Lo sciopero degli attori non sembra volersi fermare. Eppure gli interpreti e le produzioni hanno la possibilità di poter lavorare, basta avere un “patentino”. Mentre gli Studios continuano ad essere le torri d’avorio prese d’assalto da manifestazioni e picchetti, alle case di produzione di stampo indipendente vengono rilasciate deroghe e permessi per poter tornare sui set. Col malcontento di tanti colleghi.
In virtù della necessità di preservare l’industria dello spettacolo da scossoni troppo forti, almeno nelle sue forme più candide e lontane dagli artigli degli Studios, la SAG-AFTRA ha stilato un vademecum sulle regole che le produzioni possono seguire per vedersi approvata l’autorizzazione a girare.
I progetti non devono essere affiliati in alcun modo a Studios importanti, non devono avere un accordo di distribuzione e nemmeno un finanziamento da parte di una major o mini-major. Film commissionati proprio dagli studios? Neanche a parlarne.
A venir salvati sono i progetti finanziati con fondi e prestiti che, in virtù delle loro richieste di denaro, partono con dei budget già evidentemente contenuti. Fondamentale che nessuna di queste produzioni abbia addosso le impronte dell’AMPTP, acronimo per Alliance of Motion Picture and Television Producers.
La benedizione della SAG-AFTRA ha linee ben precise. E non è così facile per una produzione, al momento, presentarsi chiedendo il permesso di poter cominciare a metter in piedi un nuovo film o una serie portando avanti come giustificazione “ve lo giuriamo, vostro onore, siamo indipendenti!”. Tutte le regole redatte sono infatti applicabili solamente – o, almeno, principalmente – a opere già in produzione. O in pre-produzione, o in post-produzione.
Sciopero degli attori e deroghe: come funziona?
Insomma, la deroga viene rilasciata solamente a produzioni che, prima del 13 luglio, giorno in cui è stato indetto lo sciopero degli attori, erano già avanti con la realizzazione dei progetti. Hanno priorità film e serie in fase di riprese, o almeno imminenti, nonché quelli che hanno presentato tutti i documenti necessari alla SAG per avere un rappresentante di quest’ultima sul set. Il sindacato, inoltre, si riserva il diritto di modificare le regole dello sciopero.
Per gli attori, un altro paio di maniche ancora. Sebbene le produzioni possano ricevere il via libera, i loro interpreti hanno il diritto o meno di prendervi parte. Vedasi alla voce: Viola Davis (ma ci arriviamo tra poco).
L’insieme di questi permessi, di concessioni dell’ultimo minuto, di colleghi che scelgono volontariamente di andare sul set, coperti dallo scudo delle produzioni indipendenti, viene siglato in accordi detti “provvisori” che dovranno essere riconfermati e accettati nel momento del “cessate lo sciopero”.
E per chi teme che tali accordi prolunghino i tempi d’attesa, il comitato di negoziazione replica che le intese, al contrario, finiranno per aumentare la “pressione competitiva” sulle società affiliate all’AMPTP. Occhio perciò ai “waivers”. E prepariamoci (forse) all’era rosea del cinema indipendente.
Viola Davis, Sarah Silverman e gli altri
La prima a lanciarsi contro le concessioni della SAG-AFTRA è Sarah Silverman, attrice e comica americana che sui suoi social ha attaccato apertamente gli interpreti che torneranno presto a lavorare. Silverman non tralascia le produzioni che, da indipendenti, potranno comunque in seguito distribuire con Netflix o Amazon o Apple o qualsiasi altra piattaforma, e che devono in sostanza “giurare” di non farlo in questi accordi provvisori.
Perché sì, se ve lo state chiedendo, alcuni attori con annessi progetti di cui sono protagonisti, stanno lavorando. Non tutti hanno avuto il buon cuore – ma sarebbe da dire, il rigore sindacale – di Viola Davis che, nonostante il lasciapassare della SAG-AFTRA, ha deciso di rinunciare al prossimo film, G20, in cui era coinvolta anche con JuVee Productions, la sua casa di produzione. “Inappropriato”, ha dichiarato la premio Oscar.
L’attrice Rebel Wilson, per esempio, è impegnata con Bride Hard, Anne Hathaway e Michaela Coel saranno co-protagoniste in Mother Mary, mentre la A24 collabora con Paul Rudd e Jenna Ortega per la dark comedy Death of a Unicorn. Non dimentichiamo Mark Wahlberg che, diretto da Mel Gibson, è il protagonista di Flight Risk degli Hammerstone Studios. Non certamente solidali, ma the show must go on.
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