Goodbye Julia, il primo lungometraggio sudanese presentato al festival di Cannes, è stato scelto dal Sudan per la candidatura agli Academy Awards come miglior film internazionale del Paese.
All’inizio di quest’anno, il film, diretto da Mohamed Kordofani, ha vinto anche il premio Un Certain Regard per la libertà a Cannes.
Ambientato poco prima della secessione del Sud Sudan nel 2011, Goodbye Julia segue Mona (Eiman Yousif), una donna benestante del nord, in cerca di redenzione dopo che il marito ha sparato e ucciso un uomo del sud. Affranta, assume la moglie di quest’ultimo, Julia (Siran Riak), come cameriera. Il film descrive le complicate relazioni e le differenze tra le comunità del nord e del sud del Paese.
Kordofani aveva già dichiarato a The Hollywood Reporter che il film “parla della trasformazione di qualcuno che si rende conto di essere stato inconsapevolmente razzista e vuole superare quel razzismo. La trasformazione di una persona che dapprima si attiene alle norme e alle tradizioni sociali, per poi diventare un po’ più libera e aperta e cominciare a mettere in discussione quelle tradizioni, che contribuiscono al razzismo istituzionale che abbiamo ereditato e a questioni come l’oppressione che le donne subiscono nella nostra società”.
Il film è prodotto dalla Station Films di Amjad Abu Alala e coprodotto da Ali Alarabi, Ceo e fondatore di Ambient Light.
“Mi sento molto grato che la commissione del Sudan abbia riabilitato e scelto Goodbye Julia per la corsa agli Oscar nonostante la guerra”, ha dichiarato Kordofani in un comunicato dopo aver appreso della presentazione del film. “Questo dimostra quanto le persone in Sudan possano essere resistenti e fiduciose. Mi sento immensamente onorato che il mio film sia ora nella lista delle candidature del Sudan all’Academy, e che gli elettori ci notino in modo da mostrare al mondo un lato diverso del paese”.
Traduzione di Pietro Cecioni
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