Sul palco, disordinati e infastiditi ci sono la ministra per la famiglia e la natalità Eugenia Roccella e poi quasi solo uomini, impettiti, mediamente over 50. Sotto, sorridenti e determinate soprattutto ragazze intorno ai vent’anni ma non solo: urlano slogan con mille parole d’ordine diverse e vicinissime, canti in cui tornano le parole antifascismo e transfemminismo, che echeggiano la crisi climatica e la voglia di cambiare il mondo.
L’Arena Piemonte, spazio gestito dalla Regione Piemonte, nel Padiglione 2 del Lingotto, è uno degli spazi più centrali e visibili – e quindi con maggior risonanza – della Fiera del Libro di Torino.
Eugenia Maria Roccella doveva parlare del suo libro Una famiglia radicale, ma un gruppo di giovani misto fra esponenti di Fridays For Future, Extinction Rebellion (XR), Non una di meno, Ecologia Politica e S-non (gruppo che si batte contro la cementificazione del parco degli Artiglieri a Torino) ha bloccato la presentazione. Trambusto generale: hanno preso la parola, hanno spiegato le loro ragioni e poi sono stati seduti per terra, con la ferma intenzione di non far parlare la ministra. Ci sono riusciti. Ad un certo punto si sono fatti vedere diversi agenti di polizia, la tensione è stata palpabile.
L’intervento di Nicola Lagioia
Alcuni funzionari della Regione hanno chiesto al direttore del Salone, Nicola Lagioia, di intervenire. E lui è intervenuto, esprimendo la sua vicinanza alle istanze delle ragazze e dei ragazzi e la sua apertura alla protesta ma invitandoli a salire sul palco e a confrontarsi con la ministra, anche muovendole critiche dure a cui lei avrebbe dovuto rispondere (proposta fermamente rifiutata). Lo stesso Lagioia commenta in un suo post su Instagram “chi contesta, purché in modo non violento, decide come contestare”.
E poi, così racconta sempre il direttore del Salone, una deputata di Fratelli d’Italia “la quale evidentemente pretendeva che dicessi quello che voleva lei”, si scaglia verbalmente contro di lui urlandogli “Vergogna!”. Lagioia è sceso dal palco per evitare che la situazione degenerasse.
È seguito un lungo momento di stallo: l’intervento sarebbe dovuto cominciare alle 13 e terminare alle 14, ma la ministra determinata a non muoversi di lì finché non fosse riuscita a parlare, mentre i contestatori non volevano lasciare il campo finché Roccella non se ne fosse andata. È lì che le ragazze e i ragazzi hanno cominciato a cantare “lotta transfemminista dalla sera alla mattina” e “antifascista sempre”.
Che ne è della crisi climatica?
Due ragazze di Extinction Rebellion ci spiegano il loro gesto: “L’idea era di interrompere l’intervento della ministra Roccella qui all’Arena Piemonte. Nel bilancio della Regione Piemonte non ci sono fondi da investire nella resilienza e adattamento del nostro territorio alla crisi climatica, ma c’è un milione di euro di fondi per il Fondo di vita nascente, per associazioni antiabortiste. Allo stesso modo qui al Salone del Libro, che dovrebbe essere uno dei massimi eventi culturali in Italia, l’Arena Piemonte, massimo esponente delle Istituzioni al Salone, non ha dato spazio alla crisi climatica e invece ha dato spazio alla ministra Roccella per parlare sì della sua vita, ma anche per perpetrare ideologie che ci stanno facendo del male. Ci sono diversi incontri dedicati alla crisi climatica qui al Salone ma mai negli spazi istituzionali”.
A quanto affermano gli attivisti, il loro obiettivo non era salire sul palco e discutere di aborto, natalità o utero in affitto con la ministra, ma denunciare priorità sbagliate che portano le istituzioni a non trovare fondi per la crisi ambientale – “letteralmente questione di vita o di morte” – e ne trovano invece per sostenere progetti come quelli del cosiddetto fondo di vita nascente. L’altro tema posto dagli attivisti è che non si riesca a trovare spazi per discutere di come si sia arrivati, per esempio, al disastro dell’Emilia Romagna, fra riscaldamento climatico, cementificazione e dissesto idrogeologico, trattati ogni volta come un’imprevedibile emergenza.
“Abbiamo portato le nostre richieste che la Regione Piemonte conosce molto bene”, dicono ancora gli ambientalisti. “Richieste che sono agire ora, dire la verità e andare oltre la politica come è sempre stata intesa, istituendo per esempio delle assemblee cittadine. Agiamo in maniera congiunta con gli altri gruppi e soprattutto con Non una di meno, perché la giustizia climatica e la giustizia di genere sono collegate: non c’è una senza l’altra, e quando mancano, mancano entrambe”.
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