Qualcuno volò sul nido del cuculo, il romanzo di Ken Kesey, venne pubblicato per la prima volta nel 1962. La storia nasceva dalla reale esperienza dell’autore come volontario in ospedale e colpì immediatamente l’attenzione di una star dell’epoca, Kirk Douglas.
A quel tempo Douglas era all’apice della carriera, aveva già ricevuto tutte e tre le sue candidature all’Oscar come miglior attore protagonista e aveva già lavorato con Stanley Kubrick in Orizzonti di gloria (1957) e Spartacus (1960). Qualcuno volò sul nido del cuculo divenne il suo più grande progetto personale tra gli anni Sessanta e Settanta, al punto che ne comprò direttamente i diritti di adattamento per interpretare il ruolo di Randle Patrick McMurphy.
Dopo aver ceduto la produzione al figlio Michael, fu proprio quest’ultimo ad approvare Miloš Forman alla regia e a convincere il padre a rinunciare al ruolo che sognava da anni. Era troppo anziano, secondo Douglas Jr, e avrebbe dovuto farsi da parte per il bene del film. La parte di McMurphy venne inizialmente offerta a James Caan, che rifiutò. Si pensò anche a Marlon Brando e a Gene Hackman, prima di assegnarla definitivamente a Jack Nicholson. Anche il ruolo dell’infermiera Mildred Ratched venne rifiutato da sei attrici, tra cui Tippi Hedren e Angela Lansbury, prima di arrivare a Louise Fletcher.
Qualcuno volò sul nido del cuculo è ancora oggi ricordato come il primo grande film-denuncia sulle condizioni degli ospedali psichiatrici negli Stati Uniti. E uno dei pochissimi, soltanto tre nella storia di Hollywood, a raggiungere lo status dei “Big Five” agli Oscar: miglior film, miglior regista, miglior attore, miglior attrice e migliore sceneggiatura (non originale).
Quanto avrebbe influito sulla storia di questo film, e del cinema, l’interpretazione di Kirk Douglas al posto di Jack Nicholson? Questa è un’altra storia, non lo sapremo mai.
THR Newsletter
Iscriviti per ricevere via email tutti gli aggiornamenti e le notizie di THR Roma