Con la fine dello sciopero della SAG-AFTRA (il sindacato degli attori), inizia la promozione del film Leone d’oro Povere creature! di Yorgos Lanthimos. Tra i primi interpreti a parlare del film è Willem Dafoe, ospite 31° EnergaCamerimage a Torun, in Polonia (11-18 novembre).
Durante l’evento, l’attore ha conversato con The Hollywood Reporter per parlare dell’adattamento dell’omonimo romanzo del 1992 di Alasdair Gray, in cui Dafoe interpreta una nuova versione del Dr. Frankenstein, che dà vita al “mostro”, la giovane Bella Baxter (Emma Stone, anche produttrice).
Ci parlerebbe della collaborazione per Povere creature?
Ricordo perfettamente quando Emma e Yorgos mi hanno chiamato. Mi hanno spiegato praticamente tutto. Non conoscevo Emma. L’avevo vista in giro durante la promozione de La favorita, che mi era piaciuto molto. Quando mi hanno descritto di cosa si trattava, non ho avuto dubbi. Ho detto di sì.
Quando siamo arrivati sul posto, Yorgos ha fatto una cosa molto curiosa di cui alcuni hanno parlato, ma che è significativa. Abbiamo avuto un periodo di prove in cui non ci siamo impegnati per forza nelle scene. Abbiamo fatto dei giochi teatrali, ci siamo divertiti e in pratica lui ha formato una compagnia ed è molto abile in questo, perché è un uomo che ha una conoscenza davvero impressionante di molte cose e di molte discipline diverse. Quindi ti fa capire bene di cosa ha bisogno e cosa vuole fare. Quando una persona è così in gamba, vuoi entrarci in sintonia. Vuoi aiutarlo a fare ciò di cui ha bisogno.
E poi siamo andati su un set completo, un vero e proprio mondo. Abbiamo iniziato a lavorare con i costumi, il trucco. Ci siamo sentiti coinvolti in prima persona con molti reparti diversi e Yorgos è coinvolto in tutti. Questa conoscenza particolare che ha di tutti questi campi diversi, si sente davvero.
Ci parli del suo trucco.
Si tratta di diverse protesi. Devono metterle, incollarle, colorarle e sfumarle. Quindi è piuttosto impegnativo.
Quanto tempo ha richiesto l’applicazione?
Credo che all’inizio ci siano volute quattro ore e poi due ore di attesa, ogni mattina delle 3. Non mi piace parlarne troppo perché non piace mai sentire gli attori lamentarsi o parlare di quello che hanno passato. È una cosa faticosa, ma è anche bella, perché arrivi lì e vedi te stesso che si allontana man mano che queste cose si susseguono mentre ti guardi allo specchio per tutto il tempo. Lentamente, vedi te stesso ritirarsi e vedi emergere quest’altra persona, almeno superficialmente. Ma quando ti guardi allo specchio e vedi qualcos’altro, questo ti permette di entrare a gamba tesa nella finzione.
Com’è stato il rapporto di lavoro tra lei ed Emma Stone in Povere Creature?
Fantastico. Prima di tutto, il rapporto nella storia è bellissimo. Mi piace molto. E lei è fantastica. È molto abile. È una gran lavoratrice. Ha un buon senso dell’umorismo. È molto aperta e ha un rapporto speciale con Yorgos. Sono molto uniti. Questo progetto è stato sviluppato in modo molto organico e mirato insieme a lei. Quindi, quando si entra in scena, lei ha una sorta di autorità. Entrambi si sono messi al telefono per chiamarmi. Era come se fosse una squadra.
Visto che il Camerimage è un festival di fotografia (cinematografica, ndr.) ci parlerebbe della collaborazione con il direttore della fotografia Robbie Ryan?
Robbie stesso ha detto che è Yorgos a fare tutto, lui esegue. Non è vero che la gente impazzisce per sapere chi ha fatto cosa e da dove vengono le cose. Quando si è davvero una squadra, senza essere troppo dolci o sentimentali, non ha importanza. Robbie è uno che fa. È molto abile e, mi verrebbe da dire, senza alcun egocentrismo.
Traduzione di Pietro Cecioni
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