C’è voluta una vita prima che facessero interpretare il Conte Dracula a Nicolas Cage. E ci si domanda come mai si è dovuto aspettare tanto per vederlo col mantello del Principe delle Tenebre. Al cinema con Renfield, l’attore/mattatore continua con la sua seconda giovinezza cinematografica in cui la scelta dei ruoli sembra diventata un optional, estratti quasi da un cilindro e meravigliando il pubblico come quando si vede uscire un coniglio dal cappello, lasciando lo stesso senso di insensato stupore.
Ricordiamo sempre che, oltre alle pazzie di Il colore venuto dallo spazio (2019) e Pig – Il piano di Rob (2021), tra i suoi ultimi lavori figura una commedia come Il talento di Mr. C in cui, al fianco di Pedro Pascal, Nicolas Cage interpreta il ruolo di… Nicolas Cage.
Nicolas Cage, vita da vampiro
Da Stress da vampiro (1988) ne sono passati di anni e l’attore ha così la possibilità di impersonare, grazie a trucco e parrucco, il più famoso dei succhiasangue – con tanti saluti allo zio Francis Ford Coppola che, nel suo Dracula del 1992, non lo ha mica voluto. Di fare da co-protagonista in una rivisitazione del suo rapporto col servo R. M. Renfield, interpretato da Nicholas Hoult, per un film visto dalla prospettiva del famiglio e della relazione tossica che ha instaurato col suo master.
Ambientato nell’epoca moderna e sovrapponendo il loro legame a quello del tipico narciso che predomina e sovrasta l’altro nella coppia, Renfield rivisita e approfondisce la storia dei personaggi letterari nati dalla penna di Bram Stoker, portandoli a confidarsi in terapie di gruppo e riflettendo sul come riacquistare “i pieni poteri” per ritrovare se stessi.
Una chiave di lettura che si riverbera nei veri antagonisti della pellicola, la famiglia criminale più temuta della città, che ripropone le medesime dinamiche nel rapporto disfunzionale tra una madre-boss e il suo discutibile figlio (nulla fa meno paura e caratterizza meglio un personaggio “cattivo” volutamente idiota come fargli urlare la frase “Io sono un criminale”).
Renfield, da Bela Lugosi a Taika Waititi
Ma l’idea, seppur riuscita, si arena su una commedia che si sintonizza presto tutta sullo stesso tono. Punteggiata solo a tratti dall’estro gigionesco di Cage e dalla sua recitazione incontrollabile – la sensazione è che l’attore stia continuamente improvvisando, o che nessun ciak sia venuto uguale all’altro.
A dare una scossa di adrenalina è poi la sorpresa di combattimenti e momenti d’azione che rendono Renfield, improvvisamente e a più riprese, un film splatter. Le battute ci sono e gli attori, oltre a Cage, sono in parte. È però solamente in quei frangenti che l’opera si accende, prosciugandosi ben presto. Divertendo sicuramente, ma non infilzando abbastanza i canini nella pelle dello spettatore.
La commedia, comunque, merita una visione anche semplicemente per la chicca cinefila che fa andare indietro con la memoria, citando Dracula del 1931 di Tod Browning e inserendo al suo interno Nicholas Hoult e Nicolas Cage nei ruoli che furono di Dwight Frye e dell’iconico Bela Lugosi. Forse il tempo di Renfield è andato ed è ora di lasciare spazio alla storia di altri famigli. Ne sa qualcosa Guillermo de la Cruz, al servizio della famiglia di vampiri (e della comicità) dell’irresistibile serie ideata da Taika Waititi e Jemaine Clement, What We Do in the Shadows.
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