Citazioni, rimandi, omaggi, tributi: Il sol dell’avvenire di Nanni Moretti è un trionfo di “inside joke”, come direbbero gli americani in più di 190 paesi. E se pure l’autocitazione non è il “programma estetico” del film, ma un “inevitabile ritorno di temi e toni” (dice lui), la caccia al dettaglio autobiografico è uno sport in cui il pubblico di Moretti si è cimentato fin dalla primissima apparizione del trailer. Ecco allora una mappa – programmaticamente incompleta – del Nanniverso nascosto nelle pieghe del film.
La locandina e le citazioni di Caro diario
Quella italiana è stata realizzata dallo stesso grafico di Caro diario. Quella francese – diversa perché, secondo i produttori, “troppo astratta” per il pubblico d’oltralpe – richiama il film del 1993 rappresentando il regista a bordo di un monopattino – qui, a differenza del film precedente, in posizione frontale. Una scena, quella della passeggiata/sopralluogo sul mezzo elettrico, che raddoppia l’analoga sequenza in Vespa di Caro Diario (e Aprile) Per la cronaca, Moretti a Roma continua ad andare in giro in Vespa (una nuova: quella originale è al museo del Cinema di Torino) e il monopattino l’ha usato “la prima e unica volta” solo per la scena.
Le location di Nanni Moretti
Con Il sol dell’avvenire Moretti si concede una delle rare incursioni negli studi di Cinecittà: la prima volta fu nel 1981, per il set di Sogni d’oro, la seconda per Habemus papam nel 2011. Torna, anche ne Il sol dell’avvenire, il quartiere Prati: in particolare Piazza Mazzini, dove Moretti gira “in tondo” con il produttore interpretato da Mathieu Amalric. Una risposta ideale a chi, quando uscì nel 1978 il suo Ecce bombo, lo giudicò “troppo un film su Roma, anzi troppo un film su Roma nord, anzi troppo sul quartiere Prati, anzi troppo su piazza Mazzini”. Alla fine, a Piazza Mazzini ci ha girato per davvero: prima in Caro diario, ora con il nuovo film.
Dopo la piscina di Palombella rossa, Moretti torna sul luogo del delitto anche ne Il sol dell’avvenire, nella sequenza in cui nuota “inseguito” dai suoi sceneggiatori. A proposito di Palombella rossa, il circo de Il sol dell’avvenire non si chiama Budavári per caso: Imre Budavari era il temibile avversario ungherese di Moretti proprio in Palombella rossa. “Marca Budavari, marca Budavari, marca Budavari!”.
Idiosincrasie
Alla torta Sacher e alla Nutella si aggiunge all’olimpo gastronomico del regista il gelato. Gusti: “crema zenzero e cannella, meringa alla nocciola tonda e gentile e pistacchio di Bronte” (la “panna è in frigo”). Torna l’antipatia per le pantofole (“No, per strada per le pantofole no!” gridava Moretti in Palombella rossa) oltre a quella per i sabot, indossati da Barbora Bobulova in una delle prime scene de Il sol dell’avvenire.
Solo i veri appassionati potranno riconoscere, nella camicia a scacchi indossata dal regista ne Il sol dell’avvenire in un’importante scena con la figlia (l’attrice Valentina Romani), la stessa camicia di Caro Diario. E la copertina a uncinetto? È proprio quella di Sogni d’oro. Il pallone da calcio, con cui il personaggio di Giovanni si destreggia in una sequenza de Il sol dell’avvenire, è un altro felice ritorno: la scena col pallone c’è sia in Sogni d’oro che ne La messa è finita. Non c’è poi film di Moretti senza uno “sbrocco”: qui avviene sul set di un giovane regista (il bravo Giuseppe Scoditti), ma la ragione è sempre quella. Le parole sono importanti. E le immagini pure.
Il cinema e le citazioni
L’amore per il cinema, il suo ma anche quello degli altri: Il sol dell’avvenire contiene una sequenza de La dolce vita (il finale) e una di Lola – Donna di vita di Jacques Demy, cita Breve film sull’uccidere di Krzysztof Kieslowski, San Michele aveva un gallo dei fratelli Taviani, The Father di Florian Zeller, The Blues Brothers di John Landis (e John Cassavetes: “Per quanto riguarda l’improvvisazione, noi con questo film siamo all’estremo opposto rispetto a Cassavetes. Ci siamo capiti?”). Il cinema nel cinema – ne Il sol dell’avvenire il protagonista è Giovanni, un regista impegnato a girare il suo nuovo film – è un’altra costante del regista, che mette in scena il set anche in Sogni d’oro, Il Caimano e Mia madre (il teatro appare invece in Habemus papam e Io sono un autarchico).
Gli attori di Nanni Moretti
Margherita Buy, certamente, al suo quinto film di seguito con Moretti. E Silvio Orlando, anche lui a quota cinque film, ma diluiti nel tempo. Nella parata finale de Il sol dell’avvenire, però, ci sono praticamente tutti i suoi attori: in ordine di apparizione Jasmine Trinca (La stanza del figlio, Il Caimano), Elio De Capitani (Il Caimano), Silvia Nono (Caro diario, Aprile), Dario Cantarelli (Sogni d’oro, Bianca, La messa è finita, La stanza del figlio, Il Caimano, Habemus papam), Claudio Morganti e Alfonso Santagata (Palombella rossa), Mariella Valentini (Palombella rossa), Lina Sastri (Ecce bombo), Fabio Traversa (Io sono un autarchico, Ecce bombo, Palombella rossa), Anna Bonaiuto (Il Caimano, Tre piani), Alba Rohrwacher (Tre piani), Giulia Lazzarini (Mia madre), Gigio Morra (Sogni d’oro), Renato Carpentieri (Caro diario). E naturalmente lui: Nanni Moretti.
La musica (e il musical)
No, Il sol dell’avvenire non è il musical sul pasticcere trotzkista sognato in Caro diario e immaginato in Aprile (ma la Roma degli anni Cinquanta, quella sì, c’è). Eppure le scene di ballo (Caro diario), in cui si canta in macchina (La stanza del figlio) o di ballo di gruppo (Palombella rossa, Mia madre), tornano anche ne Il sol dell’avvenire. Come torna, dopo Bianca, La messa è finita, Palombella rossa, anche la musica di Franco Battiato con il brano Vorrei vederti danzare.
Il comunismo tra profezie e citazioni
Dallo psicanalista di Habemus papam a quello de La stanza del figlio, per non parlare del Freud, padre della psicanalisi, in carne e ossa in Sogni d’oro: lo psicanalista appare anche ne Il sol dell’avvenire, interpretato da Teco Celio, per risolvere (si fa per dire) i turbamenti di Margherita Buy.
E sì, anche stavolta c’è una riflessione sulla sinistra italiana, con le bandiere rosse in corteo e il sogno di riscrivere la storia nella speranza che sorga davvero, e presto, il sol dell’avvenire. Che sia anche questa, dopo la celebre previsione di Habemus papam (l’abbandono del soglio pontificio del papa di Michel Piccoli che precedette di due anni quello, reale, di Ratzinger) un’altra delle profezie di Moretti? Sarebbe, come direbbero gli americani, un grandissimo what a fuck.
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