilmente complesso, intrigante e ambiguo, e il copione prevedeva che fosse una persona di circa sessant’anni. Ho avuto subito un’idea di chi potesse essere (ride, ndr).
Immagino che stia parlando di Julianne Moore.
Sì, non volevo fare il timido… Raramente si trovano sceneggiature che hanno al centro personaggi femminili così avvincenti e due personaggi di età così diverse. Un giorno ho detto a Natalie: “Cosa ne pensi dell’idea di coinvolgere Julie?”. E lei: “Pensi che lo farebbe?”. Io ho detto: “Ho la sensazione che potrebbe esserne catturata, sì” (ride, ndr). E così è stato. Era così entusiasta quando ha letto il copione per la prima volta. Ci sono esempi reali del tipo di relazione nel mirino dei tabloid che si vede nel film.
In vista delle riprese, li ha usati come materiale per le ricerche?
Mi sono ritrovato ad onorare la distinzione che viene fatta nella sceneggiatura di Samy rispetto ad alcuni esempi famosi di queste storie da tabloid, come quella di Mary Kay Letourneau. Cercavo più che altro degli equivalenti cinematografici, perché la natura della sceneggiatura è che si rimane in uno stato di incertezza su cosa pensare di queste persone. L’affidabilità che inizialmente si attribuisce a Elizabeth, il personaggio interpretato da Natalie Portman, inizia a sgretolarsi man mano che il film procede. Ci si ritrova a rivalutare costantemente la situazione. Quindi, ero più curioso di capire come raccontare questa storia e lasciare che tutti questi modi di leggere il film fossero piacevoli e permettessero al pubblico di percepirlo come un film divertente da affrontare.
Quali sono i film a cui si è ispirato?
È difficile non pensare a film come Persona, che parla del rapporto, del “gemellaggio”, tra questi due personaggi femminili centrali, uno dei quali è un’attrice. E poi film bellissimi su relazioni complicate come Domenica, maledetta domenica. E poi non si può fare a meno di incrociare tutti i film fondamentali su donne più anziane e uomini più giovani, da Viale del tramonto a Il laureato, dove quasi ci si dimentica che la relazione è al centro del conflitto della storia. Il laureato ha un suo elegante minimalismo nel modo in cui è girato e nel modo in cui le inquadrature sono tenute, che secondo me è il modo in cui funziona la commedia di quel film, con la sua macchina da presa sostenuta e contenuta. Quando c’è un taglio, significa davvero qualcosa. Quel tipo di semplicità si prestava alla narrazione di quel film.
Avendo queste due donne così potenti sul set, come ha impostato la ricerca del protagonista maschile?
Ho lavorato con Laura Rosenthal, la mia direttrice del casting, con cui collaboro da quando abbiamo fatto insieme Velvet Goldmine nel 1998. Avevamo un compito specifico, un ruolo difficile da ricoprire. Joe è un personaggio coreano-americano, quindi si potrebbe pensare che questo restringa un po’ il campo nel tentativo di scegliere il personaggio, ma abbiamo trovato idee davvero interessanti per Joe. Charles ci ha colto completamente di sorpresa. Era molto più bello di come avevo immaginato Joe in questa sceneggiatura, ma mio Dio, alcune cose che ha fatto durante l’audizione per il ruolo avevano una tale semplicità e una comprensione innata di chi fosse questo ragazzo che mi hanno fatto credere completamente che si trovasse nella situazione in cui si trova nel film. Ci sono punti in questa storia che mettono a disagio e su cui si evita di prendere una posizione fino a quando non è necessario. Charles mi ha aiutato a capire come questa relazione possa essere nata e a comprenderla, dal punto di vista romantico, sessuale e in tutti i suoi aspetti. Charles ha messo su sedici chili per il ruolo perché volevo che assomigliasse un po’ di più a un normale marito trentaseienne di provincia. Era così entusiasta di farlo, ha messo su un po’ di pancia. È meraviglioso.
Com’è stata la fase di produzione?
Abbiamo girato il film in ventitré giorni. Abbiamo avuto circa sei settimane di preparazione. Si tratta di un film fondamentalmente contemporaneo: lo abbiamo ambientato nel 2015 e ci siamo concentrati su Savannah, in Georgia. In origine era ambientato altrove, e per una serie di ragioni abbiamo cambiato location. Ha fornito una sorta di ambientazione strana e molto specifica per il mondo che stavamo raccontando. Abbiamo collocato la casa di Gracie a Tybee Island, che si trova a circa venti minuti dal centro di Savannah, e la pensione dove alloggia Elizabeth si trova nel quartiere storico della città che ha fornito tutti questi elementi al film: il suo clima, la sua tavolozza di colori, la sua lingua strana, paludosa e umida. Inoltre, Savannah è diventata sempre più una città festaiola e non più una città-museo storica, incontaminata. Certo, è ancora bella come lo è sempre stata, ma è invasa tutto l’anno da orde di turisti che bevono per strada. Abbiamo utilizzato queste interessanti contraddizioni del luogo stesso, che credo diano un contributo interessante al film.
Con una pre-produzione limitata e un film molto incentrato sulle relazioni, come ha lavorato con i suoi attori per creare una chimica sullo schermo?
In un film come questo, è stato particolarmente critico. Era molto importante che Natalie e Julie passassero del tempo insieme perché il personaggio di Julie doveva stabilire una sorta di fisicità che il personaggio di Natalie deve iniziare a imitare nel corso del film. Questo ha comportato un enorme onere aggiuntivo per Julianne, che ha dovuto costruire molto rapidamente il personaggio di Gracie. Abbiamo fatto del nostro meglio per trascorrere del tempo in compagnia di Julianne e Charles e dei due ragazzi che interpretano i figli. Tutto quel tempo passato insieme a chiacchierare ci ha aiutato. Non abbiamo avuto molto tempo per lavorare nella stessa stanza sulle scene o per esaminare la sceneggiatura come avremmo voluto.
Perchè Cannes era il posto giusto per la prima del film?
Sentite, io adoro la Mostra del Cinema di Venezia, ho avuto grandi anteprime lì, ho una grande storia con Venezia, ma Cannes è Cannes. E poi sarò in Francia con la mia retrospettiva, che è una retrospettiva completa della mia carriera, verrà mostrato tutto quello che ho fatto. E ci sarà la possibilità di proiettare May December. Cosa che potrei fare solo se lo portassi a Cannes.
Intervista tagliata per questioni di lunghezza e di chiarezza.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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