Le 40 donne più influenti del cinema secondo THR. “La sfida è trovare partner disposti a correre rischi”

A capo di grandi studios o dirigenti di piccole realtà, innovatrici che stanno portando le loro storie su un palcoscenico globale coltivando nuove voci, nonostante un mercato cinematografico in difficoltà. Il filo rosso che le unisce: l'arte della collaborazione. Piccolo spoiler: c'è solo un'italiana.

Potremmo chiamarle “le sopravvissute”. Sono le quaranta dirigenti della lista inaugurale di International Women in Entertainment – Film di THR. Mentre il mondo indie subiva sconvolgimenti sismici, dalle chiusure causa Covid alla decimazione del mercato dei cinema speciali, queste donne hanno trovato il modo di assicurarsi i fondi e i partner per continuare a realizzare le storie a cui tengono – spesso raccontate da registi appartenenti a gruppi ignorati o sottorappresentati – e a farle arrivare al pubblico che le ama, in tutto il mondo.

In un settore che esalta l’ego, queste leader – alcune che gestiscono mini-studios pan-nazionali, altre che dirigono piccole aziende con una manciata di dipendenti – hanno fatto della collaborazione un’arte, avendo capito che solo mettendo insieme le loro risorse, coproducendo, co-finanziando o distribuendo i film l’una dell’altra, facendo da mentori e incoraggiando i giovani registi (spesso donne), il mondo del cinema indie internazionale può sopravvivere.

MO ABUDU 
CEO, EbonyLife Media (Nigeria)
Abudu ha iniziato come produttrice e conduttrice del talk show panafricano Moments With Mo, prima di espandersi nella TV locale e internazionale e nel cinema con il suo studio EbonyLife, che gestisce una propria catena di sale cinematografiche, produce e distribuisce drammi incentrati sulle donne (Fifty, Òlòtūré) e franchise mainstream (The Wedding Party, Chief Daddy), e ha accordi di sviluppo e produzione con Sony, AMC, Lionsgate, Will Packer Productions e con la Westbrook di Will Smith. La magnate dei media nigeriana è determinata a esportare il cinema africano in tutto il mondo: “Non può essere che Black Panther e The Woman King siano le uniche due storie africane a raggiungere un pubblico internazionale”.

MAREN ADE & JANINE JACKOWSKI 
Co-fondatrici, Komplizen Film (Germania)
Ade e Jackowski hanno fondato Komplizen Film nel 1999 e hanno trasformato una piccola casa di produzione in un baluardo del cinema d’essai, concentrandosi sui registi tedeschi preferiti dei festival (compresa Ade, il cui Vi presento Toni Erdmann, nominato all’Oscar, è stato un successo a Cannes 2016) e su coproduzioni internazionali, come Spencer di Pablo Larraín, Il corsetto dell’imperatrice di Marie Kreutzer e About Dry Grasses di Nuri Bilge Ceylan, in concorso a Cannes 2023. “La sfida più grande è trovare partner coraggiosi e disposti a rischiare”, afferma Jackowski.

KRISTINA BÖRJESON
Direttrice di produzione, Film i Väst (Svezia)
Sotto la guida di Börjeson, Film i Väst, con sede a Trollhättan, è diventata un partner fondamentale per il finanziamento e la produzione di ambiziosi lungometraggi europei, da Un altro giro di Thomas Vinterberg a La persona peggiore del mondo di Joachim Trier, passando per Living di Bill Nighy e Triangle of Sadness di Ruben Östlund, vincitore di Cannes 2022. “Una delle maggiori sfide che l’industria cinematografica indie deve affrontare in questo momento è come raggiungere il pubblico, e può essere piuttosto difficile scegliere quali film debbano puntare al grande schermo, quali siano più adatti alle piattaforma streaming e quali non debbano essere realizzati affatto”, afferma Börjeson.

BARBARA BROCCOLI
Co-proprietaria, Eon Productions (Regno Unito)
Broccoli è una produttrice che non ha bisogno di presentazioni, avendo presieduto quello che è probabilmente il franchise più famoso del mondo per quasi tre decenni, favorendo la sua transizione di successo nell’era moderna (con incassi da record, per giunta). Mentre Broccoli e la Eon Productions si dedicano ad altri generi (l’anno scorso ha prodotto il dramma storico Till – Il coraggio di una madre), tutti gli occhi saranno puntati su di lei nei prossimi mesi, quando aiuterà a dare una risposta a una delle domande più scottanti del cinema: chi sarà il prossimo James Bond?

BETTINA BROKEMPER 
Fondatrice, Heimatfilm (Germania)
Brokemper è partita dal basso – “ho iniziato come Kabelträger (addetta al trasporto dei cavi) alla tv tedesca”, dice – fino a diventare una delle principali produttrici europee di film d’autore pluripremiati e crossover, con un lavoro secondario come coproduttrice tedesca di Lars von Trier. Date queste credenziali di specializzazione, può sorprendere che citi la visione di E.T. di Steven Spielberg da bambina come la sua pietra di paragone cinematografica. “Non avevo mai visto uomini adulti piangere prima”, dice. “Ricordo di aver pensato a quanto possa essere potente un film”.

KRISTINA CEYTON & SAMANTHA JENNINGS 
Co-fondatrici, Causeway Films (Australia)
Ceyton e Jennings hanno lanciato Causeway Films nel 2014 con il film Babadook, che ha fatto scalpore al Sundance, e hanno prodotto anche il film successivo della regista Jennifer Kent, The Nightingale, che ha vinto il premio speciale della giuria alla Mostra del Cinema di Venezia 2019. Sono seguiti una serie di successi e di film molto amati dai festival, tra cui Buoyancy di Rodd Rathjen (candidato australiano agli Oscar del 2020) e il recente Talk to Me, premiato al Sundance e che verrà distribuito da A24 alla fine di quest’anno.

Francesca Cima (Indigo Film)

Francesca Cima (Indigo Film)

FRANCESCA CIMA
CEO, Indigo Film (Italia)
Cima è nota soprattutto per il suo lavoro con Paolo Sorrentino, compreso il film premio Oscar La grande bellezza e Youth – La giovinezza, che l’ex giornalista ha prodotto attraverso la società che ha fondato nel 2002 con Nicola Giuliano. Tra le produzioni più recenti figurano Qui rido io di Mario Martone e il film drammatico The Braid di Laetitia Colombani, di prossima uscita.

BÉNÉDICTE COUVREUR
CEO, Lilies Films (Francia)
In qualità di produttrice di Céline Sciamma, Couvreur – che ha lavorato con l’acclamata regista di Ritratto della giovane in fiamme e Petite Maman fin dal suo film d’esordio Naissance des pieuvres, del 2007 – è stata in prima linea nella nuova generazione di registe francesi.

VALÉRIE DELPIERRE 
CEO, Inicia Films (Spagna)
La Inicia Films di Delpierre è stata una componente chiave del movimento del nuovo cinema femminile spagnolo, sostenendo registe emergenti come Carla Simón (regista del Miglior film del Festival di Berlino 2017, Estate 1993), Estibaliz Urresola Solaguren (vincitrice dell’Orso d’argento di Berlino, 20.000 Especies de Abejas) e Pilar Palomero (vincitrice del Goya per il miglior film 2023, Maternal).

SIDONIE DUMAS
CEO, Gaumont (Francia)
Da quando, nel 2004, ha ereditato dal padre le redini del più antico studio cinematografico del mondo, Dumas ha avviato un’espansione a livello internazionale – con filiali a Los Angeles, nel Regno Unito e in Germania – e in televisione, ma non ha abbandonato la dedizione di Gaumont al pubblico mainstream, sia con i blockbuster francesi (Quasi amici del 2011, Belle & Sebastien del 2013) che con i lungometraggi in lingua inglese (il film di prossima uscita Last Train To New York di Timo Tjahjanto, remake del popolare film di zombie coreano Train to Busan). “Sono sempre più orgogliosa quando i film o le serie che produciamo trovano un grande pubblico”, afferma Dumas.

MARIA EKERHOVD 
Managing Director, Mer Film (Norvegia)
Ekerhovd, con la sua società Mer Film, con sede a Oslo, si è dimostrata abile nel piegare i budget e i trattati di co-produzione alle esigenze dei film originali d’autore europei, che si tratti di fantasy-horror creativi e a basso budget (The Innocents di Eskil Vogt, 2021), di drammi di realismo sociale (Cosa dirà la gente di Iram Haq, 2017) o di documentari d’animazione (Flee di Jonas Poher Rasmussen, candidato a vari Oscar nel 2021).

CÉCILE GAGET (Top International Woman in Film)
Head of Film Group, Wild Bunch (Francia)
Tutti gli occhi del mondo del cinema indie internazionale sono puntati su Gaget, che, da quando ha assunto la direzione della divisione cinema di Wild Bunch a settembre, è stata incaricata di guidare il principale studio cinematografico indie europeo verso il futuro. Le manovre aziendali della casa di produzione e distribuzione paneuropea, nata nel 2015 dalla fusione della francese Wild Bunch e della tedesca Senator e ora controllata in maggioranza dall’imprenditore tedesco Lars Windhorst, sono nelle mani dell’ex-vicepresidente di NBCUniversal Ron Meyer e dell’ex dirigente di BeIN Media Group Sophie Jordan (vedi sotto), rispettivamente nuovi CEO e co-CEO della società. Ma sarà Gaget a occuparsi dei film, sviluppando e producendo la programmazione che definirà la nuova era di Wild Bunch.

È un ruolo non facile in cui subentrare. La Wild Bunch originaria – gestita da Vincent Maraval, Vincent Grimond e Brahim Chioua – è stata una forza irresistibile sulla scena dei festival e dei mercati cinematografici internazionali, e ha gestito le vendite globali per una serie di registi di primo piano, da Hayao Miyazaki a Gaspar Noé, da Julia Ducournau a Ken Loach. Il nuovo marchio di vendita di Maraval e Chioua, Goodfellas (precedentemente noto come Wild Bunch International), ha concluso il suo accordo triennale con Wild Bunch a novembre. Anche se le due società continueranno a lavorare insieme su progetti selezionati, si prevede che Gaget si concentri su progetti più internazionali, soprattutto di lingua inglese, accanto all’attività consueta di acquisizione, distribuzione e produzione in lingua locale di Wild Bunch in tutta Europa.

Gaget è più che attrezzata per la sfida. Allo studio francese Gaumont, dove ha lavorato per oltre un decennio ed è arrivata a dirigere la produzione e la distribuzione internazionale, ha contribuito a trasformare in successi globali film come Quasi amici (2011) di Éric Toledano e Olivier Nakache e Train to Busan (2016) di Yeon Sang-ho. Presso la società francese di produzione/finanziamento Anton, dove ha ricoperto il ruolo di presidente della produzione e della distribuzione internazionale, Gaget ha incrementato la produzione cinematografica con Greenland: Migration di Ric Roman Waugh; Vesper, il dramma fantascientifico di Kristina Buozyte e Bruno Sampere, e Mothers’ Instinct, il thriller psicologico di prossima uscita, con Jessica Chastain e Anne Hathaway, che segnerà il debutto alla regia dell’acclamato direttore della fotografia francese Benoît Delhomme.

Questo elenco potrebbe far pensare a un approccio più mainstream per Wild Bunch sotto la guida di Gaget, anche se quest’ultima sarà desiderosa di mantenere la reputazione della società di sostenitrice di film rischiosi e all’avanguardia. Come ha sottolineato Gaget all’inizio del suo incarico a settembre, insieme a Meyer e Jordan, vuole rendere Wild Bunch 2.0 “una casa per registi e creatori audaci”.

Dyveke Graver (Eye Eye Pictures)

Dyveke Graver (Eye Eye Pictures)

DYVEKE BJORKLY GRAVER 
Co-fondatrice, Eye Eye Pictures (Norvegia)
La persona peggiore del mondo, che è stato presentato con successo a Cannes e ha lanciato la carriera della star Renate Reinsve, ha spinto Graver, all’epoca produttrice alla Oslo Pictures, a lanciare la società indipendente Eye Eye Pictures insieme alla socia e collega Andrea Berentsen Ottmar, produttrice insieme a lei del film. “Vediamo l’azienda come un luogo in cui come produttrici possiamo sviluppare e produrre i contenuti che ci appassionano nel modo più adatto a noi”, afferma Graver, che ha in programma tra le uscite il lungometraggio Ø della regista di Hope Maria Sodahl.

KAREN HARNISH 
Co-Presidente, Film Forge (Canada)
Come produttrice di lungometraggi, Harnisch ha supervisionato il film drammatico di successo del 2015 Sleeping Giant, del regista Andrew Cividino. In qualità di co-presidente di Film Forge, ha consolidato il suo posto ai vertici del cinema indie canadese con titoli recenti e di prossima uscita come Infinity Pool di Brandon Cronenberg, Mizeria della sceneggiatrice e regista Eva Michon e la miniserie Cutblock di Cividino e Trey Edward Shults.

YOKO HIGUCHI-ZITZMANN
CEO, Telepool (Germania)
La dirigente, nata in Giappone e cresciuta in Germania, ha assunto l’incarico di vertice della tedesca Telepool a gennaio, dopo che Westbrook Inc. ha assunto il pieno controllo del gigante della distribuzione e della vendita con sede a Monaco. Uno degli obiettivi principali sarà quello di costruire l’attività di produzione del gruppo attraverso progetti interni, co-produzioni tedesche e produzioni in lingua inglese. “La sfida più grande che il settore del cinema indipendente deve affrontare è quella di conservare la magia del cinema in sala: che la TV e lo streaming e il cinema in sala di qualità possano coesistere e prosperare insieme in futuro”.

JENNIFER HOLNSS
Hungry Eyes Media (Canada)
Holness è diventata una figura di spicco del cinema indipendente canadese producendo e co-sceneggiando drammi teatrali del marito e socio in affari, Sudz Sutherland, come Home Again e Love, Sex and Eating the Bones. Ha anche co-creato la serie tV Shoot the Messenger e ha scritto e diretto il documentario Subjects of Desire nel 2021.

ROCÍO JADUE 
Head of Films, Fabula (Cile)
Jadue ha portato il cinema cileno sulla mappa internazionale con lungometraggi come Una donna fantastica di Sebastián Lelio, vincitore dell’Oscar, e The Eternal Memory di Maite Alberdi, vincitore del Gran Premio della Giuria del Sundance 2023. Vedere Amores Perros di Alejandro G. Iñárritu in sala, quando aveva 15 anni, l’ha convinta che il cinema in lingua spagnola poteva diventare globale: “Mi ha aperto una possibilità che non avevo considerato, che potevo produrre film in lingua spagnola che potessero avere una risonanza mondiale”.

JIA LING 
Fondatrice, Big Bowl Entertainment (Cina)
Questa cinese dai molti talenti ha iniziato la sua carriera studiando la tradizionale forma di stand-up comedy cinese nota come xiangsheng (“botta e risposta”) e in seguito ha guadagnato la fama nazionale per le sue apparizioni regolari in programmi di varietà di successo. Nel 2017 ha co-fondato la Big Bowl Entertainment, producendo numerosi spettacoli teatrali comici e progetti televisivi di successo. Ma il grande successo di Jia è arrivato nel 2021, quando ha scritto, diretto e interpretato Hi, Mom, che ha guadagnato 822 milioni di dollari in tutto il mondo e rimane il film di maggior incasso diretto da una donna.

SOPHIE JORDAN 
Co-CEO, Wild Bunch (Francia)
Da quando è subentrata alla guida di Wild Bunch (insieme al CEO Ron Meyer) nel novembre 2021, l’ex dirigente di beIN Media Group e Canal+ è stata incaricata di portare quella che un tempo era una startup indipendente al livello successivo. Con un finanziamento sicuro da parte dell’investitore tedesco Lars Windhorst; un’attività di produzione e distribuzione che si estende in Francia, Germania, Italia, Spagna e Australia, un catalogo da oltre 2.500 titoli e il servizio VOD/SVOD francese FilmoTV, Jordan ha tutte le carte in regola per trasformare Wild Bunch in un vero e proprio studio paneuropeo.

SISSE GRAUM JORGENS & LOUISE VESTH 
Produttrici, Zentropa (Danimarca)
Dal quartier generale di Zentropa, alla periferia di Copenaghen, Jorgensen e Vesth hanno costruito una potenza del cinema indipendente europeo, abile nel produrre film d’autore internazionali vincitori di premi – Un altro giro di Thomas Vinterberg, In un mondo migliore di Susanne Bier, i film di Lars von Trier – ma anche blockbuster locali, da Riders of Justice di Anders Thomas Jensen al franchise danese Department Q.

EKTA KAPOOR 
Balaji Motion Pictures (India)
Nel 1994 Kapoor ha fondato con i suoi genitori la Balaji Telefilms, una potenza del piccolo e grande schermo indiano, che è cresciuta fino a diventare uno dei produttori televisivi più prolifici dell’Asia meridionale. Nel 2001 Kapoor e la sua famiglia hanno lanciato una filiale cinematografica, Balaji Motion Pictures. L’etichetta fa uscire diversi titoli di alto profilo di Bollywood ogni anno, come la tragicommedia sociale Kathal, la cui uscita è prevista per il 19 maggio su Netflix.

ELIZABETH KARLSEN 
Co-fondatrice Number 9 Films (Regno Unito)
Con un catalogo di film pluripremiati come La moglie del soldato, Little Voice – È nata una stella, Carol, Youth – La giovinezza e Living, acclamato dalla critica l’anno scorso, Karlsen è un’icona molto rispettata, vincitrice di un BAFTA. Questa britannica nata negli Stati Uniti, che ha iniziato lavorando all’innovativo dramma LGBTQ del 1986 Parting Glances (“come correttrice di bozze per 6 dollari l’ora”), dice che uno dei successi di cui va più orgogliosa è vedere “giovani, in particolare giovani donne, che hanno iniziato con me come umili assistenti, avere carriere stellari”.

NAOMI KAWASE 
Kumie (Giappone)
Nell’industria giapponese, nota per la sua scarsa parità di genere, Kawase è stata un’apripista, diventando la prima donna del suo Paese a partecipare al concorso principale di Cannes e la prima a vincere il Grand Prix del Festival (per Mogari No Mori, nel 2007). Attraverso la sua società Kumie Inc., fondata nel 1996, ha prodotto e distribuito i propri lavori e quelli di registi indie giapponesi emergenti.

KWAK SIN-AE
Co-CEO, Barunson Entertainment (Corea del Sud)
Kwak ha iniziato la sua carriera alla fine degli anni Novanta come giornalista di cinema, occupandosi dell’esplosione di creatività che stava attraversando il cinema coreano. Grazie alla casa di produzione Barunson E&A, è diventata una delle produttrici più influenti del suo Paese. Il culmine è stata la vittoria dell’Oscar per il miglior film per Parasite di Bong Joon Ho nel 2019. Quest’anno torna a Cannes con Cobweb, l’atteso lungometraggio del collaboratore creativo di lunga data Kim Jee-woon.

ANNE-LAURE LABADIE 
Vicedirettrice, Le Pacte (Francia)
Il cinema di genere sofisticato con potenziale crossover è la specialità di Labadie, il cui lavoro presso Le Pacte include il fantasy-horror Thelma (2017) di Joachim Trier, il thriller As bestas – La terra della discordia (2022) di Rodrigo Sorogoyen, l’horror-mystery La región salvaje (2016) di Amat Escalante e le favole per adulti Il racconto dei racconti e Pinocchio di Matteo Garrone. Il suo ultimo progetto, Kensuke’s Kingdom, dei registi Neil Boyle e Kirk Hendry, la vedrà spingersi ancora di più nell’animazione per famiglie.

MIKY LEE
Vicepresidente, CJ Entertainment (Corea del Sud)
Lee è stata a lungo una forza dominante nel settore cinematografico del suo Paese, ma ha puntato a un’influenza globale ancora maggiore. È diventata riconoscibile in tutta Hollywood quando ha accettato l’Oscar per il miglior film per Parasite nel 2019, e ha continuato a fare mosse audaci al di fuori di Seoul, come un investimento da 100 milioni di dollari nella Skydance Media di David Ellison nel 2020 e un accordo l’anno successivo per l’acquisto da parte di CJ dell’80% della società di produzione-distribuzione statunitense Endeavor Content, che è stata poi rinominata Fifth Season.

LAURIE MAY
Co-presidente, Elevation Pictures (Canada)
May, veterana della distribuzione cinematografica canadese, dirige la Elevation Pictures insieme al co-presidente Noah Segal. Si sono lanciati nella produzione indie con titoli come Fuga a Parigi con Michelle Pfeiffer e Alice, Darling con Anna Kendrick. Tra le uscite recenti nelle sale cinematografiche figurano Everything Everywhere All at Once, The Whale, Triangle of Sadness e Brother di Clement Virgo.

CLEONA NÍ CHRUALAOI
Produttrice, Inscéal (Ireland)
Anche se The Quiet Girl non ha vinto l’Oscar per il miglior film straniero, l’ascesa record e senza precedenti del dramma a basso costo in lingua irlandese – lungometraggio d’esordio della produttrice Ní Chrualaoi – è stata una delle più grandi storie di successo indie degli ultimi 12 mesi. “Sono particolarmente orgogliosa del fatto che il film abbia suscitato un rinnovato interesse per la nostra lingua madre e continuo a essere ispirata dal suo percorso”, afferma Ní Chrualaoi.

TOPE OSHIN 
Chief Creative Officer, Sunbow Productions (Nigeria)
Tra le più influenti della nuova generazione di registi-produttori nigeriani, per lo più donne, Oshin ha contribuito a cambiare il volto di Nollywood, con drammi e commedie mainstream come Fifty e The Wedding Party 2 e, come regista, con lungometraggi acclamati dalla critica come Journey to Self (2013) e We Don’t Live Here Anymore (2018) – quest’ultimo uno dei primi film nigeriani con personaggi LGBTQ.

PILAR BENITO PEÑA
Managing Director, Morena Films (Spagna)
I film di genere sofisticati sono stati un punto di riferimento del lavoro di Peña, dal film d’azione spagnolo Cella 211 di Daniel Monzón del 2009 al successo del Sundance Piggy, di Carlota Pereda, un horror sulla sanguinosa vendetta di un adolescente sovrappeso e vittima di bullismo. La filosofia di Morena prevede che i produttori del mini-studio lavorino in modo indipendente, pur condividendo input creativi e know-how.

LEONTINE PETIT 
CEO, Lemming Film (Paesi Bassi)
Tra le collaborazioni della Petit, maestra olandese della co-produzione, figurano The Lobster di Yorgos Lanthimos, Pleasure di Ninja Thyberg, Anime nella nebbia di Sergei Loznitsa, Heli di Amat Escalante e Rheingold di Fatih Akin (quest’ultimo prodotto attraverso la filiale tedesca di Lemming, Hamster). Il suo talento nella cooperazione transfrontaliera le è valso il premio per la co-produzione dell’European Film Academy, il Prix Euroimages, nel 2016.

TESSA ROSS 
Co-CEO, House Productions (Regno Unito)
Durante il periodo trascorso alla BBC e successivamente a Film4 (che ha diretto dal 2002 al 2014), Ross è diventata una delle persone più potenti del cinema britannico e ha contribuito a guidare un’incredibile serie di successi, tra cui Billy Elliot, L’ultimo re di Scozia, The Millionaire, Hunger, Under the Skin e Room. La sua House Productions, lanciata nel 2016 e interamente controllata da BBC Studios, ha iniziato con la televisione ma da allora ha fatto un’importante incursione nei lungometraggi, producendo il documentario di Peter Jackson They Shall Not Grow Old – Per sempre giovani, il recente film con Florence Pugh Il prodigio e l’atteso film di Jonathan Glazer, in concorso a Cannes, The Zone of Interest.

Carole Scotta (Haut et Court)

Carole Scotta (Haut et Court)

CAROLE SCOTTA 
CEO, Haut et Court (Francia)
La veterana produttrice francese, la cui lunga lista di credits comprende The Lobster, il vincitore della Palma d’Oro 2008 La classe – Entre les murs e il campione dei César di quest’anno La notte del 12, è la mente dell’alleanza di produttori The Creatives, una collaborazione di società di produzione indipendenti europee, israeliane e statunitensi che hanno unito le loro risorse – e hanno firmato un accordo di sviluppo triennale con Fremantle – per sviluppare una programmazione di serie drammatiche e film di alto livello, pur mantenendo la loro indipendenza.

NANSUN SHI
Co-fondatrice, Distribution Workshop (Cina)
Shi fa parte della ristretta lista di produttori cinematografici cinesi la cui carriera ha attraversato sia l’epoca d’oro del cinema di Hong Kong che le ultime fasi del boom di incassi della Cina continentale. Ha fondato Film Workshop con l’ex marito e influente regista Tsui Hark nel 1984, e in seguito ha prodotto film di grande successo al botteghino come Flying Swords of Dragon Gate (2011) e Tiger Mountain (2014), oltre a dirigere il franchise di successo Detective Dee per lo studio di Pechino Huayi Bros. Per diversi anni è stata co-direttrice dell’agenzia di vendita Distribution Workshop, portando decine di titoli cinesi in tutto il mondo.

ADA SOLOMON 
Produttrice, MicroFILM (Romania)
Membro fondatore del collettivo di produzione rumeno MicroFILM, Solomon rimane fedele allo spirito della società, quello di realizzare “film socialmente rilevanti che pongono domande non sempre facili e mostrano prospettive non sempre visibili”. La produttrice dei film vincitori del festival di Berlino, Il caso Kerenes e Sesso sfortunato o follie porno, aggiunge: “Non sono ricca, né famosa, ma posso guardarmi allo specchio e dire: ‘Sei a posto, ragazza, non c’è ancora nulla di cui vergognarsi!’ ”

CHARLOTTE VINCENT
CEO, Aurora Films (Francia)
Da quando ha fondato Aurora nel 2002, Vincent ha prodotto quasi 60 lungometraggi e cortometraggi, sia fiction che documentari, tra cui il vincitore di Hot Docs 2015 Exotica, Erotica, Etc. di Evangelia Kranioti, il vincitore di Un Certain Regard 2022 (e candidato all’Independent Spirit Award) Ritorno a Seoul di Davy Chou e il film in concorso al Festival di Berlino 2023 di Patric Chiha, The Beast in the Jungle.

CASSANDRE WARNAUTS 
CEO, Frakas (Belgio)
Con una lista di co-produzioni che comprende Titane di Julia Ducournau, vincitore della Palma d’Oro nel 2021, Atlantique di Mati Diop, Girl di Lukas Dhont e Ritorno a Seoul, Warnauts, con la sua casa di produzione Frakas, con sede in Belgio, si è ritagliata un posto nel mercato d’essai per film di critica sociale che non rifuggono dal fascino del cinema di genere.

Traduzione di Nadia Cazzaniga