Che succede se si organizza un red carpet e gli invitati sono in sciopero?
Per gli organizzatori dei festival cinematografici autunnali – e per gli studios, che stanno pianificando anteprime estive in grande stile – questo scenario da incubo sembra destinato ad avverarsi dopo che le trattative contrattuali tra l’associazione degli attori SAG-AFTRA e l’Alliance of Motion Picture and Television Producers (AMPTP) si sono concluse senza un accordo la sera di mercoledì 12 luglio.
È quasi certo che il consiglio nazionale della SAG-AFTRA indirà ufficialmente uno sciopero nella riunione di giovedì 13 luglio a Los Angeles. I sindacati non hanno annunciato pubblicamente i protocolli per i membri in caso di sciopero, ma durante una riunione – tenutasi lunedì con le maggiori società di pubbliche relazioni e centinaia di agenti – i leader della SAG-AFTRA hanno illustrato come le regole dello sciopero potrebbero avere un impatto sulla promozione e sulle campagne dei film. Una fonte informata sulla riunione ha riferito a The Hollywood Reporter che la promozione e le attività con la stampa per progetti cinematografici e televisivi legati alle società coinvolte non saranno consentite. Il che significa che le star non potranno calcare i red carpet di Venezia e Toronto, né partecipare alle campagne “For Your Consideration” degli Emmy.
Lo sciopero sta già avendo un impatto. La Universal ha anticipato di un’ora il red carpet della prima londinese di Oppenheimer di Christopher Nolan, previsto per giovedì sera (ora locale), a quanto pare per consentire al cast stellare, che comprende Cillian Murphy, Robert Downey Jr. Matt Damon, Emily Blunt e Florence Pugh, di fare servizi fotografici e interviste spot prima dell’annuncio ufficiale dello sciopero della SAG-AFTRA.
Anche le future anteprime, compreso il red carpet di Oppenheimer previsto a New York il 17 luglio, subiranno probabilmente gli effetti dello sciopero.
Dall’altra parte del mare d’Irlanda, al Galway Film Festival, Matthew Modine avrebbe dovuto partecipare alla prima di gala di The Martini Shot di Thaddeus O’Sullivan, in cui interpreta un regista malato che intende girare il suo ultimo film. Secondo THR, Modine è già a Galway per la prima ma, dato che questa inizia alle 21.30 ora locale, ben quattro ore e mezza dopo il voto sullo sciopero, sembra improbabile che possa partecipare per promuovere il film. Modine ha in programma anche una Masterclass a Galway sabato, che non dovrebbe essere influenzata dallo sciopero in quanto non è direttamente collegata a un film o a un’attività promozionale.
Ma la notizia dell’imminente sciopero ha messo in affanno i team pubblicitari e i dipartimenti di marketing, per concepire piani di emergenza per l’imminente stagione dei festival autunnali. La Mostra del Cinema di Venezia, che prenderà il via il 30 agosto, e il Toronto International Film Festival, che inizierà il 7 settembre, sono le due piattaforme autunnali per i principali titoli indipendenti, delle divisioni specializzate degli studios e delle piattaforme streaming. Venezia annuncerà il suo programma per l’edizione 2023 il 25 luglio.
“Non credo che lo sciopero avrà un impatto sulla selezione dei film che andranno a Venezia o a Toronto”, ha osservato un dirigente pubblicitario di lungo corso. “Venezia ha già spedito gli inviti, i registi hanno già accettato. Ma se gli attori non possono partecipare né fare promozione, sarà un evento molto diverso”.
Lo sciopero degli sceneggiatori in corso ha già avuto un impatto minimo sul red carpet di Cannes, dove sceneggiatori-registi come Wes Anderson e Martin Scorsese hanno comunque partecipato, promuovendo i loro progetti con gli studios in qualità di registi. Ma se lo sciopero della SAG-AFTRA impedisse a talenti di prim’ordine come Zendaya (protagonista del film di apertura del festival di Venezia, Challengers) di sfilare al Lido e di prendere parte a eventi promozionali internazionali, tutto cambierebbe.
“Se non ci sono star, i giornalisti verranno a coprire il festival? E se non verranno, cosa significherà per la promozione del vostro film, sia sul momento che prima dell’uscita?”, osserva un dirigente delle pubbliche relazioni specializzato nelle trasferte per i festival. “Molti film non riceveranno l’attenzione o la pubblicità che speravano”.
L’impatto su un film di punta come Oppenheimer di Nolan, che ha suscitato un enorme clamore già prima della sua anteprima, potrebbe essere limitato. “Tutti sanno già di cosa parla quel film”, osserva un esperto di marketing informato sulla campagna dello studio per Oppenheimer, “le anteprime e i red carpet sono solo la ciliegina sulla torta”.
Un responsabile delle pubbliche relazioni ha suggerito che gli studios potrebbero addirittura accogliere con favore il divieto di partecipazione per gli attori, se ciò significasse che non devono pagare il conto per far volare le loro star a Venezia e pagare le suite di hotel di lusso.
Ma un film come Ferrari di Michael Mann, che dovrebbe essere presentato in anteprima a Venezia, potrebbe essere penalizzato se le sue star, tra cui Adam Driver e Shailene Woodley, non potessero partecipare al festival. La Neon, che all’inizio del mese ha acquisito il film per gli Stati Uniti, contava su un’anteprima spettacolare al Lido, con la relativa copertura della stampa, per far conoscere al pubblico il biopic sulle corse d’auto e preparare il terreno per la stagione dei premi e l’uscita sul mercato nazionale.
Allo stesso modo, Netflix dovrà rinunciare ai suoi piani promozionali per Maestro di Bradley Cooper – un’altra anteprima prevista a Venezia – se Cooper e le co-protagoniste Carey Mulligan e Maya Hawke non potranno partecipare. Cooper potrebbe teoricamente continuare a promuovere il film in qualità di regista, ma essendo anche membro della SAG-AFTRA e della WGA, avrebbe difficoltà a rispettare le regole sindacali evitando domande sulla sua interpretazione del leggendario compositore Leonard Bernstein o sulla sceneggiatura, che ha scritto insieme a Josh Singer.
Uno sciopero degli attori statunitensi, qualunque sia la sua forma, non farà deragliare i festival di Venezia o Toronto. Entrambi gli eventi si sono sempre basati su produzioni internazionali per la maggior parte dei loro programmi. I film europei, asiatici, africani e sudamericani, con i loro attori, saranno presenti in forze, a prescindere. Ma se la SAG-AFTRA e l’AMPTP non riusciranno a risolvere rapidamente la loro disputa e a far sì che i talenti hollywoodiani abbandonino i picchetti e tornino a sfilare sui red carpet, per la stagione autunnale dei festival di quest’anno si prevedono eventi molto più noiosi, e meno globali.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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