È il film fenomeno della stagione, ha già superato un miliardo di incassi ai botteghini a livello globale, ma Barbie sarà vietato in Libano, perché accusato dal governo di “promuovere l’omosessualità” nella crescente dialettica anti-Lgtbqia+ in uno dei Paesi più liberali del Medio Oriente. Lo ha annunciato oggi il ministro della cultura, Mohammad Mourtada.
La commedia della regista americana Greta Gerwig sull’iconica bambola della Mattel, che sarebbe dovuto uscire sugli schermi libanesi il 31 agosto, “va contro i valori morali e religiosi in Libano”, ha sostenuto Mourtada. Barbie “promuove l’omosessualità e il cambio di genere, sostiene il rifiuto della paternità, mina e ridicolizza il ruolo della madre e mette in discussione la necessità del matrimonio e della genitorialità”, ha aggiunto il ministro.
La decisione del ministro arriva mentre nel Paese si intensifica una campagna anti-Lgtbqia+, guidata dal potente Hezbollah filo-iraniano. A luglio, il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah ha sostenuto che, secondo la legge islamica, ogni omosessuale “dovrebbe essere ucciso” e ha chiesto il boicottaggio di tutti i prodotti arcobaleno. Nove parlamentari hanno presentato un disegno di legge in parlamento il mese scorso per depenalizzare l’omosessualità, ma sono stati oggetto di una campagna di critiche.
Il Libano ha ripetutamente annullato le attività della comunità Lgtbqia+ negli ultimi anni, in particolare sotto la pressione delle autorità religiose.
La notizia della mancata uscita del film arriva dopo che in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi Uniti le autorità hanno deciso di distribuire la pellicola nelle sale da giovedì 10 agosto, ponendo fine a settimane di speculazioni sul fatto che il blockbuster da record di Greta Gerwig si sarebbe unito a una lunga lista di film vietati.
(Ansa)
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