The Hollywood Reporter ha scelto Fremantle come vincitore del primo premio International Producer of the Year. Il riconoscimento è assegnato a un produttore indipendente non statunitense che THR giudica in quanto società più entusiasmante e innovativa dell’anno.
THR consegnerà il premio ad Andrea Scrosati, Direttore Generale del Gruppo e Amministratore Delegato dell’Europa Continentale, e a Christian Vesper, Amministratore Delegato di Global Drama, in occasione di un evento di gala alla Mostra del Cinema di Venezia il 3 settembre.
Con una rete globale di quasi 50 società – che vanno dal gigante tedesco UFA (Deutschland ’83) e il gruppo televisivo italiano Lux Vide (I Medici di Netflix) all’israeliana Abot Hameiri (Shtisel) e alla Passenger di Richard Brown (True Detective) – e un fatturato di oltre 2,5 miliardi di dollari (2,3 miliardi di euro) lo scorso anno, Fremantle è chiaramente una delle più grandi compagnie indipendenti internazionali.
Tuttavia, ciò che l’ha resa il produttore internazionale dell’anno è stata la sua strategia – guidata dall’amministratore delegato Jennifer Mullin insieme a Scrosati e Vesper – di puntare sul talento raddoppiando gli investimenti sulla fiction di alto livello, compreso il cinema indipendente, accaparrandosi società come l’irlandese Element Pictures, produttrice del premio Oscar La favorita di Yorgos Lanthimos (e del suo prossimo titolo in concorso a Venezia, Povere creature!) e l’italiana Wildside (L’amica geniale della HBO) e The Apartment (Priscilla di Sophia Coppola).
Inoltre, si è assicurata i migliori talenti grazie a contratti di prima visione e sviluppo con attori del calibro di Angelina Jolie, il regista di Niente di nuovo sul fronte occidentale Edward Berger, il regista di Chernobyl Johan Renck, il creatore di Luther Neil Cross e l’acclamato produttore Nicholas Weinstock (Severance di Apple TV+). L’obiettivo di tutta questa attività di acquisizione – Fremantle ha speso più di un quarto di miliardo di dollari dal 2021 per acquisire una dozzina di società – non è mai stato quello di “comprare per la crescita”, dice Scrosati, ma di “investire nel talento” a lungo termine.
La crescita c’è stata – il fatturato del primo semestre ha superato gli 1,1 miliardi di dollari (1 miliardo di euro) quest’anno – ma non a scapito della qualità e delle produzioni più avanzate. Quest’anno sono ben cinque le produzioni Fremantle presentate in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia.
Fremantle, i film a Venezia80
Oltre a Povere creature! di Lanthimos e Priscilla di Coppola, la divisione italiana di Fremantle presenterà Finalmente l’alba di Saverio Costanzo con Lily James, Willem Dafoe e l’esordiente Rebecca Antonaci, il dramma poliziesco Adagio di Stefano Sollima con le star italiane Pierfrancesco Favino e Toni Servillo ed Enea, secondo lavoro del regista Pietro Castellito (I predatori). Tra i prossimi lungometraggi di Fremantle figurano Without Blood, diretto da Angelina Jolie e adattamento del bestseller di Alessandro Baricco Senza sangue con Salma Hayek e Demián Bichir, e la versione di Luca Guadangino del romanzo cult di William S. Burroughs, Queer, con Drew Starkey e Daniel Craig.
“È piuttosto raro trovare produttori che abbiano una visione e, allo stesso tempo, la capacità di mettere il proprio talento al servizio della visione altrui, fornendo risorse e tutelando l’atto creativo”, ha dichiarato Stefano Sollima, che sta dirigendo il biopic sulla casa automobilistica Ferrari dello scrittore di Peaky Blinders Steven Knight per Apple TV+, co-prodotto da Fremantle e The Apartment.
Grazie alla ricerca di nuovi modi per finanziare e distribuire contenuti all’avanguardia senza compromettere la libertà creativa e, attraverso la divisione Global Drama, all’invenzione di nuovi mezzi di coproduzione transfrontaliera, Fremantle ha dimostrato di essere non solo un grande produttore indie, ma anche un produttore visionario.
Il primo premio come produttore internazionale dell’anno va a una società che ha mostrato come potrebbe essere il futuro della produzione fiction. “Lo spirito creativo di Fremantle, la sua fame di novità e il suo meraviglioso talento nel creare un senso di familiarità ispirano noi della Nine Hours nove ore al giorno”, afferma Edward Berger. “Siamo molto orgogliosi di lavorare con loro. Questo riconoscimento non poteva andare a un produttore più meritevole”.
Traduzione di Pietro Cecioni
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