Davide Minnella, dopo La cena perfetta, è tornato dietro la macchina da presa per dirigere una nuova commedia romantica: Cattiva coscienza. Ma questa volta, grazie alla sceneggiatura di Stefano Sardo, Giordana Mari e Teresa Gelli, si aggiunge anche una componente fantastica. Presentato in anteprima al Taormina Film Fest, il film – nelle nostre sale il 19 luglio – vede nel cast Matilde Gioli, Francesco Scianna, Beatrice Grannò, Giovanni Esposito, Caterina Guzzanti, Gianfranco Gallo, Francesco Motta e con la partecipazione straordinaria di Alessandro Benvenuti e Drusilla Foer.
“Mi sono molto concentrato sul copione e mi sono lasciato andare. Ho cercato di lavorare tantissimo sul tono del film cercando di essere credibile il più possibile”, racconta il regista a THR Roma. “Quella credo fosse una sfida molto complicata. La sceneggiatura è accattivante ma il dubbio che avevo era nel mettere in scena questa commistione di generi: da una parte il fantastico e dall’altra la commedia romantica”.
Cattiva coscienza: la trama
La coscienza di un uomo è il suo bene più prezioso. Quello che gli uomini non sanno, però, è che le loro coscienze abitano un mondo parallelo al nostro. E se le cose da noi non vanno granché bene, non è che di là, nel mondo altro, si stia meglio. Le coscienze sono scoraggiate, demotivate, inascoltate. Tutte, tranne una. Otto è la migliore coscienza d’Italia perché Filippo (Filippo Scicchitano, ndr), il suo ‘protetto’, lo segue ciecamente, garantendogli punteggi clamorosi.
Almeno finché, alla vigilia del suo matrimonio, Filippo si scopre represso, e decide di disobbedire alla sua coscienza, perché si è innamorato di un’altra, una ragazza di nome Valentina (Matilde Gioli, ndr), che gli ha fatto perdere la testa. Otto (Francesco Scianna, ndr) non ha altra scelta che scendere sulla Terra per farlo tornare in sé e non perdere la meritata promozione. Peccato che, da vicino, il confine tra Bene e Male sia molto più difficile da vedere: fare gli esseri umani è un lavoro complicatissimo, soprattutto se c’è di mezzo l’amore.
Filippo Scicchitano e l’importanza dell’errore
“Viviamo in un’epoca in cui dobbiamo essere sempre impeccabili, dire sempre la cosa giusta e non sbagliare mai” riflette Scicchitano. “Nel film fortunatamente il personaggio sbaglia e forse è anche la sua fortuna perché ha modo di rivoluzionare quella vita che lo rendeva una persona infelice”.
“La vocina nella mia testa mi dice che a volte è giusto sbagliare perché dagli errori si può fare un percorso importante, ci si può mettere in discussione” gli fa eco il regista.
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