Hollywood è in crisi dopo l’annuncio dell’inizio dello sciopero della Writers Guild of America. Il primo in quindici anni. L’inizio è programmato a Los Angeles per le 13:00 locali nei siti di produzione della città, con manifestazioni in contemporanea a New York.
La Writers Guild of America ha annunciato che l’interruzione del lavoro inizierà nel pomeriggio del 2 maggio, dopo che i negoziati della sera precedente con i rappresentanti degli studios e delle piattaforme di streaming sono risultati inefficaci. A Los Angeles, i membri dell’associazione inizieranno a picchettare in luoghi come gli Amazon/Culver Studios, CBS Radford e CBS Television City, la sede della Disney a Burbank, quella di Netflix a Hollywood e gli studi di Fox, Sony, Paramount, Warner Bros e Universal a Los Angeles.
La Writers Guild of America contro gli studios
In un comunicato la WGA ha dichiarato che il suo comitato negoziale “ha iniziato questo processo con l’intenzione di raggiungere un accordo equo, ma la risposta degli studios è stata del tutto insufficiente, data la crisi esistenziale che gli sceneggiatori stanno affrontando”. Il sindacato ha affermato che gli studios e le piattaforme streaming non avrebbero accettato di garantire un numero minimo di settimane di lavoro per gli sceneggiatori televisivi durante i negoziati, che avrebbero proposto la creazione di una “tariffa giornaliera” per gli sceneggiatori di commedie/varietà (creando una categoria tipo “day-player” per gli autori) e che avrebbero “ostacolato” le proposte volte a ridurre al minimo il lavoro non pagato e a regolare l’uso delle IA, come ChatGPT, nelle opere coperte dal contratto WGA.
All’inizio della serata, la Alliance of Motion Picture and Television Producers, che rappresenta gli studios e le piattaforme streaming nella contrattazione collettiva, ha dichiarato in un comunicato che i negoziati si erano “conclusi senza un accordo”. Nella sua spiegazione, la AMPTP ha affermato di aver avanzato “una proposta con un pacchetto onnicomprensivo”, che includeva aumenti dei compensi, anche per i diritti residuali sullo streaming, ma che tra i punti di stallo rimasti c’erano le proposte dell’associazione sul numero minimo di sceneggiatori per progetto e di settimane di lavoro.
In ogni caso, la AMPTP ha dichiarato di essere “disponibile a discutere con la Writers Guild of America per cercare di superare questa impasse”. Le sue aziende, ha aggiunto, “rimangono unite nel loro desiderio di raggiungere un accordo che sia vicendevolmente vantaggioso per gli sceneggiatori e per la salute e la longevità del settore, e di evitare sofferenze alle migliaia di lavoratori che dipendono da questa industria per il loro sostentamento”.
Le due parti non hanno ancora fissato una data per tornare al tavolo dei negoziati. La decisione avrà un impatto immediato sui programmi di tarda serata, che si affidano a membri della WGA per avere copioni aggiornatissimi, con riferimenti agli ultimi sviluppi delle news. Se lo sciopero andrà avanti per un periodo più lungo, la WGA ha avvertito che le stagioni delle reti televisive potrebbero subire ritardi, dato che gli autori solitamente iniziano a lavorare a maggio o giugno sulle trasmissioni che debuttano in autunno.
Quando sono stati contattati lunedì primo maggio, molti membri della WGA hanno fatto riferimento alle proposte dettagliate dell’associazione alle aziende per i negoziati del 2023, che la WGA ha condiviso con i membri quella sera (il documento comprende anche le presunte risposte della AMPTP). La risposta di uno showrunner a queste proposte è stata che gli studios e le piattaforme streaming “si pentiranno di non aver preso la cosa sul serio. Hanno fatto finta di farlo, ma alla fine hanno lanciato il segnale ad altri sindacati che non sono disponibili a parlare di niente che affronti veramente il modo in cui è cambiato il business”.
Uno sceneggiatore ha aggiunto che sono rimasti “davvero senza parole davanti alla completa mancanza di disponibilità della AMPTP di negoziare sull’IA. Vogliono semplicemente delle storie generate dai computer e magari uno sceneggiatore che gliele vivacizzi un po’, per poi tagliarci fuori dal processo”. Un altro sceneggiatore, un veterano con vent’anni di esperienza televisiva e membro della WGA, si è dimostrato un po’ scettico nei confronti dello sciopero, e ha detto a THR: “Tutti questi ricchi showrunner hanno agitato la base, ci hanno condotto in battaglia e hanno messo a rischio il destino degli scrittori del ceto medio, che dovrebbe essere il punto focale di tutto. Spero solo che abbiano un piano realistico”.
Per quanto riguarda le aziende, un dirigente ha risposto al documento definendo “folle” la proposta del sindacato sul numero minimo di assunzioni. Il dirigente ha continuato: “La decisione dovrebbe spettare agli showrunner”, che sono rappresentati anche loro dalla Writers Guild of America. Nella settimana precedente alla scadenza del loro contratto, la WGA ha fornito ai membri regole rigide sullo sciopero: niente scrittura, revisioni, pitch o negoziati con le aziende che fanno parte della Alliance of Motion PIcture and Television Producers (AMPTP), che sta contrattando con gli sceneggiatori.
Le tappe dei negoziati
La WGA ha istruito i suoi membri a segnalare i colleghi che potrebbero aver violato queste regole, perché possano essere sottoposti a provvedimenti disciplinari, e a dire alle aziende con proposte di sceneggiatura in loro possesso di restituirle e cancellarle. La WGA sta anche dando ordine di picchettare nei luoghi assegnati a meno che non si abbiano “validi motivi medici”, problemi personali o urgenze.
Questa svolta arriva al culmine di mesi di congetture nel settore su un possibile sciopero degli sceneggiatori alla scadenza del loro contratto, il primo maggio. Si pensava che gli sceneggiatori, intralciati nei loro negoziati del 2020 su un contratto triennale a causa della pandemia di COVID-19, e galvanizzati dal successo della loro campagna contro la pratica dell’agency packaging, avrebbero messo in scena una minaccia di sciopero credibile nel 2023, per cercare importanti aumenti dei compensi nell’era dello streaming.
Gli sceneggiatori non avevano fatto molto per smentire le voci: i leader avevano fatto notare che il sindacato ha la reputazione di passare all’azione “quando è necessario” e quasi il 98% dei membri aveva autorizzato uno sciopero circa due settimana prima della fine del loro contratto (la WGA si è affidata a lungo alla sua reputazione di sindacato disposto a lasciare il tavolo per ottenere vantaggi nei suoi negoziati con i produttori).
I negoziati sull’accordo sono iniziati il 20 marzo e sono stati interrotti lunedì primo maggio alle 20 (ora di Los Angeles). Gli sceneggiatori hanno spinto per maggiori compensi dell’era dello streaming, attraverso basi salariali più elevate, il regolamento delle mini-room e compensi più elevati per i diritti residui. Intanto, gli studios e le piattaforme di streaming – che sentono la pressione a tagliare i costi dopo che Wall Street nel 2022 ha osteggiato le produzioni streaming non redditizie e che soffrono il clima economico incerto – stavano invece cercando di tenere sotto controllo le spese relative alla manodopera.
Gli sceneggiatori sono stati guidati nei negoziati dal direttore esecutivo della WGA West, Ellen Stutzman, che ha assunto l’incarico dopo che il direttore esecutivo della sezione occidentale del sindacato, David Young, si è ritirato per motivi di salute il 28 febbraio. Carol Lombardini, che è a capo dei negoziati della AMPTP dal 2009, ha guidato i negoziati per i produttori.
Ora rimane da vedere quando le parti torneranno al tavolo dei negoziati e quanto potrebbe protrarsi lo sciopero prima del raggiungimento di un accordo. L’ultima interruzione del lavoro della WGA, nel 2007-2008, era durata 100 giorni, mentre lo sciopero del 1988 era durato 153 giorni e quello del 1985 14 giorni.
Lesley Goldberg ha contribuito all’articolo.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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