Dopo mesi di sciopero e lunghi giorni (consecutivi) di negoziati, il sindacato degli sceneggiatori (WGA, Writers Guild of America) e l’associazione di categoria degli Studios hanno raggiunto un accordo provvisorio. Il nuovo contratto potrebbe mettere fine ai 146 giorni di uno sciopero storico che hanno visto gli autori scendere in strada per i picchetti assieme al sindacato degli attori (SAG-AFTRA), che aspettano ora la fine della loro agitazione.
La notizia è stata divulgata direttamente dalla Writers Guild, in una email inviata questa notte ai suoi membri. “Abbiamo raggiunto un accordo provvisorio su un nuovo su un’intesa di base, vale a dire su un accordo di principio su tutti i punti richiesti, con riserva nella redazione del testo definitivo”, si legge nel comunicato. E continua: “Possiamo dire, con grande orgoglio, che questo accordo è eccezionale, con guadagni significativi e tutele per gli scrittori in ogni settore dell’associazione”.
La Alliance of Motion Picture and Television Producers (AMPTP), che rappresenta gli Studios, ha confermato la notizia in una dichiarazione congiunta con il sindacato.
In attesa di una ratifica
Le parti sono arrivate a un accordo provvisorio triennale nella tarda serata di domenica, che dovrà essere ratificato dai membri della WGA per entrare in vigore. I dettagli del nuovo contratto, che riguarda circa 11.500 membri del sindacato degli sceneggiatori, arriveranno nei prossimi giorni.
Nel suo messaggio agli iscritti, il comitato di negoziazione del sindacato ha chiesto di avere pazienza nel divulgare i dettagli dell’accordo. “Ora il nostro staff deve assicurarsi che tutto ciò che abbiamo concordato sia codificato nel linguaggio contrattuale finale. Anche se siamo ansiosi di condividere con voi i dettagli di ciò che è stato raggiunto, non possiamo farlo fino a quando non avremo messo gli ultimi puntini sulle ‘i'”, si legge nell’email.
L’accordo sarà quindi prima sottoposto al voto del comitato di negoziazione del sindacato e poi all’approvazione del consiglio della WGA dei settori Ovest ed Est. Entrambe le votazioni sono previste – in via provvisoria – per questo martedì. Se i leader sindacali approveranno, il consiglio e la commissione voteranno anche sulla conclusione dello sciopero “a una certa data e ora (da stabilire), in attesa della ratifica”, ha dichiarato il comitato.
“La migliore e definitiva” offerta
Durante l’ultimo fine settimana di trattative, gli avvocati si sono riuniti prima che gli Studios presentassero nella serata di sabato, la loro offerta, o presunta tale, “migliore e definitiva”. Più tardi, nella stessa notte, l’AMPTP e la WGA hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui affermavano che si sarebbero incontrati nuovamente domenica. E in effetti, nonostante la presunta “definitività” della precedente proposta degli Studios, i negoziatori sindacali sono tornati dalle loro controparti domenica pomeriggio con alcune richieste aggiuntive prima che le parti concludessero definitivamente le trattative.
Hollywood ha applaudito la notizia sui social media. E centinaia di registi presenti al gala di premiazione del Burbank International Film Festival di domenica hanno esultato quando l’accordo è stato annunciato dal palco.
Trattative sull’ottovolante
L’umore tra gli sceneggiatori presenti ai picchetti affollati di venerdì era di cauto ottimismo, in quanto i membri del sindacato prevedevano che la fine dello storico sciopero sarebbe potuta arrivare presto. “Il fatto che abbiano parlato per tre giorni di fila è fantastico”, ha dichiarato lo showrunner Marc Guggenheim (Legends of Tomorrow) a The Hollywood Reporter. E anche le fonti tra i produttori che hanno avuto familiarità con i progressi ottenuti al tavolo delle trattative hanno espresso un giudizio positivo sugli ultimi giorni, soprattutto quando la dirigenza si è mossa su questioni come l’intelligenza artificiale, il personale televisivo e il compenso residuo legato alle prestazioni degli show in streaming.
L’umore positivo era però calato giovedì sera, quando fonti degli Studios hanno affermato che la WGA è tornata a tarda notte con nuove richieste su questioni che i dirigenti ritenevano già risolte. Un crollo di morale momentaneo, che si è rialzato venerdì, quando le parti hanno raggiunto un compromesso.
Nell’ultima settimana, c’è stato uno slancio gradito nelle trattative, a fronte di uno stallo nei negoziati che durava da un mese, e cominciato a fine agosto dopo un incontro tra i leader della WGA e alcuni amministratori delegati, e la presidente dell’AMPTP, Carol Lombardini.
Uno sciopero da record
L’associazione degli Studios aveva reso pubblica la sua offerta l’11 agosto e la WGA ha criticato l’incontro, affermando che i suoi leader sono stati sottoposti a una “lezione su quanto fosse buona la loro unica e sola controfferta”. La pausa nelle trattative è stata revocata il 14 settembre, quando l’AMPTP ha annunciato che la WGA aveva preso contatto per riprendere le trattative e che entrambe le parti stavano lavorando alla programmazione nella settimana successiva.
Ora, gli sceneggiatori sono al 146esimo giorno di sciopero, che potrebbe diventare il più lungo della storia del sindacato, battendo il record stabilito nel 1988, quando la WGA ha scioperato per circa 154 giorni contro le aziende hollywoodiane.
Un accordo “provvisorio”
Nonostante l’accordo raggiunto sia ancora provvisorio, si tratta di un grande progresso per un’industria che è stata fermata per mesi. E che ha visto uno storico doppio sciopero di attori e sceneggiatori: una congiuntura che non avveniva da oltre 60 anni. Lo sciopero WGA, cominciato il 2 maggio ha avuto un impatto pressoché immediato. Stando a un rapporto del 19 aprile di FilmLa, le riprese a Los Angeles sono crollate del 29% da aprile a giugno 2023, in relazione allo stesso periodo del 2022.
Un largo bacino di produzioni sono state infatti fermate o rimandate, tra queste Stranger Things di Netflix, Loot di Apple TV + e Blade 2 e Thunderbolts della Marvel. Quando poi si sono aggiunti gli attori di SAG-AFTRA alle agitazioni, un numero ulteriore di progetti è stato sospeso, come Venom 3, Il Gladiatore 2 e Deadpool 3.
Un accordo provvisorio non esclude ancora completamente la possibilità di continuare lo sciopero. I comitati della WGA potrebbero sempre votare contro la sospensione delle agitazioni. Inoltre, dal punto di vista del contratto, i membri potrebbero anche rifiutare l’accordo durante la fase di ratifica.
La posta in gioco è alta, così come le aspettative dopo questo lungo stop di lavoro. Nei prossimi giorni, i comitati della WGA cercheranno di persuadere i loro membri della bontà dell’accordo.
Ora al voto
Le trattative per l’accordo sono iniziate il 20 marzo e si sono interrotte la notte del 1 maggio, provocando uno sciopero il giorno successivo. Le due parti si sono poi riunite l’11 agosto, ma hanno raggiunto una fase di stallo alla fine del mese, per poi riprendere il 20 settembre e concludere i negoziati il 24 settembre.
Gli sceneggiatori avevano chiesto un maggiore compenso nell’era dello streaming attraverso un aumento dei salari, una regolamentazione delle mini writers room e dei compensi legati all’andamento dei loro spettacoli. Nel frattempo, gli Studios e gli streamer stavano cercando di ridurre la spesa per il lavoro, dopo che Wall Street ha messo sotto pressione l’intera economia dello streaming, accusandola di non essere redditizia. Questo, assieme a un clima economico generale incerto, ha portato diverse grosse compagnie a valutare un taglio dei costi.
Gli sceneggiatori sono stati guidati nelle trattative dall’assistente del direttore esecutivo della WGA West, Ellen Stutzman, che è intervenuta dopo che il direttore esecutivo della sezione occidentale del sindacato, David Young, è andato in congedo per motivi di salute prima dell’inizio dei colloqui. Lombardini, capa negoziatrice dell’AMPTP dal 2009, ha condotto le trattative in vece dei produttori.
Ora la palla passa agli iscritti del sindacato degli sceneggiatori: saranno loro a decidere se questo accordo risolve i problemi sul posto di lavoro che i loro colleghi stanno denunciando da mesi. Gli occhi sono puntati sul voto del sindacato, la cui data non è ancora stata annunciata.
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