Ladri di biciclette, 75 anni dopo. Il drammatico nel quotidiano, la meraviglia nella cronaca. Una città. Un furto. Una bicicletta. La dignità del lavoro e l’emarginazione della povertà. Temi resi immortali dalla pellicola del 1948 di Vittorio De Sica, che tornano oggi a turbare l’inconscio italiano con un nuovo film, dal titolo provvisorio Anywhere, Anytime, girato in queste settimane e fino al 4 agosto a Torino dall’esordiente iraniano Milad Tangshir, 40 anni.
A produrre il film una squadra tutta italiana, Young Films e Vivo film con Rai Cinema, per una storia – scritta dallo stesso Tangshir insieme a Daniele Gaglianone e Andrea Giaime Alonge – che con il capolavoro di De Sica ha più di un punto in contatto (e non è un caso). Il protagonista è Issa, un immigrato irregolare di 18 anni, che dopo aver perso il lavoro al mercato riesce a procacciarsi, con l’aiuto di un amico, un impiego come rider. Un posto che potrebbe garantirgli un minimo di serenità, non fosse che al primo giorno di lavoro qualcuno gli ruba la bicicletta – strumento indispensabile per le consegne. Comincia così “una lunghissima domenica di ricerche in una Torino lontana dal bel centro barocco, tra Porta Palazzo, i mercati e il quartiere periferico di Barriera – racconta la produttrice di Young Films Carla Altieri – costellata da una serie di drammatici eventi”. Che sembrano prendere il Ladri di Biciclette originale proprio come punto di partenza.
Nel cast di Anywhere, Anytime – girato in lingua italiana e wolof – solo attori non professionisti, tra cui il protagonista Ibrahima Sambou, aiuto cuoco senegalese in un celebre ristorante di Torino: uno street casting “nel segno del cinema del reale” durato quattro anni, durante i quali Tangshir ha frequentato il mondo dei rider torinesi raccogliendo informazioni e spunti per il film. “Milad è cresciuto a Teheran guardando i film del neorealismo italiano – spiega Altieri – È anche lui un immigrato, ma la sua è un’altra tipologia di migrazione. Per noi si tratta di una scommessa grande e alta: una storia così deve essere raccontata bene. Ci piace investire su un esordiente che ha avuto il coraggio di gettarsi nell’impresa”. A Torino da 15 anni, prima di esordire nel lungometraggio Tangshir ha girato nel 2019 un’opera in VR nel carcere di Torino, VR Free, presentata alla Mostra di Venezia e al Sundance Film festival, oltre a numerosi cortometraggi fra cui Displaced, sulla condizione dei rifugiati lungo la rotta balcanica.
Nuovo Cinema Piemonte
Accanto a Tangshir il direttore della fotografia Giuseppe Maio (Una femmina, Anima bella) e una troupe quasi completamente torinese. Per Altieri “il contributo della Film commission Torino Piemonte è stato fondamentale. Abbiamo partecipato al bando per accedere ai finanziamenti e potuto contare su tecnici e maestranze di altissimo livello. Si conferma un’eccellenza: per professionalità ormai tiene testa a Roma”. Sul territorio – che ha ospitato anche il set di Amanda di Carolina Cavalli, presentato alla scorsa mostra del Cinema di Venezia, e de La bella estate di Laura Luchetti, in anteprima al prossimo festival di Locarno – sono in corso in questi giorni le riprese della seconda stagione della serie Netflix La legge di Lidia Poët, con Matilda de Angelis. Un fermento fotografato dai registi Giorgio Ferrero e Donato Sansone in un cortometraggio promozionale di 4 minuti, Wanna Get A Coffe?, presentato pochi giorni fa dalla presidente della film commission Beatrice Borgia e pubblicato da THR Roma.
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