Grazie a Gli spiriti dell’isola, EO e, in misura minore, a Triangle of Sadness, si può dire che, quando si parla di animali al cinema, gli ultimi dodici mesi sono stati davvero all’insegna degli asini (al punto che una sosia di Jenny, l’asina star de Gli spiriti dell’isola, è addirittura salita sul palco degli Oscar). Il festival di Cannes di quest’anno sembra destinato a restituire le luci della ribalta a star a quattro zampe più affermate, e i cani sono tornati sul grande schermo con scodinzolante entusiasmo. Questo probabilmente renderà la vita difficile a chi cerca di individuare i contendenti per la Palm Dog, il premio non ufficiale di Cannes che celebra le performance canine nella selezione ufficiale del festival e nelle varie sezioni collaterali.
“Questa edizione di Cannes è piena zeppa di cagnolini”, ha dichiarato Toby Rose, fondatore della Palm Dog. “Ci sembra di avere l’imbarazzo della scelta, o ‘l’embarras du choix’, come direbbero i francesi”.
E Rose non ha torto. Anche se il festival non è ancora finito, la sola selezione del concorso principale è piena di potenziale canino, con diversi ruoli centrali sullo schermo per il migliore amico dell’uomo, in alcuni dei film più apprezzati dalla critica.
Da The Zone of Interest a May December: chi vincerà la Palm Dog?
In The Zone of Interest di Jonathan Glazer, un vivace e un po’ ficcanaso animale da compagnia dei nazisti, il cane di Sandra Hüller, è un membro chiave della famiglia: lo si vede annusare le aiuole amorevolmente curate dalla moglie del comandante del lager di Auschwitz, beatamente ignaro degli orrori che si svolgono oltre il muro. Forse il cane sta semplicemente seguendo il consiglio di Ricky Gervais secondo cui bisogna “fare un film sull’Olocausto” per vincere un Oscar.
THR ha anche sentito parlare della “straordinaria” interpretazione di un Border Collie in Anatomie d’une chute di Justine Triet; la regista ha dichiarato a THR che il cane dovrebbe rappresentare l’ego di uno dei personaggi principali. Inoltre, in May December di Todd Haynes appare una deliziosa coppia di cani da caccia marroni, che Julianna Moore e Charles Melton portano più volte a spasso.
Con Fallen Leaves di Aki Kaurismaki, il regista fa onore al suo lungo pedigree di ruoli importanti affidati a cagnolini. Questo film vede la presenza cruciale di un meticcio che uno dei personaggi centrali porta a casa per accudire, riempiendo il vuoto della solitudine. Il finlandese ha un precedente con la Palm Dog, naturalmente: Laika di Miracolo a Le Havre ha vinto il premio della giuria del concorso nel 2011. “E Aki ha affermato che è stato il miglior premio che ha vinto”, ricorda Rose.
Ken Loach e il super favorito The Old Oak
Mentre Jude Law è senza dubbio il vero bastardo della situazione, nei panni di Enrico VIII nel dramma regale Firebrand di Karim Ainouz, con Alicia Vikander, il film d’epoca include anche diversi cuccioli di cane, con un membro della corte reale che tiene sempre in braccio uno dei suoi numerosi cagnolini.
E poi c’è The Old Oak di Ken Loach. Il regista – già insignito del premio Palm DogManitarian per aver reso i suoi amici canini una presenza fissa nei suoi film – si presenta a Cannes con un dramma che vede tra i personaggi una deliziosa meticcia di nome Lola, nei panni di Marra, l’amata cagnolina di TJ, proprietario di The Old Oak, pub e ambientazione centrale della storia.
Per dare al film un ulteriore riconoscimento canino, Rose afferma che l’attore Dave Turner ha trascorso “molto tempo a legare con il cane prima delle riprese… è stato molto metodico”. Dato che Loach porta al festival il suo ultimo film (o almeno così dice) e la Palm Dog rimane l’unico premio di Cannes che non ha ancora vinto, Lola e il regista potrebbero essere i concorrenti da battere quest’anno. Una terza Palma d’Oro da record e il suo primo Palm Dog? Sarebbe un bel modo di abbaiare… pardon, salutare, con stile.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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