Doug Liman non andrà ad Austin a marzo per la prima del suo film Roadhouse, interpretato da Jake Gyllenhaal, il remake targato Amazon MGM del film con Patrick Swayze del 1989, Il duro del Road House.
Il regista sta boicottando la prima per protestare contro il rifiuto dello studio Amazon MGM di distribuire il film nelle sale, come aveva fatto invece per film come Air di Ben Affleck. Liman ha svelato la notizia in un articolo pubblicato su Deadline, e i suoi commenti arrivano in un momento piuttosto inopportuno per la campagna marketing del film, a ridosso della pubblicazione del trailer ufficiale da part di Prime Video, mercoledì 24 gennaio.
Liman aveva firmato per Road House per MGM nel 2021, prima che Amazon acquistasse lo studio. Dopo l’acquisizione di MGM, Amazon aveva annunciato l’intenzione di investire 1 miliardo di dollari in film da distribuire nelle sale. “Posso dirvi cosa hanno fatto a me e al mio film Road House, che è l’opposto di quanto promesso quando hanno rilevato la MGM”, ha scritto Liman.
Il regista ha dichiarato che il film, che uscirà il 21 marzo sulla piattaforma, ha ricevuto in fase di test punteggi più alti di alcuni dei suoi più grandi successi, tra cui Mr. & Mrs. Smith e The Bourne Identity. Ha detto di aver pregato Amazon di far uscire il film nelle sale o di permettergli di venderlo a uno studio che lo facesse. Entrambe le richieste sono state respinte.
Scrive Liman: “Amazon ha chiesto a me e alla comunità cinematografica di fidarsi di loro e delle loro dichiarazioni pubbliche sul sostegno alle sale, e poi ha fatto dietrofront e ora sta usando Road House per vendere più sanitari”.
Negli ultimi anni, alcuni progetti delle piattaforme, come Air, Napoleon e Killers of the Flower Moon di Apple TV+, hanno ottenuto un’uscita nelle sale. Il prossimo film della piattaforma, Argylle – La super spia, sarà distribuito a livello mondiale dalla Universal. Lo stesso Liman ha già realizzato film in streaming e dice di non essere contrario. Prossimamente uscirà per Apple TV+ il suo The Instigators.
“Mi oppongo al fatto che Amazon sventri la MGM e la sua attività nelle sale, come mi sarei opposto se Jeff Bezos avesse comprato il Washington Post e poi avesse sventrato la sua redazione (ha fatto il contrario)”, ha scritto Liman.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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