I contenuti cinematografici e televisivi provenienti dagli Stati Uniti e dalla Corea rimangono i due pilastri del consumo di video in abbonamento streaming nei mercati in crescita della regione Asia-Pacifico, secondo un nuovo rapporto della società di consulenza regionale Media Partners Asia.
I ricercatori coinvolti nello studio hanno utilizzato uno strumento di misurazione proprietario per valutare il pubblico SVOD nei dieci principali mercati dell’area APAC – esclusi l’India e il mercato altamente regolamentato della Cina – in un periodo che andava da gennaio 2022 a marzo 2023. I ricercatori hanno rilevato che i contenuti di origine statunitense rappresentano il 30% del totale dei contenuti visti dagli spettatori della regione, mentre i contenuti coreani sono in testa a tutte le categorie con una quota del 40%.
L’Australia, un mercato SVOD da 2,2 miliardi di dollari, mostra la più alta dipendenza dall’intrattenimento statunitense, con una fetta del 72% del totale dei telespettatori locali, mentre i contenuti coreani rappresentano solo il 4% in questo mercato, concentrato sulla lingua inglese. Ma nei mercati in crescita del Sud-est asiatico – che comprendono aree molto popolate come Indonesia, Filippine, Thailandia e Vietnam – i contenuti statunitensi e coreani rappresentano ciascuno il 30-40% del consumo di contenuti.
In Giappone e Corea del Sud, le due economie più sviluppate della regione, con un valore complessivo di 5,5 miliardi di dollari, i contenuti statunitensi hanno un impatto relativamente limitato sull’aumento di abbonamenti, mentre i live action locali – soprattutto drammi coreani – e gli anime giapponesi sono molto più potenti. I contenuti statunitensi rappresentano solo il 13% del consumo SVOD in Corea e il 16% in Giappone.
“Gli originali statunitensi su Netflix vengono sempre più spesso lanciati con doppiaggio in giapponese, indonesiano, tailandese e tagalog, ampliando così la loro portata e accessibilità in Asia”, afferma Dhivya T, responsabile del settore Content Insights di MPA. “Intorno a molti dei principali originali di Netflix si sono sviluppate forti schiere di fan, grazie a uno slancio multi-stagionale, come la stagione 4 di Stranger Things, la stagione 4 di You e la stagione 2 di Bridgerton, mentre Disney sfrutta le basi di fan di Marvel, Star Wars e dei franchise per famiglie”.
Dal fantasy alla commedia: quale genere funziona in streaming?
Dhivya aggiunge che la fantascienza e il fantasy sono emersi come il genere di contenuti statunitensi più popolare in Asia nell’ultimo anno, mentre la commedia la fa da padrona in Australia. Inoltre, osserva che i contenuti non sceneggiati statunitensi hanno mostrato un appeal limitato nell’Asia-Pacifico, tranne che in Australia, mentre gli show non sceneggiati coreani, come il successo di Netflix Physical: da 100 a 1, hanno avuto un’ampia diffusione nel Sud-Est asiatico.
Su Disney+, anche la verticale di intrattenimento generale di Star non ha contribuito molto alla crescita del consumo e degli abbonamenti nel Sud-est asiatico e nell’Asia orientale, con gli spettatori locali che preferiscono di gran lunga i principali franchise Disney come Marvel, Star Wars e altri, così come la crescente produzione di originali coreani.
Lo studio ha anche rilevato che gli studios di terze parti guidano una domanda significativa di contenuti statunitensi su tutte le piattaforme, con l’eccezione di Disney+, dove la maggior parte dei contenuti forniti è di proprietà delle varie società di intrattenimento generale, di intrattenimento per famiglie e dei franchise di Disney.
I titoli in licenza di Warner Bros. Discovery (Friends); NBCU (Brooklyn Nine-Nine); Sony (Venom, Spider-Man); Paramount (SpongeBob, Big Bang Theory) hanno contribuito in modo sostanziale all’audience di Netflix. I titoli di Warner Bros. Discovery, in particolare le serie drammatiche di HBO (House of the Dragon, The Last of Us), hanno generato un notevole numero di spettatori su Binge (Australia), mentre Paramount guida gran parte della domanda di contenuti statunitensi di TVING (Corea), che è molto limitata.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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