Negli uffici dei dirigenti di tutta Hollywood si discute se mandare in onda o accantonare i contenuti già realizzati. Sulla scia della decisione della SAG-AFTRA (sindacato degli attori, ndr) del 13 luglio di aderire allo sciopero della Writers Guild of America (sindacato degli sceneggiatori, ndr), i dirigenti televisivi, come le loro controparti cinematografiche, si sono trovati a dover affrontare il dibattito.
Senza una chiara idea di quanto durerà l’interruzione del lavoro, la domanda da porsi è: “Volete davvero esaurire le cartucce che avete a disposizione all’inizio della lotta? E, a questo proposito, vale la pena lanciare le serie senza che le star siano disponibili a promuoverle?”
Il dilemma causato dallo sciopero
Presso diverse piattaforme si sta già discutendo di posticipare alcune serie già girate (ma che non hanno ancora una data di uscita) all’inizio del 2024, se non addirittura di accantonarle fino alla fine del doppio sciopero. In almeno un paio di casi, i dirigenti affermano che le star stesse hanno chiesto di trattenere i loro show in modo da poter partecipare alla promozione.
“Sono in corso numerose discussioni su come fare in modo che, almeno nel corso del prossimo anno, ci sia una frequenza costante di contenuti, anche se si tratta di contenuti minori”, afferma un dirigente di piattaforme streaming, che nota come il suo canale sia più propenso ad accantonare i prodotti delle star. “Se non si iniziasse a discutere di questo, si assisterebbe a lanci continui nel terzo e quarto trimestre e poi a un calo molto, molto forte nel primo trimestre del prossimo anno”.
Nelle decine di conversazioni che The Hollywood Reporter ha avuto con i dirigenti di tutto il panorama, una cosa è apparsa chiara: non è stata presa alcuna decisione. In parte perché, secondo alcuni, molti nutrono ancora la speranza che gli scioperi possano terminare rapidamente. Altri aspettano di vedere cosa fanno i loro concorrenti, se il limite di ammissibilità agli Emmy per il 2024 venga posticipato e se emergeranno scappatoie per la pubblicità. (Al momento, la SAG-AFTRA ha impedito ai talent di promuovere il lavoro degli Studios sui social media). Ciononostante, una fonte della Disney afferma che, nel valutare il da farsi, si sta considerando la data del 1° gennaio come il peggiore degli scenari.
Cosa faranno le piattaforme?
Il dibattito filosofico sarà pure lo stesso dappertutto, ma le piattaforme variano in modo significativo in termini di quantità di materiale in giacenza e, di conseguenza, di flessibilità nella possibilità di spostare o accantonare i prodotti. Secondo un insider, Netflix, che si ritiene sia la più fornita di tali contenuti, starebbe discutendo se trattenere fino a cinque show che devono ancora uscire. La FX, invece, ha in sospeso le stagioni completate di Feud: Capote’s Women di Ryan Murphy, che vede la partecipazione di un cast di star tra cui Naomi Watts, Demi Moore, Diane Lane, Calista Flockhart, Chloë Sevigny e Molly Ringwald, e l’ultima stagione di Fargo, con Jon Hamm.
Nessuna delle due serie è stata annunciata al pubblico e, sebbene siano entrambe dei franchise di successo, non sono più in onda da anni. Inoltre, come osserva un dirigente della concorrenza a proposito del primo, “perché preoccuparsi di ingaggiare tutte quelle star per poi non farle lavorare con la stampa?”.
Apple TV+ deciderà poi in merito alla sua serie di show trainati da star, tra cui Bad Monkey (Vince Vaughn) e Palm Royale (Kristen Wiig, Laura Dern), che sono già in cantiere. Nel frattempo, Showtime ha completato le stagioni di The Curse, con Emma Stone, Nathan Fielder e Benny Safdie, e di Fellow Travelers di Matt Bomer e Jonathan Bailey, mentre Paramount+ ha già concluso la produzione del suo revival di Frasier. Anche i canali più piccoli, come AMC+, dovranno decidere quando mandare in onda serie come Orphan Black: Echoes, con Krysten Ritter.
Il pericoli dell’interruzione della messa in onda
Eppure, come sottolineano molti dirigenti, bisogna muoversi con cautela, anche se in televisione può essere più facile che al cinema, dove è necessario assicurarsi gli schermi. Per prima cosa, le piattaforme vogliono e hanno bisogno di una fornitura costante di contenuti freschi, e ce ne sono molti, come Only Murders in the Building di Hulu, che sono già stati annunciati e per i quali i media si sono espressi. In effetti, molte delle serie che usciranno quest’estate hanno anticipato lo sciopero della SAG-AFTRA con interviste più lunghe o in stile junket con i loro cast.
Data l’attenzione e il timore che si nutrono nei confronti della produzione di serie, c’è molta attenzione nell’insistere sul materiale. Come notano diversi dirigenti, c’è un vantaggio significativo nel mantenere gli show a ciclo continuo, facendoli arrivare al pubblico quando se li aspetta. Il pericolo è una delle considerazioni principali che si possono trarre dalla pandemia. L’ultima volta che è stato chiuso il rubinetto della produzione hollywoodiana, ne sono un esempio Atlanta o Dave della FX, gli show hanno subito grossi danni a causa dell’interruzione della messa in onda per un periodo prolungato. Un dirigente ha osservato in relazione allo sciopero: “Bloccare una serie anche solo per qualche mese potrebbe davvero danneggiarla”.
Traduzione di Pietro Cecioni
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