La trattativa tra studios e sceneggiatori è fallita. Venerdì i rappresentanti degli sceneggiatori (Wga) e dei produttori (Amptp) si sono seduti attorno a un tavolo per la prima volta dopo tre mesi di sciopero degli uni contro gli altri. L’incontro però non è andato bene. Non è ripartita la contrattazione per il rinnovo del contratto triennale, in cui gli scrittori vogliono inserire garanzie contro l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, un calcolo più conveniente e chiaro dei diritti d’autore per le opere che vanno in streaming e adeguamenti salariali. Le offerte degli Studios, hanno scritto in un comunicato una volta concluso l’incontro, su questi punti sono ancora insufficienti per i lavoratori.
Il negoziato tra gli sceneggiatori di tv e cinema rappresentati dalla Writers Guild of America (Wga) e l’Alleanza dei produttori (Amptp), che riunisce le Majors tradizionali e le piattaforme di streaming, si era interrotto nella notte del 1 maggio, quando il vecchio contratto era scaduto senza una firma sul nuovo. È partito così il primo sciopero della Wga dopo 15 anni. L’ultimo, quello a cavallo tra 2007 e 2008, era durato 100 giorni. Un record che si avvicina anche quest’anno. Lo stesso iter si è ripetuto due mesi dopo con la trattativa per aggiornare il contratto degli attori, rappresentati dalla sigla Sag-Aftra, che si sono uniti ai picchetti il 14 luglio: uno “sciopero doppio” che non si verificava dal 1960.
L’incontro per le trattative
La riunione si è svolta a Los Angeles con il presidente dell’Amptp Carol Lombardini e il capo negoziatore della Wga Ellen Stutzman e il consigliere generale della gilda Tony Segall. “Oltre a una risposta esauriente da parte dell’Amptp alle nostre proposte in tutte le aree di lavoro”, scrive la Wga nel suo comunicato, “dovremo affrontare anche altre questioni legate allo sciopero, tra cui un’estensione delle prestazioni sanitarie e la reintegrazione degli scrittori in sciopero”. Il comitato di negoziazione “resta a disposizione per riprendere i negoziati in buona fede per stipulare un accordo equo per tutti gli scrittori”.
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