La grande paura degli autori: l’intelligenza artificiale prenderà il posto degli sceneggiatori?

L'allarme dei sindacati: "La preoccupazione è che in futuro qualche produttore o dirigente possa cercare di utilizzare uno di questi strumenti per fare un lavoro che in realtà dovrebbe essere svolto da un autore"

È sorprendente quanto sia cambiato il panorama dell’intrattenimento dall’ultimo sciopero degli autori: nel 2007, Netflix era soprattutto un’azienda che si occupava di spedire dvd per posta, Amazon Studios e Apple non erano ancora passati dalla Silicon Valley a Hollywood e lo streaming come lo conosciamo oggi non esisteva ancora. Oggi si producono più contenuti che mai, e sia gli operatori di streaming che quelli storici, come Disney e Warner Bros. Discovery, spendono miliardi ogni anno. 

Ancora una volta, lo sciopero degli sceneggiatori viene indetto in un periodo di grande incertezza economica, stimolata dall’inflazione, dai timori di una recessione e dai licenziamenti di massa nel settore dei media e dell’intrattenimento. Ma questa volta c’è una novità: l’ascesa dell’intelligenza artificiale creativa. Dato che un’intelligenza artificiale è già riuscita a ingannare metà della rete elaborando una collaborazione fasulla tra Drake e The Weeknd, questa stessa tecnologia potrebbe un giorno scrivere sceneggiature e permettere agli studios di creare più contenuti con meno soldi?

Occhi puntati su Hollywood

Inizialmente, quando ChatGPT è emerso tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023, gli autori che hanno parlato con The Hollywood Reporter non erano particolarmente spaventati da questi chatbot in grado di generare a comando proposte cinematografiche o televisive, considerandoli più come strumenti di collaborazione capaci di “stimolare” le idee, piuttosto che potenziali sostituti degli esseri umani. Ma le cose sono cambiate con l’avanzare della tecnologia, e le IA sono diventate un tema chiave nelle trattative in corso con il sindacato degli autori. Sebbene quella delle IA sia una delle questioni più astratte sul tavolo dello sciopero – insieme alla regolamentazione delle cosiddette mini-stanze (piccoli gruppi di scrittura assemblati prima dell’avvio di un progetto), ai livelli salariali e alle retribuzioni residue – gli esperti sostengono che Hollywood non dovrebbe ignorarla.

“Vogliamo assicurarci che queste tecnologie siano strumenti utilizzati dagli autori e non strumenti utilizzati per sostituirli”, afferma John August, sceneggiatore di Big Fish e Aladdin e membro del comitato di negoziazione della Writers Guild of America (WGA) per il 2023. “La preoccupazione è che in futuro qualche produttore o dirigente possa cercare di servirsi di uno di questi strumenti per fare un lavoro che in realtà dovrebbe essere svolto da un autore”. 

Secondo Amy Webb, fondatrice e CEO del Future Today Institute, che si occupa di pianificare scenari a lungo termine ed elaborare consulenze per aziende e creativi di Hollywood, questo scenario sarebbe già in atto. L’esperta osserva: “Un paio di dirigenti mi hanno chiesto: ‘Se si verificasse uno sciopero, quanto velocemente si potrebbe attivare una piattaforma di intelligenza artificiale per scrivere le sceneggiature?’. Ed erano seri”.

Scrivere? Roba da freelance

Un’ulteriore fonte di preoccupazione per la WGA che, come ha sottolineato il sindacato lo scorso primo maggio, teme che i produttori “abbiano trasformato la scrittura in una professione completamente freelance”. Secondo il co-presidente del comitato di negoziazione della WGA, Chris Keyser, prima che le trattative si concludessero bruscamente quel giorno, e che la corporazione entrasse in sciopero, la controparte “non ha trattato con noi sull’IA”, in risposta al netto rifiuto di WGA alla possibilità che la tecnologia provveda alla scrittura o riscrittura di materiale letterario o che le stesse IA forniscano il materiale di partenza.

Grazie al resoconto fornito dal sindacato sulle modalità con cui è stata accolta la proposta sull’IA, la questione è diventata un tema centrale nei picchetti durante il primo giorno di sciopero. “Per noi è una questione esistenziale”, ha detto l’autore Vinnie Wilhelm (Penny Dreadful: City of Angels) mentre picchettava gli uffici di Netflix a Hollywood. “Dobbiamo avere un posto a quel tavolo. È possibile che il lavoro di scrittore si trasformi in quello di rifinitore di sceneggiature per l’intelligenza artificiale. Si inserisce perfettamente in quello che le aziende stanno facendo, ovvero convertire tutto ciò che possono in lavori occasionali”. Adam Conover (The G Word With Adam Conover), anche lui membro del comitato di negoziazione, aggiunge: “L’IA non può e non vuole sostituirci. Ma lo spauracchio della tecnologia sarà usato per svalutarci, per pagarci meno”.

Linee di demarcazione

Uno scrittore e produttore esecutivo di uno show in streaming, in picchetto davanti al lotto di Warner Bros. Discovery, avanza un interrogativo: i timori sull’IA sono solo una fantasia? E quanto sono realistici? “Nell’ultimo sciopero, la WGA ha lottato per ottenere protezione su internet, non sapendo che internet avrebbe presto inglobato l’intero settore. Quindi, l’IA farà la fine della criptovaluta o diventerà internet? Non sappiamo se, come dire, scoppierà come una bolla di sapone o se finirà per rimpiazzarci tutti”.

Lo scrittore non pensa che l’IA possa efficacemente sostituirsi all’uomo nella maggior parte dei progetti, tranne che nei “procedurali” di lunga durata come per esempio Law & Order. “Hai un’enorme quantità di materiale, una formula costante e molte delle trame degli episodi sono tratte dai titoli dei giornali. Quindi tutti i dati necessari sono a disposizione”, afferma Webb. Più chiaramente, l’autrice non teme che gli scrittori vengano sostituiti dalle macchine. “Quello che penso è che in alcuni casi possano esistere le condizioni per cui un’intelligenza artificiale possa occuparsi dell’80% della sceneggiatura, lasciando che gli autori disposti a lavorare nonostante lo sciopero lavorino all’ultimo 20% di rifinitura e messa a punto. Ma è possibile solo per alcuni contenuti”. 

Aggiunge l’avvocato Leigh Brecheen: ” Vi assicuro che alcune persone stanno già lavorando per far scrivere le sceneggiature all’IA e più a lungo durerà lo sciopero, più risorse verranno impiegate in questo sforzo”. 

Le retribuzioni a rischio

August afferma che gli autori vogliono assicurarsi che le sceneggiature generate dall’intelligenza artificiale non possano essere considerate materiale letterario, ovvero qualsiasi cosa che vada da un trattamento a una sceneggiatura che un membro della WGA verrebbe assunto per scrivere, o materiale di partenza, che include IP esistenti come libri e videogiochi che vengono adattati. “Non vogliamo che ci venga consegnato qualcosa e che ci venga detto: ‘Oh, ehi, basate ciò che dovreste scrivere su questo racconto generato dall’IA'”. ”Questo solleverebbe questioni relative non solo alla paternità, ma anche alla retribuzione, perché gli adattamenti e le riscritture tendono a essere meno redditizi delle opere originali. August sostiene che i risultati dell’IA dovrebbero essere trattati come un lavoro di ricerca, “nello stesso modo in cui un dirigente potrebbe stampare un articolo di Wikipedia sull’invenzione del motore a vapore”, come sfondo per una potenziale premessa cinematografica.

“Alla fine, la sceneggiatura deve essere scritta da un autore e l’autore deve essere un essere umano membro della Writers Guild of America. Questo è tutto ciò che stiamo dicendo”, afferma Sasha Stewart, membro del Consiglio Est della WGA che di recente ha lavorato alla docuserie di Netflix Amend: The Fight for America. Da parte sua, l‘avvocato Darren Trattner fa notare che “l’autore è definito nell’accordo di base come una ‘persona’” e la WGA potrebbe teoricamente proibire all’AI di lavorare a progetti della corporazione, ma dal punto di vista funzionale potrebbe non essere possibile.

Chi fa le revisione degli script?

“La realtà è che anche se si ha la forza dei numeri, potremmo non sapere mai se l’IA è stata coinvolta o meno”, dice Trattner. “A volte una sceneggiatura viene revisionata da un produttore, da un dirigente dello studio o da un regista e questa persona non accetta o non vuole il credito o il compenso. Cosa succede se questa persona rivede una sceneggiatura tramite l’IA e poi si limita a dire all’autore: “Ecco alcune revisioni”. È possibile che nessuno sappia che le note sono state generate dall’IA”. La WGA è la prima organizzazione sindacale a occuparsi di Intelligenza artificiale, ma non sarà l’ultima. “Non credo che oggi sia una minaccia esistenziale, ma l’uso dell’IA nel processo di produzione è inevitabile”, afferma Brecheen. “Tutte le corporazioni devono tenere d’occhio il modo in cui proteggere i propri membri senza ostacolare il progresso”.

Webb sostiene che questo sciopero potrebbe spingere l’IA nel mainstream e vede un potenziale per snellire i programmi di produzione e restringere le aree da esplorare; inoltre c’è già un consenso generalmente positivo sul suo potenziale di utilizzo nel doppiaggio. 

Il dibattito polarizzato

“Ogni conversazione sull’IA a questo punto è polarizzata. È un discorso binario. L’IA porterà a un’apocalittica catastrofe infernale o sarà un’utopia totale”, afferma Webb. “Quello che sarebbe meglio fare sarebbe gestire lo sciopero e parlare anche di “È un’opportunità per ripensare il nostro approccio all’uso della tecnologia?””. 

Per quanto riguarda gli autori, potrebbe esserci spazio per un compromesso tra lasciare che l’IA generi interi progetti e vietarla, come osserva Trattner: “Quando si usa l’IA, c’è un input e un output. L’input potrebbe essere: ‘Scrivi una sceneggiatura su un ragazzo che incontra una ragazza, si lasciano e tornano insieme. Trasformala in una commedia romantica”. L’output è quello che l’IA genera a partire dall’input. Se non possiamo impedire l’IA, forse l’input deve sempre essere fatto da un membro della Writers Guild”.