Come Oliver Twist, 180 anni dopo. Ha il sapore di una grande favola moderna Like a Son di Nicolas Boukhrief – l’autore di Made in France, il film sulla jihad uscito nel 2015, pochi giorni prima dell’attentato alla redazione di Charlie Hebdo – presentato in anteprima mondiale in concorso alla Festa del Cinema di Roma. Storia dell’amicizia impossibile tra un professore che ha perso la passione per l’insegnamento, interpretato da Vincent Lindon, e un ragazzo rom quattordicenne sorpreso dal professore a rubare (l’esordiente Stefan Virgil Stoica) e finito per diventare – in tutti i sensi – un suo allievo.
“Perché un ragazzo rom? Perché tutto il mondo li detesta, i razzisti e i fascisti in Francia li odiano più degli africani, degli asiatici, degli arabi e degli ebrei – racconta Boukhrief a THR Roma – nel mio paese molti comici di stand up si permettono di fare battute razziste sui rom in tv. Ho sentito il bisogno di fare un film su chi viene deriso”.
Godard sparito dai radar
Una storia d’amore, “un melodramma che tocca il cuore” dice Lindon, ma anche “un atto politico, come tutto è politico: si fa politica appena si cerca di aiutare le persone”. Like a Son arriva alla festa di Roma il giorno successivo alla proiezione di After the Fire di Mehdi Fikri, altro film francese dal taglio politico: “L’interesse per la politica dei film francesi è recente – sostiene Boukhrief – avevamo Godard ma è sparito dai radar. L’Italia invece ha una tradizione di cinema popolare e di sinistra, fin dagli anni Cinquanta. Rosi, Pasolini, persino il cinema di Sergio Leone aveva istanze sociali. In Francia c’è stato il cinema sociale, non il cinema politico. E se c’è stato, è stato per pochi. Elitario”.
Un casting e i rom
Sullo schermo per la prima volta, accanto a Lindon, il giovane Stefan Virgil Stoica: “All’inizio avevo pensato di scegliere un attore rom per il ruolo, ma ho cominciato a sentirmi a disagio all’idea di immergerlo nel mondo luccicante del cinema per poi rispedirlo nella bidonville”, racconta Boukhrief. “Sono andato in Romania, a Bucarest, per fare casting in una scuola di teatro. Non aveva mai fatto cinema: Vincent l’ha letteralmente educato all’immagine. Stefan è di origini rom ma meticcio, e la scelta si è rivelata significativa per il film, perché i meticci sono gli individui trattati peggio nelle comunità rom”.
L’importanza della storia
Quanto al personaggio di Lindon, “ho voluto che fosse un insegnante di storia, perché il mestiere di chi trasmette la memoria è importantissimo. Lo dice anche la cronaca recente: il tragico evento del professore sgozzato da uno jihadista (lo scorso 13 ottobre in un liceo di Arras, nel nord della Francia, ndr) testimonia il ruolo fondamentale di questa professione”.
Un film che in Francia sarà distribuito la prossima primavera e che in Italia, per adesso, non ha ancora distribuzione: “Mi rendo conto che i film con una ‘causa politica’ hanno ormai una specie di lasciapassare per essere selezionati o ottenere un premio in un festival – ha detto Lindon durante la conferenza stampa a Roma – Ma va bene così, perché i film possono aiutare a risvegliare le coscienze delle persone. Ma non basta fare film per le cause importanti. Umanamente, registi e attori devono mettersi al livello dei film che fanno. Se fai un film di questo genere, e poi non dai mai un euro a un mendicante, o tratti male la donna delle pulizie, prendi sempre l’aereo e possiedi due macchine, non sei più credibile. Fai solo lezione da una cattedra”.
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