C’era una volta la Dolce Vita. Fatta di cinema, certamente, di paparazzi e di star. Ma fatta anche dalla gente, dai ragazzi seduti ai bar, dalle coppie nei caffè, dal “popolo” di via Veneto di passaggio per un aperitivo, una cena con gli amici e le speranza – perché no – di tornare a casa con l’autografo di un divo. I tempi sono cambiati, il mondo del cinema pure. E da anni via Veneto e i suoi dintorni sono rimasti cristallizzati nel ricordo di ciò che furono: ad affollare i bar sono i turisti, negli alberghi non ci vanno le star e la gente, quella di passaggio, da queste parti non si vede più da un pezzo.
La rinascita della Casa del Cinema, fondata nel 2004 a due passi da via Veneto e riaperta dal 5 maggio dopo i lavori di ristrutturazione, risveglia dalla sua malinconica sonnolenza un intero quadrante. “La sua riapertura è un segno di speranza e di ottimismo per tutta Roma”, ha detto all’inaugurazione dell’evento Gian Luca Farinelli, presidente della Fondazione Cinema per Roma, entrata dallo scorso febbraio nella gestione della struttura. “Roma ha un rapporto viscerale e vitale con il cinema, e questo è solo l’inizio di un percorso – ha proseguito Paola Malanga, direttrice artistica della Festa del Cinema di Roma – la Casa del Cinema entrerà in sinergia con la Festa del Cinema, con via Veneto, con il Centro Sperimentale, anche con il Cinema dei Piccoli, qui a Villa Borghese. Sarà una casa e un festival cittadino, presente tutto l’anno, in armonia con l’industria. L’obiettivo? Formare un nuovo pubblico”.
Dotata di un nuovo ingresso, con tre sale rinnovate (da 118, 65 e 46 posti) e una parte esterna resa più accogliente in vista dell’arena estiva (il logoro tappeto in erba sintetica è stato sostituito con il prato vero; i posti sono 300), la Casa del Cinema parte con un programma molto ricco, che spazia dalla “Carta Bianca” data a Martin Scorsese (il regista ha curato la programmazione dei suoi titoli, abbinata ad altri film: “Se verrà a Roma? – dice Farinelli – Chissà, ha un’agenda complicata. Magari dopo Cannes”) e ancora le “Passeggiate romane” dedicate alle pellicole sulla città e gli appuntamenti all’arena – uno a sera – che inizieranno il 5 giugno con una serata dedicata al regista Alessandro D’Alatri e al suo film del 1994, Senza Pelle.
In programma anche la sezione “Cannes Cannes” con dieci film premiati con la Palma d’oro del festival francese, l’operazione gemella “Venezia, un giorno da leone” (a settembre), oltre a retrospettive, omaggi ad Anna Magnani (a 50 anni dalla morte), Gian Maria Volontè, Gina Lollobrigida. Tutto, spiega Malanga, “nello spirito del gioco. Usciamo da casa nostra ed entriamo nella casa del cinema”. Cinque euro il prezzo del biglietto, con la possibilità di sconti e riduzioni: “Abbiamo aperto anche una gara per il punto ristoro – ha aggiunto Francesca Via, direttore generale della Fondazione – vogliamo attirare il pubblico dei giovani, con la programmazione e l’offerta gastronomica. Abbinare la proiezione all’aperitivo, attivare corsi, farne un centro di aggregazione”.
Alla serata di gala, aperta da un’esibizione della Banda dell’Esercito, hanno partecipato, tra gli altri, i registi Marco Bellocchio, Andrea Segre e Matteo Garrone, lo scrittore Gianrico Carofiglio, l’attore Alessandro Preziosi e la direttrice artistica dei David di Donatello, Piera De Tassis: chissà che la Dolce Vita, finalmente, non riparta da qui.
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