Verso i Golden Globes / 21 – Miglior serie tv drammatica: The Morning Show con Jennifer Aniston e Reese Witherspoon

La serie ha ottenuto due candidature e si contende il riconoscimento principale con Succession, The Diplomat, The Last of Us, 1923 e The Crown. La premiazione il 7 gennaio. All'interno dell'articolo la recensione, le interviste e i nostri approfondimenti. Lo speciale di THR Roma

The Morning Show, la serie Apple Tv+ con Jennifer Aniston e Reese Witherspoon, (qui la nostra recensione della terza stagione) ha ricevuto due nomination ai Golden Globes: per miglior serie tv drammatica e per miglior attore non protagonista con Billy Crudup. Per miglior serie tv drammatica la serie è in corsa per il riconoscimento insieme a Succession, The Diplomat, The Last of Us, 1923 e The CrownThe Morning Show, di cui Aniston e Witherspoon sono anche produttrici, ha già una lunga storia di nomination, avendone ottenute ben 9 in totale, comprese quelle nelle edizioni del 2020 e del 2022.

Quest’anno, dopo lo scioglimento della Hollywood Foreign Press Association avvenuto nel 2023, il premio verrà organizzato dalla nuova Golden Globe Foundation. Non sarà dunque più l’Hfpa a supervisionare la cerimonia ora presieduta dai produttori Dick Clark Productions, che appartengono a Penske Media Eldridge (la joint venture tra Penske Media Corporation e Eldridge che possiede anche The Hollywood Reporter). Il prossimo 7 gennaio sulla Cbs andrà in onda lo show che, come da tradizione, anticipa la notte degli Oscar.

La storia, di fantasia, di The Morning Show racconta la redazione di uno dei notiziari più seguiti degli Stati Uniti, che ha ottime valutazioni e sembra persino aver trasformato il panorama della tv. A fare da anchor woman c’è Alex Levy (Jennifer Aniston) che da quindici anni co-conduce insieme al collega Mitch Kessler. Quest’ultimo però viene licenziato, dopo essere stato accusato di molestie sessuali contro alcune donne della produzione.

Levy quindi rimane da sola alla conduzione del programma, cercando di difenderne la reputazione dopo lo scandalo. Inizia così a condividere la scrivania del notiziario con un’altra co-conduttrice, mandata dal network UBA. Bradley Jackson (Reese Witherspoon), che otterrà inaspettata attenzione, alimentando non poche rivalità con la stessa Levy.

Jackson proviene da una rete televisiva locale, è molto idealista e attenta all’etica professionale. Era stata anche un’ospite a The Morning Show qualche tempo prima, a causa di un incidente sul lavoro: un video la ritraeva senza il suo consenso ed era diventato virale.

Tra ostilità e alleanze, la serie esplora le dinamiche tossiche dell’industria televisiva, analizzando i temi del #MeToo e della sopraffazione, senza edulcorare niente. La serie è arrivata alla sua terza stagione ed è già stata confermata per una quarta.

L’entrata in scena di Jon Hamm

I personaggi di The Morning Show sono famosi per le loro scelte controverse. Del resto anche il team creativo della serie di Apple TV+ aveva annunciato che dalla terza stagione si aspettavano reazioni calorose da parte del pubblico. Di sicuro una new entry ha fatto più scalpore di altro: Jon Hamm, nei panni di Paul Marks, miliardario della comunicazione alla Elon Musk.

Dall’iconico Don Draper di Mad Man Hamm ha fatto irruzione nella serie tv per sconvolgerla completamente, soprattutto nel sesto episodio della terza stagione. Come rivelato a THR dai produttori della serie, la lista dei provini per il personaggio di Paul Marks in realtà comprendeva un solo candidato. Hamm è stato suggerito da Aniston, dato che i due amici desideravano da tempo lavorare insieme.

Billy Crudup, la vera star

Ma la serie tv è davvero incentrata sul volubile presidente della rete Cory Ellison, interpretato da un bravissimo Billy Crudup. Attraverso di lui, The Morning Show offre una visione del talento della rete televisiva e della sua leadership. Un uomo d’affari tanto artista quanto manager e conduttore di notizie. Come un Tony Manero che si pavoneggia per Brooklyn, finge un’autostima incrollabile per nascondere la paura di non essere all’altezza.

Cory appare come un uomo capace di rivitalizzare le industrie dell’informazione e dello spettacolo, un capo con la possibilità di fare meglio dei suoi predecessori. Il futuro dei media dipende dalla sua capacità di cogliere le nuove sfide.