Lo sciopero degli sceneggiatori inizia un nuovo capitolo della sua recente storia. E questa volta ha a che fare con i negoziatori della Directors Guild of America. La DGA si recherà a Sherman Oaks per definire un accordo con gli Studios e le piattaforme streaming.
Sarà sicuramente un momento cruciale per il sindacato che sta avviando le trattative con l’Alliance of Motion Picture and Television Producers mentre 11.500 dipendenti sono impegnati con i picchetti. Al momento le loro trattative contrattuali con la coalizione imprenditoriale sono fallite. I gruppi sindacali dei registi e degli sceneggiatori pare stiano dando priorità a questioni distinte. Ma c’è una certa sovrapposizione su punti chiave dell’agenda come i diritti residuali sullo streaming e la trasparenza sui dati.
La DGA sta iniziando a negoziare a meno di due mesi dalla scadenza del suo contratto, il 30 giugno: una mossa insolita per il sindacato, che nelle ultime trattative aveva raggiunto il consenso in anticipo (in virtù della sua filosofia secondo cui a volte tali accordi anticipati migliorano la forza contrattuale dei lavoratori). Questa volta, le aziende del settore dell’intrattenimento “non erano ancora pronte ad affrontare le nostre questioni chiave” con mesi di anticipo rispetto alla data di scadenza del contratto, ha dichiarato a febbraio il sindacato ai suoi 19.000 iscritti.
Una questione che sta emergendo e che la DGA non ha discusso pubblicamente come priorità assoluta in queste trattative è quella dell’intelligenza artificiale. Prima dell’interruzione dei negoziati del 1° maggio, l’AMPTP e la WGA si sono scontrate sul tentativo di quest’ultima di regolamentare l’uso dell’intelligenza artificiale nella scrittura delle sceneggiature, con l’AMPTP che avrebbe risposto proponendo di incontrarsi annualmente per discutere della tecnologia in via di sviluppo.
“Sappiamo che ci sarà un conflitto. La battaglia ci metterà alla prova”
I leader del sindacato hanno inviato un videomessaggio, in cui ammettono: “Sappiamo che ci sarà un conflitto. La battaglia ci metterà alla prova”. La posta in gioco è “molto alta”, afferma uno dei membri della DGA che ha parlato con The Hollywood Reporter prima delle trattative, citando colleghi che hanno lasciato l’area di Los Angeles a causa delle caratteristiche dell’attuale situazione nell’era dello streaming, tra cui stagioni televisive più brevi e compensi più bassi sui diritti residuali.
Sebbene la DGA abbia mantenuto il consueto riserbo sui dettagli delle sue proposte prima dell’inizio delle trattative, una delle principali questioni sul tavolo è l’istituzione di una formula per i diritti residuali sullo streaming che tenga conto della crescita globale delle piattaforme. Attualmente, come ha spiegato il sindacato ai suoi membri in una comunicazione ad aprile, il compenso sui diritti residuali Svod (subscription video on demand) del sindacato è “basato in gran parte sul numero di abbonati negli Stati Uniti e in Canada”, e i servizi con un maggior numero di abbonati offrono ai membri un compenso più alto.
Tuttavia, “in base alla nostra formula attuale, indipendentemente dai milioni di abbonati globali che un servizio può avere, gli Studios ti pagano solo una frazione dei diritti residuali nazionali per compensarti di tutto il pubblico globale che fruisce del tuo lavoro”. L’attuale contratto della DGA stabilisce che quando un programma viene distribuito su base “mondiale” su una piattaforma Svod affiliata o collegata, il datore di lavoro paga il 35% dei diritti residuali Svod nazionali. Questo però potrebbe cambiare con una formula che “ci assicuri una giusta quota della crescita globale di questo settore”, commenta la DGA su Instagram.
Cosa prevede il sindacato?
Altri punti importanti all’ordine del giorno per il sindacato sono l’ottenimento di una maggiore trasparenza sui dati da parte delle aziende, il rafforzamento del piano sanitario e pensionistico del sindacato, l’aumento dei minimi salariali, la protezione dei diritti creativi contrattuali per i registi, l’espansione delle iniziative per la diversità, l’equità e l’inclusione e l’istituzione di nuovi standard di sicurezza. “Come regista, questa è una delle cose che mi preoccupano di più”, ammette Thom Harp (The Donor Party), membro della WGA e della DGA, a proposito dell’appello del sindacato di migliorare la sicurezza sui set, citando la sua esperienza come ex assistente di produzione che lavorava 16-18 ore al giorno e il suo investimento nella gestione di set sicuri come regista. Nelle lunghe giornate di lavoro, “si viene pagati di più in straordinari, ma i soldi non valgono una vita”.
A tal proposito, quest’anno la DGA ha già appoggiato una proposta di legge californiana che mira a istituire un programma pilota di “consulenti per la sicurezza” su alcuni set cinematografici e televisivi – e nel videomessaggio di martedì, il co-presidente del comitato negoziale della DGA Todd Holland ha detto espressamente che in queste trattative il sindacato sta cercando di affrontare anche il problema delle “giornate di lavoro pericolosamente lunghe”.
Questa risposta ha allarmato alcuni membri della DGA, che ora affermano di voler vedere la questione affrontata nei propri negoziati: “Una delle questioni che mi dà da pensare è come raggiungere un equilibrio tra gli usi positivi dell’IA e i possibili sconvolgimenti per la forza lavoro”, scrive un membro della DGA in un’e-mail, chiedendo di restare anonimo. “Dobbiamo capire come evitare che l’IA prenda il controllo su di noi”, afferma un altro.
I registi sullo sciopero degli sceneggiatori
Il ruolo che lo sciopero degli sceneggiatori potrebbe avere nelle trattative della DGA, o viceversa, rimane una questione aperta. L’ultima volta che la DGA ha negoziato durante uno sciopero degli sceneggiatori, nel 2008, alla fine ha raggiunto un accordo sul compenso per il lavoro distribuito su Internet che ha fornito alla WGA un modello per le proprie trattative e ha contribuito a porre fine allo sciopero di 100 giorni. Anche se per il momento i dettagli sulle priorità della DGA sono scarsi, è improbabile che la storia si ripeta quest’anno, dal momento che gli studios e gli sceneggiatori sono ancora molto distanti su una serie di questioni specifiche per gli sceneggiatori, come il numero minimo di assunzioni e la durata degli incarichi delle writers room.
Su alcune questioni, tuttavia, la DGA e la WGA sono allineate, come ad esempio il loro interesse comune ad aumentare in modo significativo i minimi salariali e a modificare le norme sui diritti residuali per riflettere la crescita globale dello streaming. Prima che la WGA iniziasse lo sciopero, il sindacato aveva spinto per la creazione di un nuovo compenso per i diritti residuali SVOD ad alto budget, in cui il pagamento estero dipenderebbe dal numero di abbonati internazionali di una piattaforma.
La trasparenza sui dati è un’altra questione condivisa. Durante le prime trattative, la WGA afferma di aver sostenuto la necessità di un compenso per i diritti residuali sullo streaming basato sul numero di spettatori, che avrebbe remunerato gli sceneggiatori con progetti di successo e avrebbe “richiesto trasparenza” sui dati relativi agli spettatori. “Senza la trasparenza sui dati, noi operiamo alla cieca mentre l’altra parte ha il quadro completo”, afferma un membro della WGA e della DGA, definendo la necessità di trasparenza sui dati “una delle poche cose che la WGA e la DGA hanno in comune”.
“I registi e i loro team sono forze creative”, commenta Bernie Sanders
Sono diversi politici che simpatizzano con i lavoratori, tra cui il senatore Bernie Sanders e la senatrice Elizabeth Warren. E hanno anche commentato pubblicamente le trattative della DGA. “I registi e i loro team sono forze creative. Meritano una parte dei miliardi di profitti che creano per l’industria dell’intrattenimento globale”, ha scritto Sanders. “Esorto entrambe le parti a trovare un accordo equo”.
Per Harp, che si è unito al sindacato solo di recente, questa trattativa con la DGA sembra svolgersi in maniera diversa. “Alcune delle aziende coinvolte sono quelle tradizionali con cui negoziamo da sempre; capiscono cosa ci sia in ballo. Ma aziende come Netflix, Amazon e Apple non hanno a che fare con questo problema in nessun altro settore”, afferma. “Ecco perché questa trattativa, non importa quante volte l’hai fatta in passato, credo sarà diversa”. Il già citato membro della WGA e della DGA ha un punto di vista diverso sullo sciopero. “La DGA sta portando avanti richieste che cercano di affrontare il panorama in continua evoluzione della televisione e del cinema. Credo che si tratterà comunque di una trattativa ‘normale’”, afferma. “Probabilmente questa volta sarà più dura che in passato. Alla fine otterranno alcuni aumenti dei minimi e un nuovo contratto che affronti il panorama in evoluzione”.
Carolyn Giardina e Kim Masters hanno contribuito all’articolo.
Aggiornato con i messaggi dei politici sull’inizio dei negoziati della DGA.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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