L’appuntamento è a Casa Alice, all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Molly Manning Walker e Mia McKenna-Bruce, rispettivamente regista e attrice protagonista di How To Have Sex (qui la recensione), film di apertura del concorso di Alice nella città, sono sedute una accanto all’altra. Capelli biondi cortissimi e camicia larga con un’acquarello dipinto la prima, vestito color panna e Converse nere ai piedi – che hanno preso il posto dei tacchi vertiginosi indossati per la conferenza stampa – la seconda. Sono sorridenti e gentili ma stanche, complice il caldo sfiancante della sala adibita alle interviste.
Il film segna l’esordio alla regia di Molly Manning Walker che, dopo aver vinto Un Certain Regard a Cannes, uscirà in sala con Teodora Film a inizio 2024 per poi arrivare in esclusiva digitale su Mubi. La storia di tre adolescenti britanniche in vacanza a Creta. Tra loro Tara (McKenna-Bruce) decisa a perdere la verginità. Ma in quella che dovrebbe essere la più bella estate della loro vita, le tre amiche scopriranno che sesso, consenso e consapevolezza di sé seguono percorsi più complessi di quanto immaginavano.
How To Have Sex e il bisogno di essere “scomodi”
“Spero davvero che il film possa cambiare le cose. Penso che le persone si rendano conto di certi aspetti proprio mentre lo guardano” confessa la regista a THR Roma. “Anche la troupe, mentre stavamo girando, ha realizzato cose che aveva vissuto e che prima di allora non aveva capito, come l’aver subito un’aggressione. È successo durante tutto il processo. Da tutte le conversazioni che abbiamo avuto finora, sembra che il film stia sicuramente cambiando la percezione sul consenso”.
How To Have Sex non è un film sempre facile da guardare, ma non in modo negativo. Uno dei suoi grandi punti di forza è il mettere a disagio lo spettatore nel suo essere capace di toccare tematiche ed esperienze condivise da molti. “Credo che per parlare di questo argomento si debba essere scomodi” afferma Molly Manning Walker. “Per tanto tempo c’è stata tanta vergogna intorno a questo tema. Penso che se non si abbatte lo stigma e non se ne parla, non si può andare avanti. Dobbiamo superare il disagio per renderlo più confortevole”.
Emozioni ed improvvisazione
Nel film Mia fatica ed esprimere lo spettro contraddittorio di emozioni che prova perché incapace di decifrarle. È per questo che spesso, nella seconda parte del film, ricorre al silenzio. “Credo che tutti noi possiamo immedesimarci in Tara, perché cerca di esprimere qualcosa che non necessariamente sente sempre” sottolinea Mia McKenna-Bruce. “Cerca di essere la vita e l’anima del gruppo quando spesso non si sente all’altezza. Questo è uno dei motivi per cui amo recitare. Perché puoi davvero mettere in scena tutte queste emozioni che gli esseri umani provano spesso, ma che cercano di allontanare”.
How To Have Sex vede protagonisti un gruppo di giovani attori che condividono molte sequenze nel divertimento sfrenato delle feste che animano Creta. “Abbiamo spesso improvvisato” ricorda l’attrice. “Questo ci ha permesso di conoscerci molto bene e di conoscere i personaggi. Quando siamo arrivati sul set, ovviamente avevamo il copione di Molly, ma siamo stati in grado di elaborare un po’ di più. Siamo stati in grado di farci da spalla a vicenda”.
Un film femminile che non esclude gli uomini
Con un passato da direttrice della fotografia, il film di Molly Manning Walker è anche un lavoro estremamente curato dal punto di vista visivo. Ne sono una riprova la capacità di far provare allo spettatore la sensazione di essere al fianco dei personaggi e l’uso del suono come elemento narrativo che cambia nel corso del film. “Abbiamo cercato di rendere il film il più viscerale possibile, facendoli sudare in continuazione. Cosa che forse non era molto comoda (ride, ndr)!”, confessa la regista.
“Il sound design, invece, è opera di un uomo straordinario, Steve Fanagan. Abbiamo parlato di queste due metà del film. La prima è un po’ magica mentre la seconda è caratterizzata da suoni che si contraddicono e sovrappongono l’uno all’altro, così che ci si senta davvero disorientati. Quando ci siamo messi a lavoro, ho fatto un grafico del film. Ho usato il rosso per quando c’è rumore e verde per il silenzio. Ci sono due piccoli frammenti di verde. Si trattava della pressione del mondo su Mia”.
How To Have Sex è un film profondamente femminile ma che coinvolge in prima persona gli spettatori di sesso maschile. “Per me era molto importante che gli uomini non fossero esclusi dalla conversazione. Non credo che si possa andare avanti senza di loro” continua Manning Walker. “Per questo non volevamo fare un film che fosse giudicante. È come se tutti i personaggi fossero un prodotto della nostra società che abbia insegnato alle persone ad agire in questo modo. Dobbiamo esserne responsabili. Se iniziamo a parlare di più di sesso e perdiamo la vergogna che lo circonda, possiamo dare inizio a una conversazione che riguarda più l’essere gentili l’uno con l’altro. E sull’empatia e comprensione di ciò che le persone stanno vivendo. Solo iniziando una conversazione possiamo innescare un cambiamento”.
THR Newsletter
Iscriviti per ricevere via email tutti gli aggiornamenti e le notizie di THR Roma