Al Mipcom l’industria della tv si prepara alla grande crisi: “Molte aziende hanno paura di non essere più in circolazione tra sei mesi”

Voci dalla kermesse di Cannes: gli scioperi, l'inflazione e il crollo del settore pubblicitario stanno indebolendo l'industria televisiva. Si continua a fare affari, ma la preoccupazione cresce di ora in ora. Scrosati, CEO di Fremantle Europa: "I cambiamenti del mercato implicano che molti dovranno cambiare il modo di fare business"

Imponenti lavori edili lungo la famosa Croisette di Cannes hanno trasformato la più affascinante delle città balneari francesi in un caotico cantiere. I dirigenti televisivi, in città per l’appuntamento internazionale del MIPCOM, che si terrà fino a giovedì 19 ottobre, sono stati costretti a fare i conti con lastre di cemento e zone a rischio recintate.

È una metafora azzeccata, che descrive al meglio l’atmosfera di questa edizione del MIPCOM. Lo sciopero degli attori, l’aumento dell’inflazione, il crollo del mercato pubblicitario e il rallentamento degli investimenti da parte delle piattaforme streaming globali convergono, indebolendo le fondamenta del business televisivo internazionale. I dirigenti si muovono con cautela, come se temessero che l’intera struttura possa crollare sotto i loro piedi da un momento all’altro.

“C’è paura là fuori, molte aziende temono di non essere più in circolazione tra sei, 12, 18 mesi”, ha dichiarato un veterano del MIPCOM, CEO di una società di produzione e distribuzione europea di medie dimensioni. E continua: “Netflix e Amazon sono passati dall’acquistare quasi tutto all’acquistare una o due serie nella maggior parte dei mercati. Se non sei una di queste due, alla fine non porti a casa nulla”.

La fascia alta del mercato, quella dei produttori di serie drama ad alto budget, è stata la più colpita. Con la maggior parte dei network e delle piattaforme streaming che non sono più disposti a fare flusso di cassa su narrazioni premium, i produttori di piccole e medie dimensioni si trovano schiacciati, con l’inflazione che divora i loro margini e il rischio di insolvenza che aumenta. “Ci sarà sangue nell’acqua prima che tutto questo finisca”, osserva Danny Fisher, CEO e co-fondatore del gruppo AVOD FilmRise.

MIPCOM: Dai drama ai reality

I drammi di fascia sono quindi diventati una proposta rischiosa, mentre l’intrattenimento non sceneggiato e i reality stanno vivendo un nuovo rinascimento a Cannes. Questo non ha tanto a che fare con lo sciopero degli attori in corso negli Stati Uniti, quanto con l’analisi costi-benefici dei singoli canali e piattaforme.

Le piattaforme streaming, in particolare, accolgono con favore gli show di intrattenimento a basso costo. Prime Video, per la sua piattaforma in Nord America, ha annunciato al MIPCOM di aver firmato un accordo per adattare il game show britannico The 1% Club, un programma a quiz di ITV prodotto da BBC Studios. La notizia segue il lancio del format di successo Got Talent di Fremantle su Disney+ in Italia e il reboot dell’iconica soap australiana Neighbours su Freevee di Amazon nel Regno Unito e negli Stati Uniti.

“Sto avendo colloqui con le piattaforme streaming per l’intrattenimento e i reality show, persino per le soap”, ha dichiarato Sascha Schwingel, il nuovo CEO del gigante tedesco della produzione UFA, parte di Fremantle. “Per quanto riguarda i contenuti sceneggiati, tutti vogliono meno show ‘taglienti’ e più mainstream, procedurali e simili”.

Ciò che rende particolarmente degni di nota gli accordi per i contenuti non sceneggiati è la nuova disponibilità delle piattaforme streaming globali a condividere i diritti dei format con i produttori e con altri canali – Neighbours, ad esempio, debutta sull’australiano Network 10, parte di Paramount Global – invece di insistere per ottenere diritti esclusivi a livello mondiale.

Cambia il business?

“I cambiamenti del mercato implicano che molti dovranno cambiare il modo di fare business”, ha dichiarato Andrea Scrosati, COO del gruppo e CEO di Fremantle per l’Europa continentale, che ha osservato come il windowing – diverse emittenti e piattaforme che condividono i diritti di uno stesso show in periodi limitati nel tempo – sia tornato di moda in quanto gli acquirenti iniziano a privilegiare l’efficienza dei costi rispetto all’esclusività.

Bob Bakish, presidente e CEO di Paramount Global, ha fatto un discorso simile durante il suo intervento al MIPCOM di questa settimana, sostenendo che la strada da seguire è quella di un ritorno al buon vecchio business delle licenze. Invece di “ritirare i contenuti e creare giardini recintati”, come hanno fatto, secondo Bakish, i concorrenti di Paramount nel tentativo di costruire le loro nascenti piattaforme di streaming, la vendita dei diritti locali di programmazione a partner internazionali è un “business redditizio e multimiliardario”, nonché “un motore fondamentale” per l’espansione globale.

“Sono ancora molto fiducioso sul futuro del business dello streaming”, ha dichiarato Guy Bisson, direttore esecutivo del gruppo di ricerca digitale Ampere Analysis. “L’attuale flessione ha più che altro a che fare con fattori macroeconomici, inflazione, ecc. Con il ritorno delle piattaforme e degli Studios al licensing e al windowing, e con l’attenzione minore alla crescita degli abbonati rispetto al ROI (Return on Investment), dovremmo assistere a un ritorno alla crescita”.

Il MIPCOM Cannes 2024 tornerà dal 21 al 24 ottobre 2024. Il mercato partner MIPTV si aprirà i cancelli nella città francese dall’8 al 10 aprile 2024.

Traduzione di Nadia Cazzaniga