Verso i Golden Globes / 14 – Miglior serie drammatica: Succession

Un successo enorme con 3 milioni di spettatori in USA per la sua puntata conclusiva lo scorso maggio. E ben nove candidature, di cui otto tutte riservate ai suoi interpreti, spalmati su tre categorie. Lo speciale di THR Roma

Sono nove le candidature ai Golden Globes per Succession (qui la recensione): miglior serie drammatica, miglior attore in una serie drammatica per Brian Cox, Jeremy Strong e Kieran Culkin, miglior attrice in una serie drammatica per Sarah Snook, migliore attore non protagonista per Matthew Macfadyen, Alan Ruck e Alexander Skarsgård e miglior attrice non protagonista per J. Smith-Cameron. Ideato da Jesse Armstrong, lo show si è concluso con la sua quarta stagione, dopo aver debuttato nel 2018 con i primi dieci episodi. A produrre Will Ferrell e Adam McKay.

Nella categoria per la miglior serie drammatica, Succession dovrà vedersela con 1923, The Crown, The Diplomat, The Last of Us e The Morning Show.

Quest’anno, dopo lo scioglimento della Hollywood Foreign Press Association avvenuto nel 2023, il premio verrà organizzato dalla nuova Golden Globe Foundation. Non sarà dunque più l’Hfpa a supervisionare la cerimonia ora presieduta dai produttori Dick Clark Productions, che appartengono a Penske Media Eldridge (la joint venture tra Penske Media Corporation e Eldridge che possiede anche The Hollywood Reporter). Il prossimo 7 gennaio sulla Cbs andrà in onda lo show che, come da tradizione, anticipa la notte degli Oscar.

Succession, la trama

Una scena della stagione finale di Succession

Una scena della stagione finale di Succession

Succession segue la storia della famiglia Roy, guidata dal magnate della tv e del giornalismo Logan, interpretato da Brian Cox. Un nido pieno di serpi in seno, in cui ognuno cerca solamente di conquistare la fortuna costruita dal capostipite, un uomo rude, egoista e anaffettivo. In questa continua sfida, dove ogni colpo è letale, a contendersi il trono sono soprattutto i tre figli di Logan Roy: Kendall, Shiv e Roman.

Finale di stagione

Fin dagli albori della serie, Succession è sempre stata considerata una versione romanzata degli eventi e delle dinamiche della famiglia Murdoch, raccontati e messi in scena con una vena shakespeariana. Una trovata geniale, che per il suo finale, dopo ben quattro stagioni, ha chiuso con 3 milioni di spettatori in USA.

Un’esperienza che ha cambiato la carriera di molti degli attori, come ha confessato il veterano Brian Cox, nello show nei panni di Logan Roy. Gli stessi interpreti che alzano il numero di nomination della serie ai Golden Globes, con ben otto candidature spalmate su tre categorie. Un saluto straziante, il finale di Succession, di cui aveva già parlato il creatore Armstrong, il quale aveva delineato il destino dei tre eredi.

E di cui, più di tutto, resta “l’urlo silenzioso” di Kendall Roy, come lo ha definito il suo interprete Jeremy Strong, un Amleto sfigato a cui l’attore di Armageddon Time – Il tempo dell’apocalisse ha prestato il volto per l’intera serie.