Lo scorso febbraio, David Zaslav (amministratore delegato di Warner Bros.) si è recato negli uffici della CAA (Creative Artists Agency), accompagnato dai capi del suo studio cinematografico, Michael DeLuca e Pam Abdy. La delegazione si è riunita nell’ufficio dell’agente Maha Dakhil, dove erano presenti Kevin Huvane e Joel Lubin. Tra di loro c’era poi un cliente piuttosto importante: Tom Cruise.
L’incontro era il risultato di una telefonata che DeLuca e Abdy avevano fatto a Dakhil, chiedendo di trasmettere un messaggio di ringraziamento a Cruise per aver lavorato così duramente al fine di salvare i cinema. All’epoca, il divo era ancora impegnato nella realizzazione del settimo film di Mission: Impossible, che aveva portato avanti, contro ogni aspettativa, durante la pandemia. Nel frattempo Top Gun: Maverick aveva ripristinato la fiducia nella sostenibilità delle sale cinematografiche. Poco dopo, Cruise avrebbe poi promosso il fenomeno Barbenheimer, una mossa rara per un attore che non aveva nulla a che fare con nessuno dei due film in questione.
L’incontro con la CAA è durato due ore. Cruise è un esperto quando si tratta di trattare con i dirigenti di Hollywood, e lui e Zaslav si sono subito trovati d’accordo sull’importanza di mantenere in vita i prodotti e le sale cinematografiche. Tant’è che quando la riunione si è conclusa, era già chiaro che l’accordo sarebbe andato a buon fine.
I precedenti con Paramount
È da notare che Paramount, che all’epoca stava spendendo centinaia di milioni per due episodi di Mission: Impossible, non sia mai stata coinvolta nella discussione. Cruise non ha alcun tipo di accordo formale con lo studio, ma ha avuto un lungo rapporto con esso attraverso diversi regimi esecutivi. Cinque dei suoi ultimi sette film sono stati girati per Paramount, ma sembra che la situazione non sia più rosea.
Secondo alcune fonti, Cruise non era soddisfatto del modo in cui Paramount aveva trattato con lui una serie di questioni. Aveva chiesto un avvocato nel 2021, quando lo studio aveva annunciato che Top Gun: Maverick avrebbe avuto una durata di soli 45 giorni nelle sale (cosa che ovviamente non è avvenuta).
Senza dubbio, Cruise sa anche che Paramount è ormai un iceberg in via di scioglimento, una società in cerca di un accordo, e potrebbe considerare la Warner una base più sicura (anche se Cruise non aveva uffici alla Paramount, ora sembrerebbe intenzionato ad aprirne uno alla Warner).
Dal canto suo, anche Paramount ha avuto qualche problema con Cruise: lui e il suo sceneggiatore e regista, Christopher McQuarrie, hanno avuto la tendenza a cambiare idea in modo repentino durante le riprese, facendo spesso saltare il budget. La data di uscita di Mission: Impossible Dead Reckoning – Parte prima è stata spostata quattro volte. Per questo motivo, secondo le fonti, il film ha perso circa 25 milioni di dollari (alcune fonti ritengono che la perdita sia stata di gran lunga superiore).
“Le tensioni tra Tom e la Paramount sono aumentate per quanto riguarda il budget e la collaborazione”, dice una fonte. “Non invia pagine di sceneggiatura, non fa vedere i daily. Prima era molto responsabile per quanto riguarda i budget. Con Dead Reckoning le cose sono cambiate”.
L’affaire Cruise e Warner
A 61 anni, Cruise è ancora un’icona del cinema internazionale. “Probabilmente gli restano altri 10 o 20 anni. Magari non appeso ai palazzi, ma come volto del cinema”, dice un dirigente che ha lavorato con l’attore. Cruise, invece, sembra pensare di poter continuare ad apparire sulle facciate di qualsiasi palazzo. Piuttosto che tornare a girare film come Nato il quattro luglio o Leoni per agnelli, fonti dello studio dicono che Cruise sarebbe intenzionato a lanciare un altro grande franchise. Secondo le fonti, l’accordo con la Warner prevede il via libera per un progetto ancora da identificare, forse un thriller o un film d’azione.
Ad ogni modo, il nuovo accordo di Cruise con la Warner non produrrà nulla con Cruise come protagonista a breve, dato che l’attore sarà impegnato nel nuovo e forse ultimo Mission: Impossible fino a maggio 2025. Inoltre, l’accordo non vincola Cruise a fare qualcosa per lo studio. “Non sono sicuro di cosa sia l’accordo con la Warner”, dice un concorrente. “Sembra più un titolo di David Zaslav che un film”.
Certo è che Zaslav ha fatto qualche passo falso durante il suo mandato a Hollywood, a partire dal famigerato scarto di Batgirl. Tuttavia ha anche sognato di riportare la Warner Bros. ai suoi giorni di gloria e, quando li ha assunti, ha spiegato a DeLuca e Abdy che aveva intenzione di far giungere i più grandi attori e registi in quello studio.
Ora resta da vedere come questo sogno si realizzerà in termini di accordo con Cruise. Zaslav ha lavorato per ridurre il pesante debito dell’azienda, mentre Cruise rappresenta un modo per aprire il portafogli di questa. “Buona fortuna a loro”, ha commentato ironicamente un dirigente che ha lavorato con l’attore di Eyes Wide Shut.
Un altro dirigente esperto che ha avuto a che fare con Cruise vede un valore potenziale nell’accordo anche da prima che questo produca qualcosa di più di un annuncio: “Già solo il poter dire ‘Questa è la casa di Tom Cruise’ è praticamente un colpo di stato. Non fa mai male avere un rapporto molto stretto con la più grande star del cinema al mondo. È già di per sé un cachet. Significa: questo è un posto concreto”.
Traduzione di Pietro Cecioni
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