Venezia 80: da Matteo Garrone a Sofia Coppola, chi è in dirittura d’arrivo alla Mostra del cinema

Sussurri e grida intorno ai titoli che potrebbero approdare al Lido: tra gli italiani, dati per sicuri Garrone, Guadagnino e Costanzo. Occhi puntati anche su Poor Things di Yorgos Lanthimos, Priscilla di Sofia Coppola ed il biopic su Leonard Bernstein firmato Bradley Cooper. Il nuovo Woody Allen potrebbe festeggiare qui la sua première

Cominciano i rumors sull’80esima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e in attesa della conferenza stampa di fine luglio che ufficializzerà il programma si può serenamente prevedere uno schieramento di star e di registi straordinario, per fama e qualità.

Partiamo, però, dalla notizia più attesa a queste latitudini: al momento sarebbero tre i film italiani presenti in concorso: Matteo Garrone con Io capitano, Luca Guadagnino con Challengers e Saverio Costanzo con Finalmente l’alba.

Matteo torna a casa, Luca c’è già

Matteo Garrone è “l’uomo di Cannes” che torna finalmente a casa, a Venezia. Al festival francese il regista romano ha presentato, quasi sempre ottenendo il palmares, cinque film (L’imbalsamatore nel 2002; Gomorra nel 2008; Reality nel 2012; Il racconto dei racconti nel 2014; Dogman nel 2018). A Venezia invece andò per la prima volta nel 1998 con il secondo film, Ospiti, vincendo il premio Kodak, per tornarci solo nel 2000, con Estate Romana nella sezione Cinema del presente.

Io Capitano affronta il tema delle migrazioni nel Mediterraneo raccontando il viaggio della speranza di due giovani, Seydou e Moussa, che lasciano la loro città, Dakar, per raggiungere l’Europa. Nessuna star internazionale nel progetto.

Una scena dal trailer di Io Capitano

Una scena dal trailer di Io Capitano

Luca Guadagnino è invece l’uomo di Venezia per eccellenza. Qui ha esordito nel 1999 con The Protagonists, per tornarvi nel 2004 con il docufilm Cuoco contadino. Sempre Venezia è stata il trampolino di lancio di Io sono l’amore (candidato ai Golden Globe e ai BAFTA come miglior film straniero e all’Oscar ai migliori costumi), di A Bigger Splash nel 2015, di Suspiria nel 2019 e ancora di Bones and All (Leone d’Argento nel 2022). Nel 2010 il regista è stato membro della giuria di Venezia, allora presieduta da Quentin Tarantino. Challengers è una storia di amore e sport, con un triangolo amoroso tra una tennista diventata allenatrice, il marito campionissimo in declino e l’ex fidanzato di lei, a sua volta tennista. Il cast è internazionale con Zendaya, Josh O’Connor, Mike Faist e Jake Jensen.

Gli anni 50 a Cinecittà

Saverio Costanzo, regista della prima e seconda stagione de L’amica geniale, è un altro “figlio” di Venezia, dove ha portato in concorso il suo terzo film La solitudine dei numeri primi (2010), Hungry Hearts (2014) e la stessa Amica geniale come evento speciale della Mostra (2018).

Finalmente l’alba è ambientata negli anni Cinquanta a Cinecittà. La storia si svolge pochi giorni dopo un famoso caso di cronaca dell’epoca – la morte della giovane Wilma Montesi sulla spiaggia di Torvaianica –  e racconta di un’ingenua teenager, Mimosa, che fa la comparsa in un peplum hollywoodiano e passa una notte con le star che ha conosciuto sul set. Nel cast l’esordiente Rebecca Antonaci, Lily James, Willem Dafoe e Joe Keery, che interpretano rispettivamente una diva nevrotica, un gallerista americano e un attore emergente.

Disobbedire agli ordini

Buone speranze le avrebbe anche Edoardo de Angelis con Comandante, storia vera di un ufficiale della Regia Marina italiana, che in piena seconda guerra mondiale disobbedì agli ordini tedeschi salvando i nemici appena affondati col suo sommergibile. Molto meno probabile l’ingresso in concorso di Giorgio Diritti e Stefano Sollima, i cui film non avrebbero entusiasmato i selezionatori, mentre l’esordio di Umberto Contarello dovrebbe trovare spazio in una delle sezioni collaterali, come anche Piero Messina con Another End, così come Daniele Vicari e Costanza Quatriglio, con due documentari.

Sembrerebbero già stati invitati Yorgos Lanthimos (Poor Things, nuova collaborazione con Emma Stone); Sofia Coppola (con Priscilla che guarda al mito di Elvis non dal lato di Baz Luhrmann e dell’entourage della star ma da quella della moglie e che dovrebbe essere il film d’apertura) e il padre Francis Ford (il suo Megalopolis rischia di battere un record: il più alto budget raccolto da un’autoproduzione); Bradley Cooper (con Maestro, ancora un’incursione nel mondo della musica, questa volta raccontando il geniale Leonard Bernstein, direttore d’orchestra e compositore, anche lui visto da un occhio femminile, la moglie Felicia interpretata da Carey Mulligan); Roman Polanski (The Palace, nel cui cast ci sono Fanny Ardant, Mickey Rourke, l’ex Monty Python John Cleese e Luca Barnareschi per un ultimo capodanno nero e tragicomico in un albergo svizzero), il nuovo Woody Allen (Coup the chance, girato a Parigi, forse avrà a Venezia la sua première); Richard Linklater (Hitman) e Kenneth Branagh (A Haunting in Venice); Ethan Coen (Drive-Away Dolls); Ridley Scott con il progetto Napoleon (che da Kubrick in giù ha visto demolire molti sogni di grandi autori e un habitué delle ultime Venezia), e Pablo Larrain con El Conde, sul dittatore cileno Augusto Pinochet.

Nutrita la truppa francese – con una generosità maggiore rispetto a Cannes con gli italiani – dal momento che appaiono sicure le presenze della coppia Nakache-Toledano, Lady Lj, Bruno Dumont, Luc Besson, Lea Domenach e Bertrand Bonello, mentre per la serie a volte ritornano ecco Alexander Payne (The Holdovers) e quel folle geniale di Quentin Dupieux con Daaaaaali! che sarà sicuramente più incredibile e surreale dell’oggetto del film stesso.