Il morale si è abbassato dopo la rottura dei negoziati tra l’Alliance of Motion Picture and Television Producers (AMPTP, l’associazione degli Studios) e la SAG-AFTRA (il sindacato degli attori). A Hollywood però continuano i picchetti, avanti e indietro davanti agli Studios, con gli onnipresenti cartelli dello sciopero. All’esterno della sede di Netflix, a Hollywood, mercoledì 11 ottobre c’era un’atmosfera vivace, con un dj set di Evan Shafran e numerosi canti della folla (“un giorno in più/un giorno più forte” continua a risuonare).
La presenza presso gli Studios come Amazon, Sony, Disney e Warner Bros, tuttavia, è sembrata più attenuata rispetto a molti altri giorni. Parlando con The Hollywood Reporter, diversi attori hanno dichiarato di sentirsi “scoraggiati”, “tristi” o “delusi” dalla notizia di mercoledì 11 ottobre, dopo che l’AMPTP ha dichiarato che il divario tra le parti era “troppo grande” per continuare a contrattare. “È un giorno difficile per tutti”, ha affermato un’attrice che non ha voluto fornire il proprio nome.
Le dichiarazioni ai picchetti
Tuttavia, molti attori non sembrano sorpresi del risultato. “Ho seguito quello che è successo con la WGA e sappiamo che hanno fatto avanti e indietro con l’AMPTP, e sappiamo quanto siano stati avidi e riluttanti a dare a tutti un accordo equo in questo momento”, ha risposto a THR l’attore Davis Noir (I Think You Should Leave With Tim Robinson) presente al picchetto di Netflix.
“Tutti speravano davvero che questa sarebbe stata la fine, ma no, non sono rimasto sorpreso visto il modo in cui sono andate le trattative all’inizio dello sciopero”, ha affermato Adam Shapiro (Non ho mai…, Anche io). “Dobbiamo restare qui un altro mese per essere pagati in modo equo e per essere apprezzati come si deve? Allora è quello che faremo”, ha aggiunto.
La risposta del sindacato
Giovedì 12 ottobre, la SAG-AFTRA ha risposto all’AMPTP, comunicando ai suoi membri l’abbandono dei colloqui da parte degli Studios e denunciando l’uso di “tattiche di prepotenza”. “Queste aziende si rifiutano di proteggere gli interpreti dall’essere sostituiti dall’IA, si rifiutano di aumentare i vostri salari per stare al passo con l’inflazione e si rifiutano di condividere una minuscola parte degli immensi introiti che il vostro lavoro genera per loro”, ha scritto il comitato di negoziazione del sindacato ai membri.
“È facile sentirsi scoraggiati e avviliti, è facile perdere la speranza, è facile cadere nella rabbia”, ha dichiarato a THR Sol Marina Crespo (New Amsterdam) durante i picchetti davanti agli Amazon Studios di Culver City. “Ma parte di ciò che rende gli artisti tali è la resilienza e il fatto che questo è ciò che amiamo fare, e nulla ci impedirà di farlo. Eccoci qui, giorno 91, hanno fatto un accordo con la WGA e quindi ci si chiede anche: è una tattica? Non lo è? In tutta onestà, non abbiamo tempo per questo. Abbiamo perso molto lavoro, molti soldi, molte persone sono rimaste disoccupate”. Crespo ha aggiunto: “Credo che ci stiamo leccando un po’ le ferite, ma è una reazione normale. Sembrava che le cose stessero andando così bene. E invece non è andata come speravamo”.
Geoffrey Blake (Forrest Gump, Cast Away), ha aggiunto: “Il morale non è ottimo oggi! È circa la metà di quello che vediamo di solito, quindi l’annuncio della loro lettera spero non peggiori le cose. Penso che questa sia l’intenzione. Penso che questo sia il momento di non scoraggiarsi, che sia il momento di infiammarsi”.
I picchetti di solidarietà con SAG-AFTRA
Il membro del consiglio di amministrazione della Writers Guild of America West, Dailyn Rodriguez, che giovedì 12 ottobre ha partecipato a un picchetto di solidarietà con il sindacato degli attori alla Disney, ha affermato che l’approccio dell’AMPTP con la SAG-AFTRA gli è familiare. “È molto simile a quello che hanno fatto con il nostro comitato di negoziazione all’inizio di agosto. Le condizioni imposte al sindacato vengono rimandate indietro perché sono eccessive.
L’annuncio dell’interruzione delle trattative è arrivato dopo il quinto giorno di negoziati tra il sindacato e gli Studios e gli streamer da quando la SAG-AFTRA ha iniziato lo sciopero il 14 luglio. Durante le nuove trattative la proposta del sindacato relativa alle entrate dello streaming è rimasta uno dei principali punti critici.
Le richieste della SAG-AFTRA
“Mi è dispiaciuto vederli fallire”, ha commentato Daniel Franzese (Mean Girls) a proposito delle trattative. “Per un’industria che dovrebbe essere creativa, è anche un’industria che offre. Offriamo noi stessi, il nostro tempo, la nostra energia, le nostre emozioni. E il fatto che sia l’avidità a governare questa città è davvero deludente. Quello che chiediamo è quello che ci meritiamo. Loro continueranno a guadagnare centinaia di milioni di dollari. Ma a noi basta guadagnare un po’ di soldi per vivere”.
Molti artisti che hanno partecipato ai picchetti di giovedì hanno fatto riferimento ai diritti residuali come a una questione importante che li preoccupa ancora. “I diritti residuali sono ciò che permette a molti attori di superare i periodi di magra, perché non è mai un lavoro 24 ore su 24, 7 giorni su 7”, ha aggiunto l’attore Scott Perry (Jury Duty, The Mandalorian). “La maggior parte degli attori è fortunata se riesce a ottenere un paio di ingaggi all’anno, e poi riceve i diritti residuali per poter passare a quello successivo. Ora, in assenza di questi compensi, non hanno i mezzi per rimanere a galla. Quindi, finché qualcuno non diventa famoso, non c’è altra ancora di salvezza”.
Oltre ai compensi, gli attori hanno dichiarato che il punto di contrattazione più importante è la questione dell’intelligenza artificiale. “Usare la nostra immagine senza essere pagati non è giusto”, ha dichiarato Robert Hawkey, capitano di sciopero della SAG-AFTRA e attore (La valle dei pini, I Robinson). “Devono venirci incontro su questo punto”.
“Stiamo parlando dell’utilizzo della nostra immagine su tutti i media dell’universo in perpetuo”, ha aggiunto Perry. “E se si viene pagati una volta sola per questo, senza alcun rimborso per un uso a vita al di là della nostra vita, questo cambia veramente il talento che c’è là fuori”.
Alcuni attori dicono che ultimamente fanno fatica a sopravvivere con gli stipendi che ricevono, una situazione che non è certo migliorata durante l’interruzione del lavoro. C’è chi si chiede se riuscirà a pagare i costi dell’assicurazione mensile o a portare i figli dal medico in caso di necessità. O ancora chi trova un secondo lavoro d’emergenza.
Nonostante le speranze deluse, nei picchetti c’era ancora molta determinazione. “Sperano di trovarci tanto disperati da accettare qualsiasi accordo sia stato messo sul tavolo”, ha dichiarato Perry. “E non è questo il caso”.
Traduzione di Pietro Cecioni
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