Gli sceneggiatori in sciopero a Hollywood: “Nessuno era interessato a un accordo”

David Goodman, Chris Keyser e Meredith Stiehm, membri del Writers Guild of America, raccontano di come sono arrivati alla prima interruzione del lavoro in quindici anni

Dopo l’interruzione dei negoziati tra il sindacato degli sceneggiatori di Hollywood e i rappresentanti degli studios e delle piattaforme di streaming nella serata del primo maggio, la Writers Guild of America ha proclamato ufficialmente uno sciopero contro le aziende del settore dell’intrattenimento, il primo in quindici anni.

La WGA è sempre stata il sindacato di settore più propenso ad abbandonare il tavolo delle trattative durante la negoziazione di un contratto (il sindacato è noto per aver scioperato per 100 giorni nel 2007-2008, 153 giorni nel 1988 e 14 giorni nel 1985, e questi sono solo i casi più recenti) e tra il 2017 e 2019 ha contestato le più grandi agenzie di talenti di Hollywood per pratiche che considerava essere veri e propri conflitti di interesse, realizzando i propri scopi.

A dare loro manforte nei negoziati stavolta ci sono la presidente della WGA West, Meredith Stiehm, e i co-presidenti del comitato negoziale, David Goodman e Chris Keyser. Nessuno di loro è estraneo alle battaglie sul lavoro, dato che hanno tutti preso parte all’astensione dal lavoro del 2007-2008 e sono stati leader nella campagna contro le agenzie di talenti. “Credo che i membri non siano mai stati così uniti” dice Goodman, riflettendo sulla precedente astensione dal lavoro. “Credo che la differenza, perlomeno per i membri, sia che hanno votato in modo assolutamente compatto su questo ordine del giorno” (circa il 98% dei membri della WGA ha votato per autorizzare uno sciopero il 17 aprile).

Le proposte dalla WGA non sono state ascoltate

Dal punto di vista dell’Alliance of Motion Picture and Television Producers (AMPTP), che contratta per conto delle più grandi aziende del settore dell’intrattenimento, i negoziati sono finiti dopo che il gruppo ha “presentato una proposta con un pacchetto onnicomprensivo” al sindacato con aumenti dei compensi, anche sui diritti residuali sullo streaming.

I maggiori punti di stallo sono venuti dalle proposte della WGA sul numero minimo di sceneggiatori per la tv e sulla durata minima dei periodi di lavoro, ha detto il gruppo. “I membri dell’Amptp rimangono uniti nel loro desiderio di raggiungere un accordo” ha dichiarato l’associazione.

Dopo che i negoziati si sono conclusi e la WGA ha proclamato uno sciopero la sera del primo maggio, Stiehm, Goodman e Keyser hanno rilasciato un’intervista a The Hollywood Reporter. Dalla sede di Sherman Oaks dell’Amptp, dove le parti stavano negoziando dal 20 marzo, hanno parlato del momento in cui secondo loro il dialogo si è interrotto, dei punti su cui la WGA era disponibile al compromesso e di come si sentono ad imbarcarsi in un nuovo sciopero: “Siamo assolutamente consapevoli di quanto sia doloroso uno sciopero, per tutti” dice Keyser.

Membri della WGA protestano davanti i Disney Studios a Burbank, California nel 2007

Membri della WGA protestano davanti i Disney Studios a Burbank, California nel 2007

Dove si è interrotto il dialogo, secondo voi?

David Goodman: Beh, il dialogo si stava frammentando da giorni. Abbiamo continuato a sperare che le aziende avrebbero preso impegni sulle questioni che abbiamo sollevato. Ma il fatto è che negli ultimi giorni stavano mandando segnali per dire che non erano disposte a impegnarsi con noi.

Abbiamo cercato di non perdere le speranza scendendo a compromessi su alcune questioni per cercare di sbloccare la situazione. Ma è diventato evidente che che non erano davvero interessati a trovare un accordo. Quindi in realtà è stata una decisione loro, non nostra.

Chris Keyser: Abbiamo avuto qualche indicazione, prima dell’inizio dei negoziati, che il vero problema per gli sceneggiatori, il cuore di tutto, era che queste aziende gli stavano levando i soldi dalle tasche, soldi che avevamo ottenuto nel negoziato sul Mba (Minimum Basic Agreement), insistendo invece per pagare la tariffa più bassa possibile per il minor tempo possibile, in tutta l’industria. In altre parole, prendendo quello che era un lavoro vero e trasformandolo in una serie di lavoretti, eliminando i contratti a termine, o riducendoli moltissimo. E quello che è successo in questi negoziati è che abbiamo visto sempre nuove prove di questo atteggiamento.

Non hanno voluto affrontare con noi il tema dell’IA; hanno detto che non volevano avere restrizioni sull’uso di una tecnologia che potevano adottare per i loro scopi. Potete immaginare il brivido che è sceso lungo la schiena di tutti gli sceneggiatori. Hanno detto che volevano introdurre una tariffa giornaliera per le commedie/varietà. E nei programmi tv a episodi, dove abbiamo visto le settimane di lavoro degli sceneggiatori calare costantemente, al punto che è impossibile per loro guadagnarsi da vivere con quegli show, si sono rifiutati di dare delle garanzie su un numero minimo di sceneggiatori da assumere per un periodo minimo di tempo, per il lavoro prezioso che fanno creando gli show televisivi.

L’Amptp ha dichiarato, nel suo comunicato, che i principali punti di stallo sono stati le “assunzioni obbligatorie” e la “durata dei periodi di lavoro”. Siete d’accordo?

Meredith Stiehm: No, è un’affermazione completamente in malafede. Non hanno nemmeno discusso il problema con noi. Avevamo delle proposte che hanno semplicemente ignorato, sei proposte, mi pare, che riguardavano la tv ed erano importanti per noi, e abbiamo aspettato e aspettato di avere una conversazione a riguardo, e loro hanno deciso di non parlarne.

Keyser: Esatto. Ed è parte di un ordine del giorno più ampio, per garantire contratti a termine per gli sceneggiatori, abbiamo bisogno di quelle cose. Non c’è garanzia che gli sceneggiatori vengano assunti con il contratto MBA. Anche se, negli ultimi cinquant’anni, gli sceneggiatori sono stati assunti, perché era così che aveva senso lavorare. Negli ultimi due anni, le aziende hanno cercato di ridurre lentamente il numero di settimane di lavoro e il numero di scrittori assunti.

Sono storie che sentiamo ogni singolo giorno dagli showrunner e dalle persone dei loro staff, ci dicono che la professione dello sceneggiatore, che viene sostenuta solo dai contratti a termine, sta scomparendo. E quindi sì, quelle due proposte facevano parte del negoziato, ma era una parte di un pacchetto più ampio che comprendeva tutte queste altre cose, che fanno pensare che stiano cercando di ridurre il numero di sceneggiatori che lavorano.

Goodman: L’IA era un argomento che abbiamo messo sul tavolo e di cui non hanno neanche voluto discutere. Sono state fatte proposte per gli sceneggiatori di lungometraggi che hanno completamente scartato e che riguardavano, di nuovo, le stesse questioni di cui parlava Chris, la possibilità per gli sceneggiatori di mantenersi con il proprio lavoro. E quindi l’idea che venga tutto ridotto a quelle due cose. No, hanno scelto quelle due cose apposta per farci sembrare irragionevoli, ma fanno parte di un pacchetto più ampio su cui non hanno nemmeno voluto ragionare con noi.

Tra paga minima e AI: le richieste sul tavolo della trattativa

Quindi riguardo alla proposta sull’IA, state dicendo che non hanno voluto fare una controproposta o….?

Stiehm: No.

Goodman: A dire il vero la frase che ci hanno detto è stata: non vogliamo limitare la possibilità per le nostre aziende di fare uso di quella tecnologia, di sfruttare quella tecnologia…

Keyser: Di studiare

Goodman: Si sono offerti di fissare una riunione annuale per parlare dell’IA. Probabilmente per parlare di quanto è bella.

Considerato tutto questo, quanto lontani vi sentite dall’Amptp a questo punto?

Goodman: È molto difficile da dire. A volte, nel sindacato, per ottenere quello che ti serve, devi esercitare il tuo potere. Ed è quello che stiamo facendo adesso, stiamo esercitando il nostro potere scioperando, interrompendo il flusso di lavoro che crea valore per queste aziende. E questo sarà davvero il fattore che deciderà quando faremo un accordo con l’Amptp: il disagio che stiamo per infliggere a questo settore rifiutandoci di lavorare. È molto difficile sapere quanto disagio le aziende sono disposte a sopportare prima di tornare al tavolo con un accordo che possiamo accettare.

Keyser: Abbiamo fatto progressi su molte cose, ma in molti punti del negoziato, non sono stati all’altezza delle aspettative sul tipo di garanzie che sarebbero importanti per gli sceneggiatori. E sui film, non hanno fatto niente. Non si sono occupati dello streaming, non hanno fatto quasi nulla per chi lavora nelle commedie/varietà, e pochissimo sui diritti residuali. E poi sono tornati e ci hanno detto “Sentite, possiamo fare molto di più se rinunciate a tutte le vostre proposte che garantiscono un futuro nel settore agli sceneggiatori”. Non è così che si negozia.

I membri di vari sindacati, tra cui i Teamsters, il Service Employees International Union (SEIU) e la California Nurses Association, marciano in solidarietà con gli sceneggiatori di Hollywood.

20 novembre 2007. I membri di vari sindacati, tra cui i Teamsters, il Service Employees International Union (SEIU) e la California Nurses Association, marciano in solidarietà con gli sceneggiatori di Hollywood.

A proposito, l’Amptp ha anche detto di aver “presentato al sindacato un pacchetto di proposte onnicomprensivo, che comprendeva generosi aumenti dei compensi degli sceneggiatori e miglioramenti riguardo ai diritti residuali sullo streaming”. Qual è la vostra opinione su questo pacchetto?

Goodman: Del pacchetto si parla da un po’, non è una novità degli ultimi giorni. Hanno fatto certe offerte, non è affatto generoso. Le offerte che hanno fatto sono piuttosto in linea con i negoziati precedenti sul MBA. Quindi non è vero che è generoso. E abbiamo iniziato questo negoziato dicendo che questa non poteva essere la solita discussione con i nostri piccoli scontri, e che dovevamo discutere questioni serie che i nostri membri stavano affrontando.

E quindi le aziende hanno cercato di infiocchettare un’offerta molto simile a quelle che avevano fatto in passato, e non possiamo più sopportarlo. L’analogia che è venuta in mente a uno dei nostri direttori è che se qualcuno ti ruba il portafoglio e poi ti restituisce 10 dollari, non è che hai guadagnato 10 dollari. Ed è questo che hanno fatto per tutti questi anni, si sono presi i nostri soldi, e questo deve finire. Abbiamo bisogno che affrontino seriamente questi problemi.

Keyser: Ci stanno offrendo un pacchetto che vale più o meno lo stesso di quello di tre o sei anni fa. Quindi non copre nemmeno lontanamente l’inflazione, per non parlare del fatto che gli sceneggiatori hanno visto i loro compensi calare costantemente anche in tutti quegli anni in cui le aziende stavano andando benissimo. A un certo punto, dovremo riprenderci qualcosa di quei profitti. E quindi si cade nella solita trappola, con loro che ogni volta dicono quanto sono generosi a darci gli stessi soldi e quanto siamo ingrati, anche se si sono ripresi quei soldi in tutti quei giorni tra un contratto e l’altro.

Stiehm: Non avremmo potuto essere più chiari sul fatto che questo non è un normale ciclo di negoziati. I nostri membri sentono minacciata la loro esistenza come sceneggiatori. E le aziende non ci hanno dato retta. L’abbiamo detto e ridetto. E sono tornati da noi con le loro proposte standard, che sono sembrate quasi casuali. Come se non ci avessero proprio sentito. E quindi eccoci qui.

Parlando dei lati positivi, su cosa c’è stato qualche progresso? Avete detto che su alcuni punti siete riusciti a raggiungere un accordo.

Goodman: Si sono offerti di pagare compensi sulle sceneggiature agli staff writer, che era una cosa che chiedevamo da tempo.
Keyser: Avevamo chiesto di creare un nuovo livello di compensi minimi per gli sceneggiatori-produttori, cosa che hanno fatto. Qualche progresso c’è stato. Insomma, potevamo fare leva sul fatto che i membri avevano votato quasi al 98% (per autorizzare lo sciopero). Quindi siamo riusciti ad ottenere alcune cose teoriche per il MBA che prima non eravamo riusciti ad avere.

Ma se vogliamo metterla in modo cinico, hanno dato i compensi sulle sceneggiature agli staff writer perché non pensano più al lavoro in termini di settimane. E quindi per la prima volta c’è stata un’apertura, del tipo ‘siamo felici di pagarvi per le sceneggiature perché d’ora in poi non pensiamo di pagare più molte persone a cadenza settimanale’.

La WGA ha lasciato ampio margine di compromesso nei negoziati?

Goodman: Ma certo. Avevamo moltissime proposte sul tavolo all’inizio, che abbiamo deciso di mettere da parte per cercare di far avanzare il negoziato. Non abbiamo mai ostacolato le aziende. Siamo sempre stati disponibili a parlare, a fare compromessi, a rinunciare a quelle che non erano le questioni più importanti. Ma c’erano dei problemi cruciali che dovevamo affrontare. E di quelli volevamo parlare. Così come le nostre proposte di apertura sono ancora sul tavolo, non perché noi abbiamo fatto resistenza, ma perché le aziende si sono rifiutate di discuterne. Quindi non ci hanno nemmeno dato la possibilità di fare compromessi a riguardo. Non ne hanno voluto nemmeno parlare.

Potete dirci esattamente a quali proposte eravate disposti a rinunciare per avere altre cose?

Keyser: Credo ci siano due categorie. La prima cosa è che su ogni punto su cui le aziende erano disposte a negoziare, noi siamo scesi e loro sono saliti. Quindi sui minimi, sui minimi premium per le pre-greenlight rooms su tutte queste cose, abbiamo lasciato perdere…

Goodman: In un certo senso non importa, perché puoi guardare il costo delle nostre proposte di apertura, da 600 milioni di dollari siamo scesi a 200 milioni. Penso che abbiamo fatto grandi compromessi per cercare di arrivare a un accordo. Non siamo stati ingenui. Non ci aspettavamo di ottenere tutto quello che chiedevamo esattamente come lo chiedevamo. E in molti casi, abbiamo negoziato su punti su cui loro erano disposti a parlare, noi eravamo disposti a parlare, e ci siamo venuti incontro a metà strada. Ma sui punti chiave, si sono rifiutati di discutere.

Come vi sentite a dare inizio al primo sciopero della WGA da 15 anni e cosa vi aspettate riguardo alla durata?

Goodman: Penso che i nostri membri non siano mai stati così uniti. Eravamo tutti e tre in sciopero nel 2007. E credo ci sia una differenza, perché i membri hanno votato in modo compatto su questo ordine del giorno. Sentiamo che siamo qui per combattere per questi sceneggiatori. E questi sceneggiatori sono qui per combattere l’uno per l’altro. Quanto durerà, o cosa succederà, è impossibile da prevedere. Ma non vedo l’ora di presentarmi al picchetto domani e parlare con i membri e sentire cosa hanno da dire, come abbiamo sempre fatto. Ci chiediamo sempre: come si sentono i nostri membri? E in questo momento voglio uscire e stare con loro e sentire le loro opinioni. E questo determinerà le nostre prossime azioni.

Keyser: Dovremmo anche dire che siamo assolutamente consapevoli di quanto sia doloroso uno sciopero, per tutti, per i nostri membri, per le altre persone della comunità. Avremmo fatto di tutto per evitarlo. È terribile essere costretti a sacrificare qualcosa che meriti, ma è ancora peggio rinunciarvi del tutto perché non sei disposto a combattere per quello che ti spetta.

Stiehm: E dobbiamo ricordarci che 9.020 sceneggiatori ci hanno chiesto di andare a combattere per loro, perché avevano bisogno di vedere un cambiamento, e solo 198 hanno votato no. Quindi siamo incredibilmente uniti, e non volevamo essere costretti a esercitare il nostro potere, ma ora dobbiamo farlo. Ma la solidarietà è molto forte. Non vogliamo uno sciopero lungo, non volevamo proprio scioperare. Ma noi tre siamo stati coinvolti anche nella campagna contro le agenzie, e credo che quella abbia mostrato al settore che siamo forti, siamo uniti, e che sappiamo combattere. Quindi dobbiamo combattere, e lo faremo.

Traduzione di Nadia Cazzaniga