Ghost Dog, il film-culto di Jim Jarmusch torna in sala in versione restaurata

Protagonista è un assassino in incognito a Jersey City interpretato da Forest Whitaker che ha come come unico testo di riferimento l'Hagakure, il libro dei guerrieri giapponesi

Di THR ROMA

Chi poteva mettere insieme un sicario afro-americano, il libro più giapponese che ci sia, l’Hagakure, dei piccioni su un terrazzo, un gelataio che parla solo francese, la colonna sonora hip hop a firma RZA, leader newyorkese del Wu-Tang Clan, il libro Rashmoon di Akutagawa Ryunosukee e non fare un’orribile frittata? Ci è riuscito Jim Jarmusch ventiquattro anni fa con Ghost Dog – Il codice dei Samurai. Ora questo cult movie dell’autore di Daunbailo, Dead
Man, Taxisti di notte, Coffee & Cigarettes e Broken Flowers, torna in sala in versione restaurata dal 23 ottobre, distribuito da CG Entertainment in collaborazione con Cinema Beltrade – Barz and Hippo.

In questo film multi-genere, che va dal thriller al western fino alla commedia, quello che sorprende è il sostegno filosofico, la disciplina che nutre il protagonista in ogni sua azione. Ghost Dog (Forest Whitaker), questo il nome del killer, è infatti come un samurai in incognito a Jersey City e ha come Bibbia di riferimento l’Hagakure, il libro dei guerrieri giapponesi. Ogni sua azione così, come d’altronde anche la sua fine, è determinata da una fede, da un credo, che indica cosa fare e allo stesso tempo rassicura.

Così questo killer, poco interessato ai soldi e che si allena ogni giorno con la sua katana sul terrazzo, vive delle massime di questo libro come questa: “Si può imparare qualcosa da un temporale: quando ci sorprende un acquazzone cerchiamo di non bagnarci affrettando il cammino, ma anche sforzandoci di passare sotto i cornicioni delle case ci bagniamo ugualmente. Agendo invece con risolutezza fin dal principio, eviteremo ogni perplessità ma non per questo ci bagneremo di più. Tale consapevolezza si applica a tutte le cose”.

Il killer, che comunica con i suoi committenti con i piccioni, lavora come sicario a servizio di Louie, un mafioso italo-americano che anni prima lo aveva salvato da un pestaggio divenendo così, grazie ai principi dell’Agakure, suo padrone. Ma per tutta una serie di accadimenti, Ghost Dog diventa a un certo punto bersaglio di una caccia all’uomo ordinata dal boss Vargo, il capo mafioso di Louie. Questo metterà l’uno contro l’altro il samurai e il suo padrone acquisito.

Per Ghost Dog salvare Louie è comunque il suo primo dovere anche per un’antica affinità che li lega al di là di tutto. Non a caso Ghost Dog spiega così i motivi della sua fedeltà a Louie: “Sono il suo servitore perché una volta, tanto tempo fa, mi ha salvato la vita, ero in debito con lui. Un samurai deve essere sempre fedele al suo signore qualsiasi cosa accada. Inoltre io e Louie discendiamo entrambi da tribù molto antiche anche se molto diverse, tribù in via di estinzione”.

(Ansa)