“Mi sorprende moltissimo che abbia trovato il tempo per essere qui. È una voce importantissima”. Esordisce così Daniele Orazi, l’agente di nomi del calibro di Luca Marinelli, Monica Bellucci e Alba Rohrwacher e fondatore di DO, società dedicata a produzione e management, nel presentare Chris Prapha, talent manager protagonista del panel organizzato a Casa Alice in collaborazione con THR Roma, Il manager americano e l’agente italiano. Un confronto sulle differenze tra il mercato europeo e americano dal punto di vista dei professionisti del settore.
Partner e principale talent manager di Artist International Group, Prapha vede nel suo elenco di star talenti internazionali – tra cui la vincitrice dell’Oscar come miglior attrice non protagonista Michelle Yeoh per Everything Everywhere All At Once– protagonisti di blockbuster e produzioni hollywoodiane. “Come ho iniziato? Lavorando per altri manager e agenti. Gli preparavo l’agenda, il caffè e fotocopiavo le sceneggiature”.
Chris Prapha e la gavetta
“Quando avevo 12 anni lessi un articolo su un manager musical e decisi di fare la stessa cosa, volevo aiutare gli artisti. Entrare nel business è difficile, devi cercare di essere presente e ascoltare qualsiasi telefonata per capire come gli altri operano. Ci vogliono anni anche se non c’è una durata unica per la gavetta. Una buona media sono cinque anni. Come diventare medico (ride, ndr)”, ha continuato il manager.
Tra gli aspiranti giovani attori, sia italiani che stranieri, che riempivano la sala si potevano riconoscere i volti di interpreti italiani ormai affermati come Massimiliano Caiazzo, Lidia Vitale, Maurizio Lombardi e lo sceneggiatore Nicola Guaglianone. Tutti riuniti per ascoltare Chris Prapha parlare del suo lavoro e ottenere consigli utili per muoversi nel settore.
La differenza tra manager e agente negli Stati Uniti
“Negli Stati Uniti abbiamo una grande considerazione dell’Italia. Specie dopo The White Lotus”, sottolinea scherzosamente il manager. “Ma l’accento per un attore che vuole provare a sfondare a Hollywood è un problema. I ruoli, se marcati, sono specifici. Ma se ci si lavora le opportunità crescono. Ora che, grazie allo streaming, c’è un’importante apertura a diverse nazionalità e possono nascere maggiori opportunità di lavoro. Anche se consiglio sempre di iniziare la carriera nel proprio Paese. Il mondo si è aperto ma bisogna crearsi prima una base”.
Numerose le domande da parte del pubblico, tra cui membri dell’associazione di categoria Asa (agenti spettacolo associati) che interrogano Prapha sulle differenze tra manager e agente oltreoceano. “Quello del manager è un rapporto più personale con il cliente rispetto all’agente. Ma collaboriamo insieme, non c’è concorrenza. Abbiamo tutti lavori e compiti diversi”, sottolinea svelando come anche negli Stati Uniti Call My Agent sia “un grande successo. Una rappresentazione veritiera e divertente del nostro lavoro”.
Impossibile poi non accennare al doppio sciopero che ha bloccato Hollywood. “È un momento difficile per tutti”, ammette il talent manager. “La buona notizia è che questa lotta si sta portando avanti è per tutti. Sperso che si risolva in un paio di mesi”.
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