“Sono qui come regista e produttrice per sostenere il cinema indipendente e la mia troupe e sono totalmente d’accordo con il duro lavoro del sindacato per lottare per un giusto compenso. E spero che la cosa venga risolta presto, perché ci sono così tante persone coinvolte. Vogliamo tutti tornare al lavoro”. L’ultima volta di Sofia Coppola a Venezia è stata nel 2010. Portava in concorso Somewhere con il quale vinse il Leone d’oro. Tredici anni dopo la regista è tornata al Lido, sempre in concorso, con Priscilla. Pellicola basata su Elvis and me, libro di memorie scritto nel 1985 da Priscilla Presley e Sandra Harmon.
Da allora di cose ne sono cambiate a Hollywood. E al Lido che quest’anno vede sfilare molti meno attori sul red carpet. Tutta colpa (o merito?) di un doppio sciopero che vede coinvolti sceneggiatori e attori e che da mesi ha bloccato la fabbrica dei sogni di celluloide. Coppola però è arrivata accompagnata dalle star del suo film, Cailee Spaeny e Jacob Elordi grazie a una deroga che il film – una produzione indipendente (canadese) targata A24, The Apartment, American Zoetrope, Standalone Pictures – ha ricevuto prima dell’inizio di Venezia 80.
Ma Coppola aveva un’altra persona al suo fianco durante la conferenza stampa di presentazione del film. A guardarla e ascoltarla seduta in prima fila c’era anche Priscilla Presley. Non era previsto un suo intervento, ma quando una giornalista le ha domandato in cosa si fosse immedesimata di più nel film, Presley ha risposto: “Nel finale”.
“Guardare un film su di te, sulla tua vita, il tuo amore…”, ha continuato Presley prima di allontanare il microfono, commuoversi e scusarsi per quell’interruzione che ha coinvolto emotivamente tutti i presenti che le hanno risposto con un lungo, caloroso applauso. “Ma Sofia ha fatto un lavoro straordinario. Ha fatto i compiti. E ho davvero dato tutto quello che potevo per lei”.
Camicia Bianca e lunghi capelli rossi Priscilla Presley calibra le parole, si prende i suoi tempi e si lascia andare ad un ricordo su Elvis e l’inizio della loro relazione. “È stato molto difficile per i miei genitori capire che fosse così interessato a me, e perché”.
“Elvis mi esprimeva la sua opinione, mi parlava delle sue speranze, delle sue paure e della perdita di sua madre. E io ero la persona che davvero si sedeva lì per ascoltarlo e confortarlo. Quella era davvero la nostra connessione. Anche se avevo 14 anni, ero più vecchia nella vita che negli anni”, ha affermato ancora Priscilla. “Era questa l’attrazione. La gente pensava che si trattasse solo di sesso. Nient’affatto. Era molto gentile, tenero, affettuoso. Ma rispettava anche il fatto che avessi solo 14 anni. Eravamo connessi mentalmente. Quella era la nostra relazione”.
Il film di Sofia Coppola racconta il loro incontro, i primi mesi passati in Germania, dove Elvis faceva il militare, e la loro vita a Graceland. “Non so perché si fidasse tanto di me”, sottolinea Presley. “Non ho mai raccontato a nessuno di noi e non ho mai rinunciato a lui. Abbiamo costruito insieme il nostro rapporto finché non ci siamo lasciati. Me ne sono andata non perché non lo amassi più ma perché avevamo uno stile di vita diverso. Mi sono sempre assicurata di fargli vedere nostra figlia (Lisa Marie morta il 12 gennaio 2023 per un arresto cardiaco, ndr) e mi sono assicurata di fargliela vedere sempre. È come se non ci fossimo mai lasciati”.
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