“Ci auguriamo che le parti raggiungano velocemente un accordo, nell’interesse dell’intera industria dell’audiovisivo”. Una dichiarazione brevissima, quella della Mostra del cinema di Venezia, che all’indomani della dichiarazione dello sciopero degli attori di Hollywood racconta tutto lo stato di indeterminatezza del momento.
Piombato nel pieno della stagione estiva, un attimo dopo la fine della promozione dei titoli più attesi della stagione – Indiana Jones e il quadrante del destino, Mission: Impossible Dead Reckoning, Barbie e, in parte, Oppenheimer – lo sciopero potrebbe avere ripercussioni sui tappeti rossi dei maggiori festival estivi, i primi a subirne le conseguenze.
“In un momento in cui l’industria cinematografica affronta sfide e cambiamenti epocali, è fondamentale che tutte le categorie professionali dell’industria siano adeguatamente rappresentate e sostenute – è il comunicato diramato in giornata dal direttore del festival di Locarno, Giona Antonio Nazzaro, in programma nella città svizzera il 2 agosto – Auspichiamo il raggiungimento di un accordo soddisfacente che tenga conto delle legittime preoccupazioni di tutte le parti coinvolte, permettendo di promuovere un ambiente di lavoro sicuro e sostenibile nel rispetto pieno del lavoro, della creatività e dei benefici da esso derivanti (…). Confidiamo in un confronto costruttivo e nella ricerca di tutte soluzioni sostenibili in grado di permettere di superare le attuali sfide e garantire un futuro migliore a tutte le categorie professionali impegnate nella creazione audiovisiva”.
Ma se Locarno piange, Venezia non ride: mentre i festival estivi si preparano all’evenienza di un tappeto rosso senza star, anche i quelli autunnali, in primo luogo il Toronto International Film Festival (7-17 settembre) e la Mostra del Cinema di Venezia (30 agosto – 9 settembre), cominciano a riflettere su possibili piani B e le implicazioni di un passaggio storico. Tra le calli del Lido la speranza è una sola: che un mese e mezzo sia un tempo sufficiente perché le parti trovino un accordo. Da celebrare, possibilmente, sotto ai riflettori.
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