Momenti di Antonio Monda: la grande storia di Magnolia (e di quelle rane che piovono)

Il capolavoro di Paul Thomas Anderson è un insieme di suggestioni, emozioni e provocazioni impossibili da dimenticare. Una di quelle opere che cambiano il modo di vedere il mondo

Paul Thomas Anderson è il più grande regista della sua generazione”. Nel momento in cui questa frase apre la rubrica Momenti, nessuno può metterla in dubbio. PTA – pochi altri come lui sono diventati una sigla immediatamente riconoscibile da addetti ai lavori o semplici appassionati – ha costruito quasi un culto della propria personalità registica riuscendo, come pochi altri nella storia del cinema, a puntellare la propria carriera di soli capolavori e cult. Prima di lui, per varietà di generi, sguardi e ambizione dei suoi progetti, erano riusciti a fare lo stesso solo Stanley Kubrick e John Ford, in modo diverso.

Magnolia, un Tom Cruise mai visto

Con Magnolia, però, più che con tutte le sue altre opere, non ha segnato solo l’Arte a cui ha dedicato tutta la vita, ma un’epoca e appunto una generazione. Le scene iconiche che sono diventate modi di dire – la pioggia di rane su tutte, citazione del libro dell’Esodo della Bibbia – il cast all star di cui rimane impresso un Tom Cruise mai così bravo e “diverso”, la regia che si permette movimenti, ellissi, audacie un tempo neanche pensabili hanno creato un fenomeno di culto, di costume arrivato fino ad oggi.

Se parli di Magnolia, ormai, non pensi alla pianta. Ma al film, a quell’insieme di suggestioni, emozioni e provocazioni impossibili da dimenticare. E all’età che avevi quando le hai viste e vissute. Una di quelle opere che segnano l’esistenza degli spettatori e nei casi più fortunati, il modo di guardare il mondo.

E se lo andrete a rivedere – atto dovuto – vi colpirà un’ulteriore nostalgia. Non solo per quel 1999 (la seconda metà degli anni ’90, sempre sottovalutata, ci ha regalato vari capolavori generazionali, da Strange Days a Il grande Lebowski, passando per Trainspotting), ma per due attori straordinari venuti a mancare nel frattempo, Philip Seymour Hoffman e Philip Baker Hall.

Ora guardate il video. Ma prima aprite l’ombrello.