Via della Lungara 3, interno 41, Roma: qui, in questa casa, Bernardo Bertolucci e Clare Peploe hanno vissuto insieme, per quarant’anni. Dentro c’erano oggetti, fotografie, libri e sceneggiature. Tra queste anche alcune storie che non hanno mai lasciato la pagina scritta per diventare immagini in movimento. Su tutte The Echo Chamber.
“Quella sceneggiatura l’ha scritta insieme a Ilaria Bernardini e Ludovica Rampoldi. È stata acquistata dall’Indigo Film che aveva già un accordo con Clare”, racconta a The Hollywood Reporter Roma Valentina Ricciardelli, cugina del regista e presidente della Fondazione Bernardo Bertolucci. “Non l’ho trovata io tra le sue cose, si sapeva già che c’era e che l’aveva finita proprio poco prima di morire”.
Della trama di The Echo Chamber si sa ancora molto poco. Come riportava Variety in un articolo del 2018 successivo alla morte del regista, The Echo Chamber alterna la storia di due personaggi all’interno di una casa di tre stanze. La vicenda prenderebbe spunto da un fatto di cronaca che ha stimolato nel regista la voglia di tornare a dirigere. “Per adesso non ci sono ancora dei registi ufficiali, non c’è ancora un progetto definito, ma prima o poi si farà”.
Non solo The Echo Chamber
Ma quella di The Echo Chamber non è l’unica sceneggiatura scritta da Bertolucci e mai portata sul grande schermo. Tra i materiali inediti che un giorno potrebbero diventare dei film ce ne sono sicuramente atre due: Heaven and Hell e Red Harvest. “Sono dei progetti che lui aveva scritto. La prima l’ha firmata insieme a Mark People, il fratello di Clare. Per ora sono tutte ferme, poi si vedrà cosa succederà” dice Ricciardelli. E proprio di Carlo da Venosa, compositore italiano del tardo Rinascimento, già Werner Herzog nel 1995 aveva dedicato un documentario biografico, Gesualdo – Morte per cinque voci.
Quello di Red Harvest è un progetto a cui Bertolucci aveva iniziato a pensare già negli anni Settanta. Tratto da romanzo omonimo di Dashiell Hammett, per il film Bertolucci aveva inizialmente immaginato Robert Redford, Jack Nicholson e Clint Eastwood. Anche Warren Beatty era stato preso in considerazione per prendere parte al film. Il regista, nel 1982, era anche andato a Los Angeles per iniziare la produzione, ma poi il progetto fu accantonato.
Ma quando potremmo vedere queste sceneggiature diventare dei film? “Adesso è un po’ presto”, continua Ricciardelli. “C’è un lavoro filologico importante da fare, perché se per quella sceneggiatura sapevamo benissimo qual era l’ultima stesura, per le altre invece bisogna ancora capirlo. È un lavoro che farà la Cineteca di Bologna”.
Questa, però, non è la prima volta che l’opera di un regista scomparso continua a vivere postuma. Era successo con A.I. – Intelligenza artificiale, film del 2001 diretto da Steven Spielberg e fondato su un soggetto di Stanley Kubrick, che avrebbe voluto realizzarlo già negli anni Novanta. Sempre di Kubrick anche I due volti della vendetta, western poi diretto e interpretato da Marlon Brando nel 1961, e Napoleon: un progetto titanico di cui fu solo scritta la sceneggiatura ma che non venne mai prodotto per mancanza di fondi, anche perché in quel periodo era uscito pure Waterloo, pellicola del 1970 diretta da Sergej Fëdorovič Bondarčuk (già regista della versione russa di Guerra e pace che vinse l’Oscar come miglior film straniero nel 1969).
THR Newsletter
Iscriviti per ricevere via email tutti gli aggiornamenti e le notizie di THR Roma