Sta emergendo un potenziale trend, gli attori costretti a tacere nei film, come si nota nel trailer di Silent Night – Il silenzio della vendetta di John Woo, in uscita negli Stati Uniti a dicembre e nelle sale italiane dal 30 novembre.
“Niente parla più forte della vendetta”, recita la tagline, mentre le prime immagini mostrano il protagonista, Joel Kinnaman, che compie una serie di omicidi per vendicare la morte del figlio, ma che non riesce a parlare, ricalcando l’assenza di dialoghi di un altro film appena uscito, Nessuno ti salverà.
Entrambi sono stati annunciati, ironia della sorte, durante lo sciopero della SAG-AFTRA, che impone agli attori di non parlare alla stampa dei loro progetti cinematografici.
Non è chiaro se i film senza dialoghi possano già essere definiti una tendenza. È interessante però che, circa 100 anni dopo l’era del cinema muto, almeno un paio di registi stiano esplorando la narrazione di lungometraggi senza ricorrere al dialogo.
“È una scelta che mi ha permesso di usare un linguaggio diverso e raccontare la storia solo con immagini, musica e suoni”, ha dichiarato Woo a Vulture.
Mentre in Nessuno ti salverà, del regista Brian Duffield, si tratta di una scelta strettamente legata alla trama. La protagonista infatti è una giovane donna (Kaitlyn Dever) che vive in una casa isolata, assediata da invasori alieni, e per sopravvivere deve restare in silenzio.
Naturalmente, nel corso degli anni la riduzione o la mancanza dei dialoghi ha caratterizzato diversi film. Da A Quiet Place a All Is Lost – Tutto è perduto. O ancora Moebius (2013) e Le Quattro Volte del (2010). Nessuno di questi tuttavia sembrava seguire un filo comune o la sperimentazione stilistica che potrebbe invece essere in atto adesso.
Traduzione di Pietro Cecioni
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