The White Lotus, la serie HBO (Sky/NOW nel nostro paese) fa bene all’Italia. E non poco: secondo uno studio promosso da MPA (Motion Pictures Association) e commissionato alla Oxford Economics, nel 2022 HBO avrebbe speso in Italia 32 milioni di dollari, il 25% dei quali impiegato localmente – la seconda stagione della serie, trasmessa nel 2022, è ambientata in Sicilia, a Taormina – con la creazione di posti di lavoro, tra part e full time, per circa 1500 persone. Le imprese locali supportate sono state 700. Il 75% del “tesoretto” è andato infine alle casse del settore dei beni e dei servizi, soprattutto ristoranti e hotel.
A goderne sono state in particolare le strutture di Taormina che, nel corso del 2023, hanno segnato il totale record di un milione e 300.000 pernottamenti – cifre ben al di sopra di quelle del periodo pandemico. Mentre la produzione, durante le riprese, ha portato 2 milioni di euro di ricavi alle attività della cittadina. Notevole anche l’incremento dei voli per la Sicilia: secondo i dati dell’agenzia di viaggi Expedia, dopo la trasmissione della seconda stagione di The White Lotus, negli Stati Uniti c’è stata un’impennata del 205% di ricerche per le prenotazioni, in Germania del 265% e in Inghilterra del 255%. L’espressione del cineturismo al suo massimo, sostenuto dalle infrastrutture e dagli incentivi offerti alle produzioni dall’Italia, in primo luogo il vantaggioso tax credit.
A parlarne a Trieste, nell’ambito dell’Audio–Visual Producers Summit 2023, è Stan McCoy, presidente EMEA (la divisione Europa, Medio Oriente e Africa) della Motion Pictures Association. Nata nel 1922, l’MPA si è assunta l’impegno di proteggere e sostenere l’industria cinematografica fin dai suoi primi passi (fu fondata da William Hays: lo stesso del famigerato “codice” morale del 1930, poi abbandonato nel 1968), proseguendo nel suo mandato e coinvolgendo membri autorevoli come Disney, Netflix, Paramount, Sony Pictures, Warner Bros. e Universal Pictures. Protagonista di un incontro cui hanno partecipato anche i colleghi Marco Valerio Pugini di Panorama, Jay Roewe di HBO, Federico Scardamaglia di Leone Cinematografica e Veronica Sullivan di NBCUniversal, McCoy ha fatto il punto sulle collaborazioni virtuose nel settore e sull’importanza della valorizzazione del territorio. “Ai tempi (nel 1953, ndr) fu un film come Vacanze Romane a riaprire l’Italia al turismo, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale”, ricorda il dirigente MPA (il film è stato recentemente restaurato in 4K Ultra HD).
Come si influenzano a vicenda industria statunitense e italiana? Qual è il risultato finale?
È un “win win”, vincono tutti. Si tratta di diventare complementari e andare nella stessa direzione. L’Italia lo fa benissimo, ospitando produzioni come quella di The White Lotus. E ne sono consapevoli le produzioni americane, che investono sul territorio.
Oltre a quello economico, c’è un ritorno culturale. Cosa ha donato, in tal senso, l’Italia agli USA?
Gli Stati Uniti traggono grandi benefici dall’influenza italiana, in tanti modi. Pensiamo a Frank Capra, figlio di immigrati italiani. È stato uno dei padri del cinema mondiale. Inoltre l’Italia ha un ruolo fondamentale nella MPA: uno dei suoi presidenti storici fu Jack Valenti, anche lui di origine italiana (Valenti fu in carica nell’azienda per trentotto anni e introdusse l’MPA Film Rating System, che sostituì il codice Hays, ndr)
Perché il pubblico è attratto da luoghi così distanti dalla quotidianità?
Il pubblico a casa ha voglia di esplorare luoghi esotici, e noi ce lo portiamo. La speranza è poi che la gente assecondi davvero quella spinta, che abbia voglia di scappare, di prendere un aereo e viaggiare per il mondo. È un modo per aprire la mente delle persone: dimostrare loro che ci sono altre culture da scoprire, e che se decidessero di partire, potrebbero scoprire qualcosa che va oltre ciò che hanno visto in un film o una serie. Nel caso di The White Lotus, godendo della bellezza e della cultura italiana.
Quali sono i motivi che indirizzano la scelta di un paese rispetto ad un altro?
La presenza di agevolazioni, come il tax credit, in primo luogo. Ma chiariamoci, non è sufficiente. Con simili produzioni bisogna considerare un range ben più ampio di necessità. Prima di tutto si guarda alla storia, si apre un dialogo con chi la scrive, e infine si passa a considerazioni economiche. L’Italia è un buon competitor, ha un’ottima offerta: più produzioni arriveranno qui, più se ne aggiungeranno altre.
Lei, inoltre, è spesso in Italia.
Amo venire qui. Non c’è una cosa che non mi piaccia: dalla storia alla cultura, fino alla buona cucina.
Qual è il rapporto di MPA con Cinecittà?
Cinecittà fa parte della storia della MPA. È il cuore pulsante delle produzioni europee, e non solo. Ho avuto il piacere di fare un tour negli studios e non c’è nulla di paragonabile all’idea di girare un film sapendo di essere circondato dall’eredità della storia del cinema. Il governo italiano è un grande sostenitore di Cinecittà e fa bene a investire in un luogo che può assicurargli un volume importante di produzioni internazionali.
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