Disney prevede di tagliare miliardi di dollari dal suo budget per i contenuti nell’anno fiscale 2024. Parlando durante la conferenza stampa della società, Kevin Lansberry, direttore finanziario ad interim della Disney, ha dichiarato che l’anno prossimo la società prevede di spendere 25 miliardi di dollari per i contenuti, in calo rispetto ai 27 miliardi di dollari dell’anno fiscale 2023.
Inizialmente l’azienda puntava a una spesa di 30 miliardi di dollari per quest’anno, ma gli scioperi della Writers Guild of America e della SAG-AFTRA hanno avuto un impatto su tale spesa, così come la nuova strategia di Iger sui contenuti.
Lansberry ha aggiunto che l’azienda punta ora a un “obiettivo di riduzione della spesa in denaro per l’intrattenimento su base annua” di 4,5 miliardi di dollari, escludendo l’impatto degli scioperi. Ha aggiunto che “ci vorranno alcuni anni prima che la maggior parte dei risparmi si rifletta nel conto economico, a causa dei tempi di ammortamento”.
Società a confronto
Lansberry osserva inoltre che circa il 40% della spesa di Disney per i contenuti è destinato ai contenuti sportivi, il che significa che l’anno prossimo l’azienda spenderà 10 miliardi di dollari per lo sport e circa 15 miliardi di dollari per l’intrattenimento. Iger ha dichiarato nel corso della riunione sugli utili che concentrarsi sui grandi film dell’azienda “ci dà la possibilità di ridurre un po’ la spesa e gli investimenti nelle serie”. E questo mix tra spesa per film e per serie, crediamo ci dia l’opportunità di aumentare i nostri margini e di far crescere il business”.
Il costo dei contenuti è diventato un tema scottante per tutte le società di intrattenimento che cercano di ottenere profitti con lo streaming, mentre gli scioperi riducevano la produzione e probabilmente facevano aumentare alcune spese. Netflix, ad esempio, ha dichiarato che prevede di spendere 13 miliardi di dollari per i contenuti quest’anno, rispetto ai 17 miliardi previsti, a causa degli scioperi. Prevede che la spesa per i contenuti si avvicinerà nuovamente alla cifra di 17 miliardi di dollari. Anche altre società, tra cui Warner Bros. Discovery e Paramount, hanno ridotto in parte la spesa per i contenuti.
Dopo anni di dominazione al botteghino, l’impero cinematografico della società è sotto pressione e deve riprendersi da un periodo di crisi. Il capo della Disney, Bob Iger, non ha usato mezzi termini quando gli è stato chiesto di parlare della recente serie di delusioni che la società ha attraversato, anche se ha dovuto prima ricordare agli investitori che non ci sono state solo cattive notizie, facendo notare che quattro dei 10 film con i più alti incassi dell’anno scorso provengono proprio dalla Disney, come Avatar – La via dell’acqua.
“Detto questo, se guardo alla nostra produzione complessiva, cioè allo Studio, è chiaro che la pandemia ha creato molte difficoltà a livello creativo per tutti, anche per noi”, ha detto il magnate dei media. “Inoltre, nel momento in cui la pandemia ha colpito, stavamo aumentando enormemente la produzione e ho sempre pensato che la quantità possa essere negativa quando si tratta di qualità. E credo che sia successo proprio questo. Abbiamo perso un po’ di concentrazione”.
Gli ultimi succesi – e i diversi flop – della Disney
Iger stava apparentemente lanciando una frecciatina al suo predecessore di breve durata, Bob Chapek, per aver incrementato la produzione di contenuti televisivi e cinematografici. Storicamente, anche per buona parte del periodo in cui Iger è stato amministratore delegato la prima volta, la divisione cinematografica dell’azienda ha pubblicato molti meno titoli rispetto ai suoi rivali.
Nel frattempo, la performance della Disney al botteghino sarà sicuramente sotto i riflettori con l’arrivo di The Marvels sul grande schermo. Se le previsioni si riveleranno corrette, il film di supereroi potrebbe avere uno dei peggiori esordi di sempre per i Marvel Studios. Iger – che non ha menzionato The Marvels – ha detto che il compito ora è quello di concentrarsi sulla qualità e non sulla quantità.
“Ci stiamo tutti rimboccando le maniche, me compreso, per fare proprio questo. Abbiamo ovviamente grandi risorse, grandi storie da raccontare grazie alle risorse che abbiamo o che abbiamo acquisito. Mi sento molto ottimista riguardo alla programmazione futura, che sarà un equilibrio tra alcuni sequel molto forti di titoli popolari e alcuni ottimi contenuti originali, a partire da Wish“, ha continuato. “Quindi ho buone sensazioni riguardo alla direzione che stiamo prendendo. Ma sono consapevole che la nostra performance dal punto di vista della qualità non è stata all’altezza degli standard che ci eravamo prefissati”.
Tra i recenti insuccessi di alto profilo della Disney figurano Indiana Jones e il quadrante del destino e La casa dei fantasmi. I suoi Studios di animazione hanno attraversato momenti difficili all’epoca della pandemia, quando molti titoli Pixar sono stati resi disponibili direttamente in streaming, una mossa che ha condizionato le famiglie a rimanere a casa, invece di andare al cinema.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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