“Non abbiamo avuto esitazioni a renderci disponibili, propositivi e attivi nel realizzare la mostra e il volume. Crediamo nella forza della sua figura. Quella di un’interprete che sapeva indossare la bellezza in modo personale, con naturalezza incredibile, e che ci ha insegnato come si possa conciliare un lavoro come quello dell’attrice mantenendo saldi i propri valori familiari”.
L’attrice in questione è Virna Lisi e a parlare, nel corso di una conferenza stampa al Torino Film Festival dedicata al premio che porta il suo nome e che ha premiato Greta Scarano e Romana Maggiora Vergano, è Stefano Iachetti, direttore del Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale che, insieme alla fondazione cassa di risparmio di Jesi e la fondazione Virna Lisi hanno presentato la mostra Diva e antidiva.
Una completa esposizione dedicata all’attrice nella sua città d’origine, ideata da Mauro Tarantino e curata da Bruno Di Marino, storico dei media e docente presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. L’esposizione è realizzata anche grazie all’importante contributo di materiali audiovisivi e fotografici provenienti dagli archivi del CSC, nonché di ulteriori immagini e materiale documentario fornito dalla fondazione Virna Lisi.
La mostra, inoltre, si avvale della collaborazione di Rai Teche e del patrocinio del ministero della cultura, di Rai Marche, della regione Marche e del comune di Jesi. L’esposizione vuole rendere omaggio alla grande attrice italiana cresciuta proprio a Jesi prima di trasferirsi a Roma e intraprendere, giovanissima, la sua attività nel mondo del cinema, del teatro e della televisione. Allestita negli spazi al piano terra di palazzo Bisaccioni, l’esposizione ricostruisce la carriera di questa grande interprete, restituendo al pubblico anche la sua dimensione privata e familiare.
Il sottotitolo “diva e antidiva” allude proprio alle due facce del pianeta Virna Lisi: da un lato l’attrice di cinema e televisione – con una importante parentesi teatrale diretta da Strehler, Squarzina e Michelangelo Antonioni – che ha incarnato un modello eterno di bellezza e di eleganza; dall’altro la donna schiva e riservata, pronta a rinunciare allo star system ma non agli affetti della famiglia. Due aspetti apparentemente inconciliabili che, tuttavia, hanno fortemente caratterizzano la personalità della Lisi e attraversato le varie fasi della sua esistenza.
Virna Lisi. Diva e antidiva – titolo anche del volume curato da Bruno Di Marino ed edito da Danilo Montanari Editore – si articola in ordine cronologico e tematico: dagli esordi negli anni Cinquanta alla parentesi internazionale negli Stati Uniti e in Francia), dalla pubblicità – il famoso dentifricio Chlorodont che la rese nota al grande pubblico: “con quella bocca può dire qualsiasi cosa” -, passando per fertile stagione degli anni Sessanta fino al periodo della sua maturità artistica.
Il percorso espositivo – scandito da pannelli esplicativi che illustrano i momenti salienti della sua vita e della sua attività professionale – è composto da ritratti fotografici – di autori come Douglas Kirkland e Angelo Frontoni – ritratti pittorici, fotografie di scena e di set, manifesti e fotogrammi di film, nonché oggetti di vario tipo appartenuti all’attrice e foto di famiglia, materiali questi ultimi che provengono dall’archivio della famiglia Pesci. Alcuni spezzoni dei suoi film e dei lavori televisivi più importanti sono proposti in loop su schermi nelle varie sale, costituendo così una sorta di flusso visivo, che culmina in un’installazione audiovisiva immersiva realizzata dal videoartista e regista teatrale Fabio Massimo Iaquone dal titolo Geometrie dell’incanto.
THR Newsletter
Iscriviti per ricevere via email tutti gli aggiornamenti e le notizie di THR Roma