È così che ci piace il cinema italiano: ricco, diversificato. Che sia un film sul finire degli anni quaranta in bianco e nero o un documentario su una grande maschera della nostra cultura teatrale, cinematografica e televisiva. Titoli da festival, titoli da sala, titoli che sono andati anche oltreoceano. Che hanno sbancato al botteghino o che ci dicono dove stiamo andando, partendo dal 2023 per arrivare lontano. Una panoramica sui 10 migliori film italiani del 2023 secondo The Hollywood Reporter Roma (rigorosamente in ordine alfabetico).
I 10 migliori film italiani del 2023
C’è ancora domani di Paola Cortellesi
Seppure l’ordine alfabetico dei 10 migliori film italiani dell’anno ci costringe a metterlo per primo, vorremmo chiarire che C’è ancora domani di Paola Cortellesi sarebbe stato a prescindere in cima a questa classifica, perché è il posto che si merita. E non ci importa di risultare banali. C’è ancora domani ha superato al box office italiano Barbie, dimostrando che il 2023 cinematografico è donna e, ci auguriamo, potrà esserlo anche il futuro. Lo è stato per una generazione femminile che, per la prima volta nel 1946, ha potuto votare, ha potuto cambiare il volto dell’Italia per le proprie sorelle e figlie. La speranza è che possa farlo anche il cinema, mostrando che le registe e sceneggiatrici donne ci sono, esistono, e vogliono raccontare le loro (e le nostre) storie.
Il sol dell’avvenire di Nanni Moretti
Dio è morto e anche Nanni Moretti non si sente troppo bene. Eppure con Il sol dell’avvenire sta in formissima. Un cineasta che a settant’anni compiuti e al quattordicesimo film sigla il suo testamento tra rimandi a titoli della sua stessa cinematografia e le influenze artistiche e filosofiche che lo hanno da sempre accompagnato – niente Nutella però, forse per tenere a bada il colesterolo. Un film politico, ma anche un film d’amore. Un film su un regista in preda a una crisi esistenziale, come sempre lo è stato il magnifico Nanni.
Io capitano di Matteo Garrone
Il film che stanno ammirando per il mondo (e che oltre alla nostra lista dei migliori 10 film italiani 2023 è anche proiettato verso una possibile candidatura agli Oscar 2024). Una fotografia semplice, ma mai scontata di cos’è l’immigrazione e perché, ancora oggi, ci tocca da vicino. Io capitano è la storia di Seydou, che lascia con l’amico Moussa il Senegal per andare a cercare fortuna altrove. Ad aspettarli le distese del deserto, i campi di detenzione in Libia e l’acqua azzurra del Mediterraneo. Un viaggio della speranza che più volte viene messa alla prova. Un discorso mai pietoso o pietistico di una realtà che in tantissimi vivono ogni giorno e con cui Matteo Garrone ci dice che non possiamo più far finta di non vedere.
La chimera di Alice Rohrwacher
Alice Rohrwacher va al massimo. Va a gonfie vele. E nel suo cinema candido e bucolico ci mette anche un po’ di Vasco. Ma ne La chimera è Josh O’Connor che si ruba tutto. La scena, il cuore degli spettatori, l’attenzione del pubblico internazionale. Con la sua banda di tombaroli cerca l’arte lontana per ritrovare un amore perduto. Forse ne scoverà uno nuovo. Forse non troverà niente. Noi, in Alice Rohrwacher, troviamo invece sempre tantissimo cinema.
Laggiù qualcuno mi ama di Mario Martone
I fogliettini su cui Massimo Troisi scriveva i suoi pensieri, che riversava poi nei suoi spettacoli o nei film. Gli scorci di Napoli, con cui è cresciuto e che ha usato come sfondo per le sue storie. Gli incontri fugaci, quelli duraturi, le insicurezze di un uomo che svanivano quando era in scena, su un palco davanti a tanta gente o dietro la macchina da presa. Mario Martone disseziona il comico e attore in Laggiù qualcuno mi ama, ma lo fa con una tenerezza mai affilata, con un candore che apparteneva all’uomo di spettacolo. E ce lo restituisce ancora per un po’, il tempo di un documentario. Un bellissimo ricordo, per dirci che anche a noi, da lassù, Massimo Troisi ci ama.
L’ultima notte di Amore di Andrea Di Stefano
In Italia i noir/polizieschi li sappiamo ancora fare. Possono essere duri e violenti come Adagio di Stefano Sollima o eleganti e di vecchio stampo, come L’ultima notte di Amore. Franco, interpretato da Piefrancesco Favino, è un uomo incorruttibile che, l’ultimo giorno di servizio della sua vita, si fa corrompere. La storia del film, invece, rimane fedelissima a se stessa. Cupa, misurata, dedita al genere. Con un finale emozionante, anche quando non resta più via di scampo.
Mixed by Erry di Sydney Sibilia
Sydney Sibilia lo ha fatto di nuovo. Dopo la trilogia di Smetto quando voglio e l’anarchico L’incredibile storia dell’isola delle rose, ha raccontato ancora una volta l’esempio di “eroi” quotidiani, resi straordinari per le loro piccole, ma rivoluzionarie intuizioni, sempre prendendo spunto dalla realtà. Mixed by Erry è la storia del mitico DJ napoletano che voleva solamente mettere la musica e che, alla fine, l’ha diffusa per tutta Italia. Un ragazzetto che insieme ai suoi fratelli ha messo su un business dal successo (e ritorno economico) esorbitante, di cui ha dovuto pagare le conseguenze. Ma quanto divertimento in quegli anni. E quanta bella musica.
Palazzina Laf di Michele Riondino
Michele Riondino debutta alla regia e lo fa anche da protagonista e sceneggiatore – al fianco di Maurizio Braucci. Palazzina Laf trae dal libro Fumo sulla città di Alessandro Leogrande e racconta uno dei casi più gravi e dolorosi di mobbing della storia italiana. Siamo a Taranto, nel 1997, in una acciaieria caduta in disgrazia. Un inferno di cui l’operaio Caterino Lamanna farà il suo parco di divertimenti perversi, lui designato a fare da spia per i piani alti così da denunciare e mandare via i suoi colleghi. Ma quando si crede di essere i più furbi, è lì che si precipita nel baratro. Senza nessun “padrone” pronto a proteggerti.
Rapito di Marco Bellocchio
La storia di Edgardo Mortara raccontata attraverso l’occhio di Marco Bellocchio. Un bambino ebreo strappato dalla sua famiglia, convertito alla religione cattolica e portato fino alla Santa Sede. Una parabola, Rapito, che prende dal reale, viene affinata dalla scrittura e dal pensiero critico dell’autore (alla sceneggiatura anche Susanna Nicchiarelli, Edoardo Albinati e Daniela Ceselli) e che è stata sottratta addirittura a Steven Spielberg, che tanto avrebbe voluto dirigerla. Una fede che toglie, ma dona sempre tantissimo messa in mano a Bellocchio.
Romantiche di Pilar Fogliati
Un esordio sorprendente per Pilar Fogliati, che dopo averci dimostrato di essere la nostra eroina romantica italiana decide di metterlo anche per iscritto (insieme a Giovanni Veronesi) e di dirigere il suo primo lungometraggio. Quale titolo, e quale rappresentazione migliore del suo estro, se non Romantiche: quattro donne, quattro personagge, per quattro storie tutte interpretate da Fogliati che applica il proprio spirito comico e trasformista, facendo della caratterizzazione il suo punto forte. C’è l’artista del Pigneto, l’aristocratica dal nome fantasioso, la giovane di periferia con le mollettine nei capelli e la sassy girl di Roma Nord che insegna alle sue amiche come gestire un uomo. O, semplicemente, Pilar Fogliati, con il suo brillante talento.
Menzioni speciali dei migliori film italiani del 2023: Adagio di Stefano Sollima, Io, noi e Gaber di Riccardo Milani, Misericordia di Emma Dante e Patagonia di Simone Bozzelli
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