Tra Luigi Tenco e Cinecittà: Alba Rohrwacher, Joe Keery e Rebecca Antonaci raccontano Finalmente l’alba

Il mondo musicale del cantautore genovese, i desideri e l'insicurezza, lo stupore e la fascinazione della città del cinema degli anni Cinquanta: i tre interpreti raccontano a THR Roma l'esperienza sul set del film di Saverio Costanzo

“Questa è una domanda difficile” dice, sorridendo, a THR Roma Rebecca Antonaci quando le chiediamo da musicista e cantautrice – oltre che attrice – qual è la melodia che associa alla sua Mimosa, protagonista di Finalmente l’alba di Saverio Costanzo. “In realtà, quando ho preparato questo film ho ascoltato molta musica in quel periodo. E forse il cantante che mi ha più colpito è stato Luigi Tenco. Non mi ricordo mai i titoli delle canzoni. Però se dovessi pensare ad un mondo forse sarebbe quello di Luigi Tenco”.

Finalmente l’alba e lo stupore di Mimosa

Finalmente l’alba è il viaggio lungo una notte della giovane Mimosa che, nella Cinecittà degli anni Cinquanta, diventa la protagonista di ore per lei memorabili grazie all’incontro con due grandi divi di Hollywood. Una notte che da ragazza la trasformerà in donna, ma che vivrà sempre con stupore e ingenuità. Gli stessi sentimenti vissuti dall’attrice alla sua prima esperienza sul grande schermo?

“Assolutamente. Soprattutto nella scena egizia perché hanno ricostruito un set enorme con questo grande tempio. È stato qualcosa di veramente forte anche a livello emotivo poter girare in un luogo così grande, ricostruito alla perfezione”, ricorda Antonaci. “Ma in realtà ho avuto questa sensazione durante quasi ogni scena del film. Anche quella di Piazza di Spagna, vederla completamente vuota. Questo film ti dà tante suggestioni”.

Joe Keery, da Stranger Things a Saverio Costanzo

Tra i protagonisti del film anche Joe Keery, noto per il ruolo di Steve Harrington in Stranger Things, che in Finalmente l’alba – in sala dal 14 febbraio – interpreta il divo del cinema americano Sean Lockwood che, come tutti gli altri personaggi del film si vede riflesso – senza maschere – negli occhi di Mimosa. “Vede quello che penso desideri, quello che vuole essere” sottolinea l’attore. “E riconosce in lei un talento profondo e vero che ha paura di non riuscire mai ad ottenere. Penso che, allo stesso tempo, sia una fascinazione e una paura a unirli. E, alla fine, sia la stessa paura a separarli”.

Tra le caratteristiche del suo Sean Lockwood quella di una profonda insicurezza, di non sentirsi mai abbastanza come attore. “Penso che probabilmente tutti ci siamo sentiti così. E credo che sia una delle cose che mi piacciono di questo personaggio, quell’insicurezza profonda” afferma Keery. “Tutti si sentono così, non importa se sei un attore o no. Soprattutto se lo sei, perché ti metti in una posizione vulnerabile e sei forzato a conoscere tutto. Può essere difficile, ma è una parte del lavoro e una opportunità molto interessante e unica per raggiungere queste domande in un film”.

Il fermento della Cinecittà degli anni Cinquanta

Ambientato nei primi anni Cinquanta, Finalmente l’alba racconta anche il fermento della Cinecittà di quel periodo e fa rivivere alcuni dei volti simbolo di quella stagione. Come Alida Valli, attrice di Senso e L’uomo di carta, che nel film di Saverio Costanzo ha il volto di Alba Rohrwacher. “Guardo a quel tempo con una grandissima fascinazione e ammirazione. È un cinema che ci ha plasmato, ispirato e formato” racconta l’attrice a THR Roma.

“Sicuramente girare un film nei luoghi in cui quel cinema è stato fatto e che instaura un dialogo con quel nostro passato è stato molto emozionante, coinvolgente, strano. Credo ci sia una rinascita di Cinecittà. È stato il luogo dove nasceva un certo tipo di creazione e sempre di più sta riacquistando quel ruolo”.