Il weekend dal 6 all’8 ottobre ha rappresentato una grande sfida per la Universal, con l’uscita anticipata de L’esorcista – Il credente, spin off del cult horror originale, ma anche primo capitolo di una nuova trilogia reboot. Nonostante Il credente abbia ottenuto un buon risultato al botteghino, recuperando quasi interamente i costi di produzione, il titolo ha attirato numerose critiche dei fan insoddisfatti, mettendo in crisi il piano creativo iniziale del franchise.
L’investimento di Blumhouse e Universal
Il credente, prodotto da Blumhouse, è il primo risultato dell’acquisto dei diritti dell’iconico horror da parte dello studio nel 2021. È invece la Universal ad aver ottenuto la distribuzione in sala per tre film al prezzo altissimo di 400 milioni di dollari, che però comprende anche i diritti di streaming dei film per Peacock e le estensioni dei parchi a tema per il mese di ottobre. Non è necessario quindi che ognuno dei tre capitoli guadagni almeno 133 milioni per recuperare l’investimento, ma le cifre per pareggiare la spesa sono ancora lontane.
Secondo le fonti, l’accordo era sensato per lo studio, dato che avrebbe nuovamente accoppiato la Blumhouse e il regista di Halloween David Gordon Green. Tuttavia, il produttore Jason Blum ha definito Il credente “il film più rischioso che abbia mai fatto” a causa dei suoi costi.
Nel primo fine settimana Il credente avrebbe dovuto incassare tra i 30 e i 35 milioni di dollari, ma la cifra si è fermata a 26 milioni e mezzo, mentre all’estero ha aperto con un esordio globale di poco più di 44 milioni di dollari. “Anche se avesse aperto a 35 milioni di dollari, come suggerivano le statistiche della scorsa settimana, sarebbe stata una delusione”, afferma David Herrin, fondatore della società di monitoraggio e ricerca The Quorum. “Riportare in auge un prodotto molto amato non garantisce il raggiungimento delle stesse vette, che sono anomalie statistiche nel caso dei grandi cult del passato. Ci si sta quindi preparando al fallimento”.
Le prospettive per L’esorcista – Il credente
Tra gli altri ostacoli, a rallentare il nuovo Esorcista sono stati il cambio di data all’ultimo minuto (per evitare la sovrapposizione con il film concerto dell’Eras Tour di Taylor Swift), lo sciopero della SAG-AFTRA che ha limitato il marketing e la promozione e un mercato horror affollato con The Nun II e Saw X. Le prossime settimane non sono chiare per Il credente, dato che i film horror possono spesso continuare a incassare con l’avvicinarsi di Halloween, ma data la risposta della critica e degli spettatori – e gli Swifties che invadono le sale questa settimana con un’apertura prevista di oltre 100 milioni di dollari – l’Esorcista potrebbe essere eliminato dagli schermi più velocemente del previsto.
Per il momento Universal rimane saldamente convinta nel voler proseguire con il franchise con altri due film dell’Esorcista. Le fonti però confermano che l’accoglienza de Il credente richiederà quasi certamente un certo grado di ripensamento creativo per i prossimi progetti. Il primo sequel dovrebbe chiamarsi Deceiver, annunciato per il 2025, e ha già una sceneggiatura completa. Non è ancora confermato che sarà sempre Green a dirigerlo, dato che lo stesso regista aveva espresso dubbi a riguardo. “La mia intenzione è solo quella di iniziare a fare le cose, e man mano che i progetti si concretizzano. Se mi trovassi sulla sedia del regista di Deceiver sarei entusiasta”, ha dichiarato Green a THR.
Prima del 2025, tuttavia, per Universal e Blumhouse sono già impegnate insieme in altri progetti di diversa natura. Il loro prossimo titolo horror, l’incubo ispirato ai videogiochi di Chuck E. Cheese, Five Nights at Freddy’s, dovrebbe debuttare il 27 ottobre, nonostante l’uscita contemporanea su Peacock.
Pamela McClintock ha contribuito a questo articolo.
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