“Denti da squalo nasce da un’idea che parte dal lontano 2014. Però la sceneggiatura è rimasta in un cassetto, come spesso accade, per diversi anni. Gabriele Mainetti, insieme ai due sceneggiatori (Valerio Cilio, Gianluca Leoncini, ndr), mi hanno selezionato” racconta il regista Davide Gentile in una clip esclusiva del backstage del film in sala con Lucky Red dall’8 giugno con protagonisti Edoardo Pesce, Virginia Raffaele e Claudio Santamaria.
Al centro del racconto la storia di Walter (Tiziano Menichelli) e della più incredibile estate della sua vita. Il tredicenne ha appena perso suo padre. Nel suo vagare apparentemente senza meta per il litorale romano, un luogo affascinante e misterioso cattura la sua attenzione: una villa abbandonata con una gigantesca, torbida, piscina. Ma la villa non è incustodita e inizierà per lui un viaggio indimenticabile.
Denti da squalo: una storia di formazione al contrario
“Fin dalla prima lettura della sceneggiatura ho pensato che Denti da squalo fosse una storia di formazione al contrario”, spiega Gentile nelle note di regia. “Esistono molti film che raccontano vicende di ragazzini che, maturando, diventano uomini indipendenti, pronti a staccarsi dalla famiglia. L’aspetto che mi ha più colpito, e che per me rendeva originale, interessante e unico il copione del film, è la nobilitazione dell’infanzia. In questo film c’è sì un ragazzino che vuole crescere in fretta ma capisce anche che fare pace con il proprio passato, riavvicinandosi alla madre e risolvendo il conflitto con la figura paterna, è ciò che deve perseguire e accettare prima di diventare grande per davvero”.
Gabriele Mainetti in veste di produttore
“Ho parlato con diversi registi però poi ho parlato con Davide di questo progetto e lui se n’era innamorato” racconta Gabriele Mainetti, nella doppia veste di produttore con la sua Goon Films e compositore della colonna sonora – disponibile in digitale – realizzata insieme a Michele Braga. “E anche affidare questo progetto a un regista di Milano è stata secondo me un’idea vincente. Quando mi ha detto: ‘Per me è una sorta di favola’. Ho pensato. ?Ah bello, non ci immergiamo inutilmente in questo dolore in modo borghese in cui tutto è brutto e non c’è via d’uscita e guardiamo questi ragazzi che lasciano tanto posto alla speranza. E questa secondo me è una vittoria’.
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